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Il Giornale Rassegna Stampa
26.09.2018 Siria: Putin arma il dittatore sanguinario Assad, Israele in allarme
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 26 settembre 2018
Pagina: 13
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Israele tra due fuochi. Ma Putin fa il doppio gioco»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 26/09/2018, a pag.13, con il titolo "Israele tra due fuochi. Ma Putin fa il doppio gioco" il commento di Fiamma Nirenstein.

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Fiamma Nirenstein

Sembra che la Russia stia giocando un gioco troppo complicato, dopo che un suo aereo è stato per errore abbattuto da un missile del suo amico Assad e gli ufficiali russi hanno seguitato, nonostante le prove dicano il contrario, ad accusare Israele contraddicendosi varie volte. La crisi è ancora in corso, è un incubo che si realizza: Israele che viene in conflitto con l'orso russo. Non è un caso che Netanyahu da quando nel 2015 la Russia si è schierata in Siria in difesa di Assad, tenendo al suo fianco gli iraniani e gli Hezbollah, abbia incontrato Putin ben tre volte, per evitare che i gomitoli della storia li portino a un confronto non desiderato.

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Vladimir Putin con l'alleato Bashar al Assad

Adesso dunque, per uscire da questo guaio, ora che Putin ha tenuto il suo punto per non deludere gli alleati, non è una buona idea che Putin fornisca ad Assad l'S300, un incredibile sistema missilistico che non dovrebbe essere dato nelle mani di un avventuriero macellaio pronto a irrorare di gas nervino il suo stesso popolo. Non è una buona idea anche perchè Israele, che pure da tempo era pronto a questa mossa, non è per niente contento. E oggi come oggi, se non ci saranno svolte drammatiche, il fatto che Israele sia preoccupato, significa che anche gli Stati Uniti lo saranno, e le tensioni Usa-Russia possono acuirsi. Putin ha subito uno smacco tecnico imbarazzante, i suoi stessi alleati gli hanno buttato giù un aereo con 17 persone a bordo, e quindi cerca di rimediare di fronte alla sua opinione pubblica e a quella mediorentale. Presso le quali, dare addosso agli ebrei è sempre piuttosto di moda. L'Europa a sua volta, durante questo sciagurato termine mogheriniano, ha trovato un marchingegno tecnico per seguitare a fare affari con l'Iran, anche qui in polemica con gli Usa. IL fronte anti Trump è popolare presso l'Ue, unificante di fronte alle vere, profonde fratture che la dividono. Ma tutte queste mosse vanno solo nella direzione di rafforzare un regime che prepara solo delusioni, violenza, terrorismo, occupazioni imperialiste in Medio Oriente. E Israele ha già detto chiaramente che comunque perseguirà i suoi interessi: niente Iran sul confine. É il Paese che ha dichiarato che Israele è un albero ammarcito destinato a essere distrutto, e che adesso lo ha proditoramente collocato fra le nazioni contro cui compiere una terribile vendetta dopo l'attacco terroristico di tre giorni fa. Netanyahu è diretto a New York per l'Assemblea Generale dell'Onu: Israele griderà di nuovo ma non più nel deserto. L'Iran ha rispettato l'accordo, ha detto la Mogherini. Si, quello di restare se stesso, accanito, imperialista, furbo, sicuro di potere impaurire e sedurre. Tutti, fuorchè Israele. E adesso anche Trump.

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