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Il Giornale Rassegna Stampa
25.06.2018 Turchia: la dittatura di Erdogan
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 25 giugno 2018
Pagina: 13
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Tra dittatura e cambiamento»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 25/06/2018, a pag.13 con il titolo "Tra dittatura e cambiamento" il commento di Fiamma Nirenstein.

A destra: Erdogan in sultano calpesta la democrazia 

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Fiamma Nirenstein

Comunque, nonostante una campagna elettorale in cui Erdogan aveva esercitato tutta la sua prepotenza con arresti, botte, piazze presidiate dai suoi fedeli, la metà del popolo turco si è stufata del sultano, anche se in queste ore sembra avviarsi alla vittoria col 52%. Erdogan si era subito attribuito il 60% arrogandosi così un diritto assoluto e plebiscitario di divenire il primo Capo di Stato turco a governare con poteri allargati dopo i cambi costituzionali approvati nell'aprile del 2017, sommando in sé i compiti di presidente e di primo ministro insieme alla nomina diretta dei ministri, il controllo totale del giudiziario e dei leader militari. Sia Erdogan che Muharrem Ince, il maggiore contendente, hanno promesso di togliere le regole dell'emergenza. Ince ha dimostrato comunque che in breve tempo può sorgere, nonostante il Paese sia stretto nel pugno di ferro del Sultano, una alternativa concreta e pericolosa. Certo, oltre le regole della emergenza, Erdogan ne inventerà altre per seguitare a mandare in carcere i suoi oppositori (oggi se ne contano 160mila dietro le sbarre) e a chiudere i giornali che lo criticano; a imporre le regole della Sharia, la legge islamica, che cancellano l'eredità laica di Kemal Ataturk, e rafforzano il suo ruolo di capo internazionale della Fratellana Musulmana; a allearsi senza remore con i gruppi terroristi come la sua amata Hamas; a cercare di eliminare fisicamente i curdi mentre li accusa di terrorismo. Erdogan nonostante la sua promessa reiterata di riportare al popolo turco le glorie dell'impero ottomano ha subito un rinculo clamoroso dell'economia, che invece era la carta che mostrava con orgoglio, ha visto una perdita del valore della lira turca del 25% rispetto al dollaro e la discesa della stima internazionale che seguitava a dargli credito sperando in uno stato musulmano amichevole. Intanto, Ince ha portato con coraggio alla luce per la prima volta i suoi legami con Fetullah Gulen, accusato del colpo di Stato. Anche il ruolo di contenimento degli immigrati dalla Siria è un'arma di ricatto frequentemente brandita di fronte all'Europa, la traditrice che non ha voluto la Turchia nell'Ue. Erdogan è un grande guaio per tutto il mondo. Ma soprattutto per il popolo Turco: se Erdogan sarà nuovamente eletto, diventerà la vittima destinata al giogo di un sultano dei nostri tempi, arrabbiato, prepotente, liberticida, islamista. Un dittatore.

 

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