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Il Giornale Rassegna Stampa
17.06.2018 Quanto conterà il voto islamico. Il PD comincia a contarli
Inchiesta di Alberto Giannoni

Testata: Il Giornale
Data: 17 giugno 2018
Pagina: 3
Autore: Alberto Giannoni
Titolo: «Mille musulmani in sezione, il Ramadan dentro la sede del Pd»

 Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 17/06/2018, a pag.3, con il titolo " Mille musulmani in sezione, il Ramadan dentro la sede del Pd", il commento di Alberto Giannoni

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Alberto Giannoni                 Tra non molti anni...

A Torino, le statistiche del 2017, hanno rivelato che uno su tre dei bambini nati è musulmano. Il conto è presto fatto, fra meno di vent'anni un terzo degli elettori sarà musulmano. Se passa la legge dello jus soli anche prima.
In Lombardia, a Lodi, seguendo l'insegnamento milanese, il PD ha già fatto i conti e agisce di conseguenza. Ovviamente non avremmo nulla da eccepire se si trattasse soltanto di un problema che riguarda il rispetto dovuto a una religione, ma - e qui sta il problema - l'islam non è soltanto una religione, ma un tutt'uno con lo Stato, islamico per dirla chiaramente. L'islam non si integra, invade, è una verità ormai acclarata. E' così che si affronta? Si badi bene, non soltanto un problema legato ai partiti italiani e sul loro modo di affrontare la questione islam. Il problema è nazionale.

Milano Il Ramadan dentro la sede del Pd. Da anni si dibatte delle relazioni fra i Democratici e l'islam organizzato. A Lodi hanno tagliato la testa al toro: la festa di Id El Fitr, quella che con una cerimonia pone fine al mese sacro di digiuno e preghiera, è stata celebrata direttamente in «sezione». Lo racconta Il Cittadino di Lodi, che parla di mille persone circa, provenienti da ogni parte della città e arrivate con ogni mezzo, per raggiungere la sede del «Capanno» concessa ai musulmani locali dal Pd lodigiano, quello di Lorenzo Guerini, che è stato presidente della Provincia e sindaco, prima di sbarcare a Roma come braccio destro di Matteo Renzi. Certo, fa un certo effetto vedere uomini e donne che pregano separati fra loro dentro la sede del partito politico che è erede ufficiale della storia della sinistra italiana. Ma il paradosso evidentemente non è tale per i dirigenti del Pd. «Questa concessione per noi rappresenta un normale atteggiamento di apertura dell'area rispetto a una richiesta che c'è stata - ha dichiarato al Cittadino il segretario del Pd lodigiano Andrea Ferrari -, per noi il rapporto con la comunità musulmana è assolutamente di relazione, come avviene in decine di altre realtà italiane». E in effetti è una storia lunga, quella dei rapporti fra i Democratici e le comunità islamiche italiane. Una storia controversa, che neanche negli anni del segretario-premier fiorentino è mai stata risolta fino in fondo. Anzi, proprio a Renzi è stata rimproverata la scelta di campo a favore di un certo islam. A Lodi, negli anni passati, la festa di Id El Fitr veniva celebrata in un'area sportiva comunale, ma l'anno scorso un problema burocratico ha costretto i musulmani a rinunciare, per riunirsi nella moschea di via Lodivecchio. Quest'anno ci ha pensato il Pd e ora i musulmani locali si mostrano grati: «Siamo molto contenti che il Pd ci abbia concesso questo spazio» ha dichiarato Abdelrahman El Said, rappresentante dell'associazione culturale «Al Rahma». Meno convinti ovviamente i rappresentanti del centrodestra, che lo scorso anno peraltro ha conquistato il Comune. «Oggi il Pd è definitivamente uscito allo scoperto» attacca Pietro Foroni, leghista, assessore regionale al Territorio. «Ma il Pd ha verificato se l'associazione è finanziata da Paesi esteri? Ha verificato che cosa è stato detto nel corso delle prediche in lingua araba?». Foroni preannuncia che come assessore regionale valuterà «se sono state rispettate tutte le norme regionali in materia di luoghi di culto». Ironico, oltre che critico, il neo sottosegretario Guido Guidesi, altro leghista: «Quando la sfida tra correnti diventa ingestibile - osserva - meglio cambiare destinazione d'uso alle strutture del partito».

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