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Il Giornale Rassegna Stampa
11.12.2016 Yoni Netanyahu: storia del vero eroe 'normale'
Commento/Recensione di Nicola Porro

Testata: Il Giornale
Data: 11 dicembre 2016
Pagina: 21
Autore: Nicola Porro
Titolo: «Yoni Netanyahu storia del vero eroe 'normale'»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 11/12/2016, a pag.21, con il titolo " Yoni Netanyahu storia del vero eroe 'normale' " la rensione di Nicola Porro al libro "Lettere di Yoni Netanyahu" (ed.LiberiLibri, a cura di Michele Silenzi)

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La copertina                              Nicola Porro

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Yoni Netanyahu

Quella di Yonatan Netanyahu, fratello del premier israeliano, Bibi è una storia breve, ma esaltante. Michele Silenzi, nella bella introduzione alla raccolta di Lettere pubblicata da LiberiLibri, la definisce, senza retorica, una storia eroica. E aggiunge una considerazione, che in fondo avevamo sempre condiviso, ma mai espressa: Yoni è «un eroe di quelli che l'Occidente, per anni, ha tentato di dimenticare, di deridere, di riumuovere attraverso l'oscenità brechtiana "beato il paese che non ha bisogno di eroi" e sostituendo a questa epica dell'individuo eccezionale quella dell'eroe normale che poi non si capisce bene cosa significhi». Ben detto. Questa nota di Silenzi di per sé varrebbe l'acquisto del libro e la sua collocazione nella nostra ideale biblioteca liberale. Ma il testo è molto di più: sono più di cento lettere scritte da Yoni ai suoi fratelli, alla sua fidanzata, ai suoi genitori. Mentre l'Europa e l'America tra il 1963 e il 1976 (lasso di tempo in cui il giovane studente di matematica passa dal liceo ad Harvard e poi all'Esercito israeliano per poi cadere sul campo a Entebbe) giocava al '68, alla rivoluzione dei costumi, alla ribellione del femminismo, alla rottura dei valori borghesi, c'era un piccolo Stato-nazione incastonato tra i nemici in Medio Oriente che combatteva per la propria sopravvivenza. Yoni è Israele, è il suo spirito, è l'idea che ogni battaglia è volta all'annientamento della propria patria e non solo alla sua momentanea sconfitta. Yoni scrive che non capisce la frivolezza dei suoi compagni di liceo in America. Non ha paura della morte, non lo spaventa ma lo disturba. A Rina scrive: «Hai sedici anni. Ti rendi conto che hai vissuto quasi un quarto della tua Vita? Un insetto, che probabilmente vice solo pochi giorni, sente che l'arco della sua vita sia enorme. Ma l'uomo non vive per sempre, e dovrebbe usare al meglio i suoi giorni. Io so soltanto che non voglio arrivare ad una certa età, guardarmi intorno e scoprire improvvisamente che non ho creato nulla, che sono come tutti gli altri esseri umani che corrono di qua e di là come tanti insetti senza mai raggiungere niente». Yoni farà della propria dedizione a Israele la ragione di vita, la sua formazione nei paracadutisti la sua specialità. Nelle lettere si legge la storia di un ragazzo non comune, ma anche lo spirito di un popolo che bisogna ammirare. E dal quale, come nota bene Silenzi, noi Europei dovremmo imparare molto.

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