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Il Giornale Rassegna Stampa
09.04.2014 Meglio tardi che mai
la Germania risarcisce gli ebrei costretti ai lavoro forzati dal nazismo

Testata: Il Giornale
Data: 09 aprile 2014
Pagina: 15
Autore: la redazione
Titolo: «Sfruttati dal nazisti: Berlino pagherà le pensioni agli ebrei»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 09/04/2014, a pag. 15, la breve dal titolo "Sfruttati dal nazisti: Berlino pagherà le pensioni agli ebrei".
La notizia riguarda l'estensione del pagamento degli arretrati, già previsto dalla legge tedesca per le pensioni concesse fino al 1997, a quelle concesse dopo quella data. Non si tratta dunque di una completa novità, ma di un' integrazione della politica di risarcimento delle vittime dei lavori forzati  adottata dalla Germania del dopoguerra.

Ecco il testo.


Andrea Nahles, ministro del Lavoro tedesco


Deportazione di ebrei a Terezin

  Erano costretti a lavorare nei ghetti nazisti, in condizioni di miseria e crudeltà. Oggi, grazie ad un disegno di legge approvato dal governo tedesco, migliaia di ebrei riceveranno gli arretrati della loro pensione. Un gesto importante e dal valore fortemente simbolico: «Le pensioni verranno pagate rapidamente e in modo efficiente», ha spiegato Andrea Nahles, ministra del Lavoro tedesca, che hapoi proseguito: «Non possiamo neanche immaginare cosa volesse dire lavorare in condizioni inumane in un ghetto dell'epoca nazista». Sono decine di migliaia le persone in Germania, principalmente non tedesche, che furono usate dai nazisti come forza lavoro in cambio di cibo o paghe scarse. Il provvedimento dovrebbe essere approvato in parlamento entro luglio e sana una disparità preesistente: nel 2002, il governo tedesco aveva concesso il pagamento degli arretrati della pensione fino al 1997 agli ebrei che avevano lavorato nei ghetti nazisti, ma per le pensioni concesse negli anni successivi erano previsti solo quattro anni di arretrati. Secondo Der Spiegel, con la nuova normativa, nella sola Israele, l3mila superstiti otterrebbero una media di 15mila euro annuali di pensione. «Il governo tedesco è consapevole delle sue responsabilità storiche», ha detto Steffen Sei-bert, portavoce di Angela Merkel.

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