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Il Giornale Rassegna Stampa
06.07.2011 Milano chiede la liberazione di Gilad Shalit, tutti d'accordo?
Elisabetta Strada (Milano civica per Pisapia), Anita Sonego (Federazione della sinistra) contrarie. Che cosa ne pensa il Pisapia?

Testata: Il Giornale
Data: 06 luglio 2011
Pagina: 2
Autore: Redazione del Giornale
Titolo: «Maggioranza divisa sul voto pro-Israele»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 06/07/2011, a pag. 2 delle cronache milanesi, l'articolo dal titolo "Maggioranza divisa sul voto pro-Israele".


Gilad Shalit. Elisabetta Strada (Milano civica per Pisapia), Anita Sonego (Federazione della sinistra) hanno votato contro la mozione.

Milano chiede la liberazione di Gilad Shalit, il soldato israeliano ostaggio
di Hamas dal 2006. E la sinistra, sul voto del documento, si spacca in due, o
meglio in tre: da una parte il Pd e le forze maggiori, dall’altra la lista di
sinistra (Rifondazione-Pdci) che appoggia il sindaco, Giuliano Pisapia, mentre
il gruppo «Milano civica per Pisapia», a sua volta, si è spaccato in due. La
mozione per Shalit e per un «vero e costruttivo dialogo fra israeliani e
palestinesi» è stata presentata da Alberto Gabbai del Pd e approvata, dopo un
dibattito in aula di circa tre quarti d’ora, con 33 voti di maggioranza e
opposizione ma con il voto contrario di Anita Sonego della Federazione della
sinistra e di Elisabetta Strada di «Milano civica per Pisapia», mentre l’altra
consigliera civica, Anna Scavuzzo, si è astenuta. Se la sinistra si è
platealmente divisa, ha manifestato grande soddisfazione la sinagoga che ha
sede nella Galleria Vittorio Emanuele. Il portavoce Davide Romano commenta
favorevolmente soprattutto il sì trasversale: «Il voto con la grande
maggioranza dei consiglieri comunali unita - sottolinea Romano - fa parte di
quelle cose che rendono orgogliosi i milanesi: i concetti di pace e di umanità
devono essere le fondamenta su cui costruire il vivere comune, anche oltre i
confini della nostra città». «Resta l’amarezza per il voto di astensione e per
i due voti contrari». «Come si possa votare a favore della tortura nel 2011 -
conclude - è qualcosa di inquietante. Non tanto per noi, ma per le loro stesse
coscienze».

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