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Il Giornale Rassegna Stampa
01.08.2007 Due giornalisti curdi condannati a morte in Iran
per reati d'opinione

Testata: Il Giornale
Data: 01 agosto 2007
Pagina: 10
Autore: Gian Micalessin
Titolo: «Iran, a morte due giornalisti curdi»
Dal GIORNALE del 1 agosto 2007:

«Mohareb», ovvero «nemici di Dio». L’accusa, traslata direttamente dalla tradizione coranica, rischia di trascinare alla forca Adnan Hassanpour e Abdolvahed «Hiva» Botimar, due giornalisti iraniani di origine curda. La loro condanna a morte per impiccagione è stata pronunciata il 16 luglio scorso da una Corte rivoluzionaria di Marivan, capoluogo della provincia del Kurdistan iraniano, nel nordest del Paese, ed è stata annunciata ieri dal portavoce del potere giudiziario Alì Reza Jamshidi. La sentenza, assai rara per reati di stampa e opinione, deve comunque essere confermata dalla Corte Suprema, e secondo l’avvocato Saleh Nikhbakht, legale di uno dei condannati, verrà probabilmente modificata. Nessuna speranza di salvezza invece per altri sette condannati a morte, la cui sentenza sarà eseguita stamattina nella provincia del Kurdistan. Stando al portavoce Jamshidi, la pena capitale è stata comminata per vari reati, tra cui la violenza carnale. Il giornalista Hassanpour e il suo collega Hiva Botimar avevano lavorato per Aso (Orizzonti), una rivista chiusa due anni fa su ordine del potere giudiziario. In seguito Botimar aveva aderito a un gruppo ambientalista, mentre Hassanpour aveva concesso interviste a organi di stampa stranieri, tra cui «Voice of America ». Il caso dei due giornalisti curdi sembra indicare un duro giro di vite verso la stampa indipendente. Lunedì la Procura della capitale iraniana ha ordinato l’arresto di Massoud Bastani e Farshad Ghorbanpour, due dei più noti commentatori della stampa riformista, e ieri un tribunale di Teheran ha condannato a tre anni con la condizionale Emadeddin Baghi, il giornalista e direttore dell’Associazione per la difesa dei diritti dei detenuti. La nuova campagna contro la stampa non allineata al regime è stata confermata ieri dal capo della polizia, Esmail Ahmadi Moghaddam, che ha annunciato «azioni adeguate nei confronti di tutte le persone e le istituzioni che criticano il governo». Secondo il capo della polizia, «la quarta fase della campagna per la sicurezza e la moralizzazione colpirà tutti quelli che mettono in discussione l’operato delle autorità», e i suoi uomini terranno sotto osservazione chiunque «pubblichi informazioni tendenziose che gettino ombre sull’operato della polizia e alimentino la diffidenza dei cittadini nei confronti dello Stato». L’avvocato Nikhbakht, commentando la condanna dei due giornalisti, ha fatto notare che la Corte rivoluzionaria di Marivan ha condannato i due giornalisti per reati penali non legati a reati di opinione o all’attività professionale. Secondo il legale, «Butimar ha ammesso di avere fornito munizioni al Pejak», gruppo indipendentista curdo iraniano legato ai militanti del Pkk attivi in Turchia. Hassampour, invece, avrebbe confessato di «aver aiutato a fuggire all’estero due iraniani di etnia araba originari del Khuzistan» accusati di aver partecipato all’organizzazione di attentati commessi nella provincia negli ultimi 2 anni.

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