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Il Foglio Rassegna Stampa
20.10.2023 Israele, l’unico paese del medio oriente dove si respira europeo
Intervista di Giulio Meotti a Philippe Val

Testata: Il Foglio
Data: 20 ottobre 2023
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «'Israele è l’unico paese del medio oriente in cui si respira lo spirito europeo'. Intervista all’ex direttore di Charlie Hebdo, Philippe Val»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/10/2023, a pag. 1, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo " 'Israele è l’unico paese del medio oriente in cui si respira lo spirito europeo'. Intervista all’ex direttore di Charlie Hebdo, Philippe Val".

Informazione Corretta
Giulio Meotti

Philippe Val :
Philippe Val

Roma. “Perché l’attacco di Hamas a Israele ci preoccupa? Perché è l’unico paese di quella regione in cui si respira lo spirito europeo”. Così, sul Journal du dimanche, Philippe Val: l’ex direttore di Charlie Hebdo che dal 2006 vive sotto protezione della polizia. Porte e finestre antiproiettili, una “safe room”, cinque agenti di polizia davanti a casa 24 ore su 24 e il programma “Uclat 2”, di cui beneficia l’ambasciatore di Israele a Parigi. Val è stato tra i primi, nella conformista intellighenzia francese, a prendere le difese di Israele dopo il 7 ottobre. “L’Europa è costruita sulla filosofia greca e sulla cultura giudaico-cristiana, questo è il materiale e la base dell’Europa e anche Israele è stata costruita così” dice Val al Foglio. “Siamo figli di Omero e della Bibbia, sono i due libri che stanno all’inizio della biblioteca europea”. Va al cuore dello scontro a Gaza: “Lo stato di Israele fu fondato nel 1948, ma il progetto di sradicare gli ebrei è anteriore, già negli anni Trenta i Fratelli musulmani e gli imam come Al Husseini avevano in progetto di distruggere gli ebrei e fecero una alleanza con Hitler. Al tempo non c’era il problema territoriale, solo l’antisemitismo. E penso che l’antisemitismo è ancora una delle ragioni che impediscono la risoluzione del conflitto. Non puoi parlare con chi vuole sradicare il tuo popolo e paese, non è una buona base di discussione. Non è forse il caso per tutti gli arabi, ma sono sempre i radicali che saturano il dibattito e prendono in ostaggio il resto della comunità palestinese. Si sentono solo quelli di Hamas e il resto ha paura”. Sotto casa sua, a Parigi, hanno sfilato le manifestazioni anche con le bandiere di Hamas. “In queste manifestazioni si sente sempre ‘morte agli ebrei’, incredibile ma è così. Nel 1967, il filosofo Vladimir Jankélévitch spiegò perfettamente che l’antisionismo degli ambienti della sinistra accademica, culturale e mediatica è una forma di antisemitismo: ‘L’antisionismo è un’incredibile manna dal cielo, perché ci dà il diritto e il dovere di essere antisemiti in nome della democrazia. E se gli ebrei fossero essi stessi nazisti? Sarebbe meraviglioso’. Così, quando ci sono morti e massacri trea musulmani non è importante, non c’è il nemico giusto, possono morire e non è un problema. Se ne infischiano, ma quando c’è Israele si scagliano. La differenza è la misura dell’antisemitismo”. In Francia questa sinistra è particolarmente forte. “Si è costruita sull’anticolonialismo, la guerra di Algeria, Sartre, Fanon, ora hanno trovato la Palestina e riciclato un vecchio antisemitismo di sinistra che c’era già al tempo dell’affaire Dreyfus” ci dice Val. “Non hanno cambiato ma è ancora più scandaloso per me perché nel frattempo c’è stata la Shoah, è vergognoso”. Val conclude con una richiesta di coraggio all’Europa: “Non abbiamo il coraggio di dire no. Manchiamo di coraggio e oggi paghiamo cara la nostra codardia. Ogni civiltà deve dedicare parte delle proprie forze alla trasmissione. Non può esserci rottura, altrimenti la nostra civiltà scomparirà. E questo è ovviamente ciò che vogliono gli islamisti. Ieri il nazismo e il comunismo hanno minacciato di morte questo spirito europeo, oggi è il terrorismo islamico”.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

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