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Il Foglio Rassegna Stampa
11.07.2023 Perché la discussione sulle bombe a grappolo è insensata
Analisi di Cecilia Sala

Testata: Il Foglio
Data: 11 luglio 2023
Pagina: 1
Autore: Cecilia Sala
Titolo: «Le bombe insidiose»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 11/07/2023, a pag.1, con il titolo "Le bombe insidiose", l'analisi di Cecilia Sala.

Cecilia Sala (@ceciliasala) | Twitter
Cecilia Sala

Ukraine war: UK programme to train 'citizen soldiers' is expanding | UK  News | Sky News

Roma. La guerra di aggressione della Russia in Ucraina è la guerra di un paese che non vieta l’utilizzo di munizioni a grappolo a un altro paese che non vieta lo stesso tipo di arma, dove quindi le cluster bomb si usano dal primo giorno. Neanche gli Stati Uniti bandiscono le bombe a grappolo e l’Amministrazione Biden considera il governo democraticamente eletto di Kyiv il più titolato a decidere quali rischi l’Ucraina sia pronta a sopportare pur di restare libera, partendo dal presupposto che è in ogni caso costretta a convivere con i bombardamenti e la distruzione che Vladimir Putin le impone da sedici mesi, e che le armi servono proprio ad allontanare quei soldati russi che bombardano, come è già stato fatto a Kharkiv e a Kherson. Kyiv chiede da tempo le cluster bomb di Washington che ne ha molte ma intende dismetterle e, oltre alle bombe a grappolo che aveva già nei propri magazzini quando l’invasione totale è cominciata, l’Ucraina ha già usato sul campo quelle che le spedisce la Turchia, cioè un altro nostro alleato membro della Nato, a partire dal novembre del 2022. L’aspetto spaventoso delle bombe a grappolo – un missile che contiene tante piccole granate che cadono sparpagliandosi – è che non esplodono tutte subito, possono rimanere sul terreno a lungo ed essere calpestate non dai soldati nemici ma dai civili. Questo pericolo per il tipo di cluster bomb che Putin usa da sedici mesi in Ucraina è molto alto, intorno al quaranta per cento. Significa che quasi la metà delle piccole bombe che vengono liberate non esplodono contro un obiettivo militare e diventano un pericolo potenziale per tutti a meno che l’area non venga bonificata. Nel caso di quelle che fanno parte della fornitura americana, questo rischio è di poco superiore al due per cento nella versione più moderna – il Pentagono ha detto che invierà soltanto quelle di recente fabbricazione, ma secondo alcuni potrebbe far rientrare nella categoria anche un tipo di munizione a grappolo le cui granate rimangono inesplose nel 14 per cento dei casi. La scelta di Biden di spedire cluster bomb all’Ucraina sembra aver causato la spaccatura più vistosa del fronte occidentale che sostiene Kyiv in sedici mesi di guerra, è logico che i paesi che le hanno bandite non condividano la decisione di inserirle in un pacchetto di aiuti militari, ma dalla discussione pubblica sul tema sembrano essere spariti i dettagli, il contesto, le differenze tra questo caso e altri del passato: le ragioni per cui dal punto di vista ucraino la questione che ha acceso gli animi in Europa appare troppo astratta. Il tipo di rischio per i civili è lo stesso che comportano le mine, che infestano le zone vicine alla linea del fronte ma anche quelle liberate come il nord o la regione di Kharkiv perché i russi ne hanno lasciate a terra migliaia quando sono stati costretti a ritirarsi. Per la prima volta all’inizio di marzo 2022, nella regione di Chernihiv a nord di Kyiv, un’auto privata è saltata su una mina, tre ucraini adulti sono morti e due bambini sono stati feriti. Gli ucraini sanno da molto tempo e meglio di chiunque altro di dover bonificare le zone del proprio paese che sono a contatto con le truppe russe da ordigni che stanno causando più vittime dei residui delle cluster bomb, nonostante quelle che si usano al momento siano più vecchie e letali di quelle che arriveranno dagli Stati Uniti. Per questo sigillano i territori pericolosi: la linea del fronte dove è in corso la controffensiva e si vorrebbero usare le munizioni a grappolo è una zona interdetta perché minata, e lì è vietato spostarsi da soli. La speranza ucraina è cacciare i russi, poter pulire tutto e poi tornare a vivere.

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lettere@ilfoglio.it

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