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Il Foglio Rassegna Stampa
09.07.2023 Ucraina, che cosa cambia con le bombe a grappolo
Analisi di Cecilia Sala

Testata: Il Foglio
Data: 09 luglio 2023
Pagina: 1
Autore: Cecilia Sala
Titolo: «Priorità controffensiva»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 09/07/2023, a pag.1, con il titolo "Priorità controffensiva", l'analisi di Cecilia Sala.

Cecilia Sala (@ceciliasala) | Twitter
Cecilia Sala

Ukraine war: UK programme to train 'citizen soldiers' is expanding | UK  News | Sky News

Roma. Le bombe a grappolo sono un missile con dentro tante piccole munizioni che vengono liberate nell’aria e poi si sparpagliano a terra. Non tutte esplodono subito e molti paesi le bandiscono per questo: restano sul terreno per tanto tempo e c’è il rischio che quando la guerra è finita o la linea del fronte si è spostata, a calpestare gli ordigni siano i civili. Ieri Joe Biden ha approvato l’invio di bombe a grappolo a Kyiv, che il problema di dover un giorno ripulire il proprio territorio da questi oggetti lo conosce già perché Vladimir Putin usa cluster bomb in Ucraina da un anno e mezzo. Per Mosca la decisione della Casa Bianca è “un’escalation”, la formula che la Russia ripete ogni volta che c’è un qualsiasi invio di armi da Washington a Kyiv. Alla fine di gennaio i soldati russi che occupano l’Ucraina stavano fortificando le proprie posizioni già da due mesi quando un gruppo bipartisan di parlamentari del Congresso americano scrisse una lettera a Biden: “Spediamo a Kyiv le nostre bombe a grappolo”. La richiesta era il frutto di un ragionamento: gli ucraini ce le chiedono, noi come gli europei abbiamo difficoltà a produrre munizioni tradizionali in quantità sufficiente ma abbiamo i magazzini pieni di cluster bomb che vogliamo dismettere, e le bombe a grappolo hanno un effetto moltiplicatore: se un altro tipo di munizione colpisce soltanto in un punto, questo colpisce un’intera area e quindi per ottenere lo stesso risultato bastano meno unità. A gennaio poi era già visibile dai satelliti l’embrione di quello che oggi è diventato l’immenso reticolo di trincee e ostacoli che formano le difese russe nel sud-est dell’Ucraina e che stanno bloccando la controffensiva di Kyiv. Le bombe a grappolo sono efficaci in particolare contro questo genere di linee di difesa. Più di cento paesi nel mondo e venticinque tra i trentuno che fanno parte dell’Alleanza atlantica proibiscono la produzione e l’utilizzo di bombe a grappolo, fra questi non ci sono la Russia, l’Ucraina e neppure gli Stati Uniti d’America, anche se non le usano più dai primi mesi di guerra in Iraq nel 2003. Gli ucraini non hanno istinti autodistruttivi e se sono pronti a utilizzare un’arma più insidiosa di altre a casa propria e perché sanno che un imponente e lungo lavoro di bonifica nel sud-est dovranno farlo comunque: l’esercito russo spara bombe a grappolo verso le zone controllate da Kyiv da sedici mesi e anche l’Ucraina ha già usato questo tipo di munizioni svuotando i propri magazzini militari dal giorno in cui è cominciata l’invasione su larga scala. Un lavoro di decontaminazione per pulire i campi e le strade da questo tipo di ordigni e soprattutto dalle mine – che stanno causando più vittime civili dei residui di bombe a grappolo – è in corso dall’autunno nella regione liberata di Kharkiv e nella porzione di quella di Kherson a nord del fiume Dnipro. Da quando Putin le ha dichiarato guerra totale, Kyiv non ha mai risolto due problemi: avere abbastanza missili precisi (quindi occidentali) della contraerea per proteggere sia le sue città sia le sue truppe al fronte e avere abbastanza munizioni per sostenere un conflitto intenso ed esteso come quello che ha in casa. E’ una fragilità che gli ucraini non hanno nascosto in nessuna fase della guerra e il presidente Volodymyr Zelensky ne ha parlato quando ha sostanzialmente annunciato la controffensiva con un’intervista al Wall Street Journal un mese fa, mentre il capo di stato maggiore, Valery Zaluzhny, si è lamentato con toni più aspri della lentezza e pochezza degli invii di munizioni in una lunga intervista al Washington Post la settimana scorsa. Per Zaluzhny le munizioni servono a risparmiare vite di soldati ucraini mentre liberano i territori occupati: nel caso della contraerea perché li proteggono, nel caso dei missili che colpiscono a terra perché distruggono armi e soldati nemici da lontano, limitando gli assalti sanguinosi che finiscono in un corpo a corpo nelle trincee in cui ci si spara con le mitragliatrici a distanza ravvicinata – il tipo di combattimenti che si vedono ora nei punti del fronte dove preme Kyiv. Zaluzhny vorrebbe gli aerei F-16 per proteggere i soldati mentre avanzano, ma è improbabile che i caccia arrivino in tempo per questa controffensiva. Ci sono altri due tipi di armi che Kyiv chiede da tempo, le bombe a grappolo e i missili a lungo raggio Atacms: entrambe sono meno costose degli F-16 e non richiedono un lungo addestramento, possono entrare in azione subito. Biden ha appena deciso di spedire le prime, secondo un’esclusiva del Wall Street Journal potrebbe presto fare lo stesso con le seconde.

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