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Il Foglio Rassegna Stampa
19.01.2023 L’Occidente deve aumentare gli aiuti all’Ucraina
Analisi di Cecilia Sala

Testata: Il Foglio
Data: 19 gennaio 2023
Pagina: 1
Autore: Cecilia Sala
Titolo: «Le nostre munizioni»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/01/2023, a pag.1, con il titolo "Le nostre munizioni", l'analisi di Cecilia Sala.

Cecilia Sala (@ceciliasala) | Twitter
Cecilia Sala

Ukraine's
Churchill & Zelensky

Roma. Alcuni analisti militari si stanno preoccupando di rassicurare le centinaia di milioni di cittadini che abitano i quaranta paesi che sostengono l’Ucraina rispetto a un allarme che si legge di frequente: “L’occidente sta finendo le munizioni”. La sintesi si presta a essere male interpretata: l’Alleanza atlantica è pensata innanzitutto per scongiurare una terza guerra mondiale, cioè come massimo strumento di deterrenza rispetto all’aggressione di un paese che ne faccia parte, ma – proprio affinché la deterrenza funzioni – è anche tecnicamente pronta a una guerra estesa. L’ipotesi che l’occidente non abbia abbastanza proiettili per combattere un conflitto circoscritto entro i confini dell’Ucraina senza mettersi in pericolo a casa è lunare. Persino la Russia di Putin, sotto sanzioni e che già prima dell’embargo aveva un’economia grande più o meno come quella della sola Spagna, continua a produrre missili a ritmo sostenuto. La spesa militare della Russia è meno di un decimo di quella degli Stati Uniti e negli ultimi anni è stata concentrata soprattutto sul programma atomico, cioè non per produrre munizioni convenzionali come quelle che servono per avanzare in Donbas. Lo scenario secondo cui i paesi occidentali potrebbero ritrovarsi scoperti militarmente e quindi in pericolo per il “troppo aiuto” dato a Kyiv non è realistico, ma viene usato sempre più spesso (soprattutto in Europa) per chiedere di ridimensionare questo sostegno. Il professore Mark F. Cancian dell’Istituto internazionale di studi strategici ha detto: “Gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina diversi tipi di munizioni e armi, ma nella maggior parte dei casi gli importi inviati sono piccoli rispetto alle scorte e alle capacità produttive statunitensi”. Se si scorrono le tabelle delle varie società dell’industria bellica americana organizzate per tipo di munizioni prodotte, nella colonna “status dell’inventario” si legge più spesso il termine “adeguato” che “limitato” oppure “eventualmente limitato” o ancora “adeguato nel breve periodo, eventualmente limitato nel medio”. E queste classificazioni riguardano solo i tipi di munizioni che vengono regalate a Kyiv, per proteggere i paesi membri della Nato ce ne sono molte altre, di altre tipologie. I soldati ucraini fino a oggi sono stati addestrati a utilizzare solo un numero limitato di armi occidentali e per questo – nel caso delle forniture – è vero che esistono delle strozzature che riguardano alcune situazioni specifiche, soprattutto due tipi di munizioni per due tipi di armi: i razzi per gli Himars e i proiettili d’artiglieria da 155 millimetri. La soluzione è aumentare la produzione, ma anche spedire armi di tipo diverso (come si pensa di fare con il vertice Nato di domani) e insegnare agli ucraini come usarle.

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