sabato 27 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
26.08.2022 Un tribunale per incriminare gli aggressori russi
Analisi di Francesco Dalmazio Casini

Testata: Il Foglio
Data: 26 agosto 2022
Pagina: 1
Autore: Francesco Dalmazio Casini
Titolo: «La Norimberga di Kyiv»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 26/08/2022, a pag.1 con il titolo 'La Norimberga di Kyiv' l'analisi di Francesco Dalmazio Casini.

6 years of Russian aggression and war criminals whom Ukraine cannot  prosecute

Kharkiv. “Un tribunale sul modello di Norimberga”. Maria Mezentseva, deputata della Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, e membro della delegazione ucraina all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, descrive così la corte che le autorità ucraine stanno cercando di stabilire per incriminare i decisori russi. L’idea di creare un tribunale penale internazionale nasce nei primi giorni dell’invasione, per perseguire non solo i crimini commessi dalle forze di Mosca nel corso della guerra, ma tutti coloro – a partire da Putin – che hanno un ruolo decisionale. “E’ nella decisione iniziale di aggredire che possiamo trovare le radici di tutti i crimini di guerra e delle atrocità commesse in Ucraina”, spiega al Foglio Olena Khomenko, anche lei membro della Verkhovna Rada e della delegazione presso il Consiglio d’Europa. “Se non perseguiamo oggi l’aggressione, si potrà ripetere in futuro – spiega Khomenko – il diritto internazionale deve avere una funzione preventiva, deve fare in modo che nessuno possa rifarlo domani”. Se esistono oggi delle strutture, dalla Corte penale internazionale alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che possono occuparsi dei crimini e delle violazioni del diritto di guerra operati dai russi, per quel che riguarda il crimine dell’invasione la situazione è più sfumata. Mezentseva spiega infatti che “la Corte penale internazionale può occuparsi del crimine dell’aggressione solo nei casi in cui entrambi gli stati abbiano ratificato lo Statuto di Roma e gli emendamenti di Kampala del 2010 (che definiscono l’aggressione) e né la Russia né l’Ucraina figurano tra i firmatari”. Allo stesso modo la Corte internazionale di giustizia, l’organo giudiziario dell’Onu, pur avendo condannato l’invasione a marzo, non gode della giurisdizione per accusare i responsabili, mentre la sua posizione potrebbe essere compromessa dalla presenza di giudici russi e cinesi tra i quindici magistrati in carica. Come potrebbe funzionare un organo come quello che immagina Kyiv? “Abbiamo diversi modelli da prendere come riferimento e che gli esperti stanno studiando”, prosegue Mezentseva. Per il momento sono state individuate quattro possibilità per la creazione del tribunale speciale: un accordo multilaterale tra gli stati sul modello di Norimberga; un accordo “ibrido” che si basi sulla risoluzione di condanna dell’aggressione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, sul modello del Tribunale speciale per la Sierra Leone – una soluzione che potrebbe prevedere alcuni giudici scelti dall’Onu e alcuni nominati dall’Ucraina; un tribunale che si basi sugli accordi tra Ucraina e Unione europea; un tribunale che si basi sull’accordo tra Ucraina e Consiglio d’Europa. Il primo caso, quello sul modello Norimberga, è quello che viene evocato più spesso perché un accordo multilaterale, oltre a essere completamente indipendente dalle Nazioni Unite (dove la Russia conserva un seggio nel Consiglio di sicurezza e il diritto di veto) potrebbe estendere la legittimità della corte oltre il perimetro dei paesi europei, contribuendo a una condanna veramente globale dell’aggressione. I punti del tribunale, per sommi capi, sono stati esposti a luglio dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba all’Aia. Innanzitutto, questa corte si occuperebbe di tutti gli eventi che si sono verificati dal febbraio del 2014, con lo scoppio della guerra in Donbas – che per gli ucraini rappresenta l’inizio dell’aggressione armata da parte di Mosca. Mezentseva spiega che ci sono due snodi particolarmente importanti per capire come dovrebbe funzionare il tribunale: “Saranno perseguiti tutti quei soggetti che esercitano un controllo effettivo o dirigono direttamente l’azione politica e militare dello stato russo e, in secondo luogo, l’eventuale status di immunità degli imputati (anche quello del capo di stato) non solleverà tale persona dalla responsabilità penale individuale e non ne potrà attenuare la pena”. Alcune istituzioni si sono già pronunciate in merito all’istituzione del tribunale. “Per il momento ci sono due risoluzioni dell’assemblea del Consiglio d’Europa, una risoluzione del Parlamento europeo e un pronunciamento dell’assemblea parlamentare della Nato che supportano questo progetto”, spiega ancora la deputata. Per quel che riguarda i singoli paesi invece, solo la Lituania, tramite il Parlamento, si è ufficialmente pronunciata per l’istituzione di un tribunale speciale per perseguire l’invasione russa.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT