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Il Foglio Rassegna Stampa
28.04.2022 La storia della Terza guerra mondiale è una gran boiata
Analisi di Giuliano Ferrara

Testata: Il Foglio
Data: 28 aprile 2022
Pagina: 1
Autore: Giuliano Ferrara
Titolo: «La storia della Terza guerra mondiale è una gran boiata»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi 28/04/2022, a pag.1 con il titolo: "  La storia della Terza guerra mondiale è una gran boiata" l'analisi di Giuliano Ferrara

Putin, la minaccia della terza guerra mondiale, l'Europa e la Nato -  Formiche.net
Una gran boiata

Chi è Giuliano Ferrara, malattia, figli, moglie, dove vive: perchè è  dimagrito - Il Giornale d'Italia
Giuliano Ferrara

 Putin arriverà a un accordo diplomatico, appena prima dell’Apocalisse.
Non ci credo e non mi adeguo. Si fa un gran parlare della Terza guerra mondiale, l’escalation, il nucleare, eccetera. Mi sembra una boiata, una gran balla, una propalazione per il re di Prussia. Il Cremlino fa sapere che per il Donbas e la ratifica della Crimea è disposto a divorarsi il pianeta a forza di nuke. E noi dovremmo crederci. Ma via, mica siamo ragazzini. La Nato interferisce in via indiretta, fornendo armi a un popolo e a un esercito e a brigate internazionali eroici, che si battono per la libertà e l’indipendenza della patria piccolo russa. Ovvio che sia così. Vi pare che Europa occidentale, Nato e Stati Uniti possano accettare una guerra di invasione contro un paese europeo di oltre quaranta milioni di abitanti che vuole vivere in pace al fianco di altri paesi liberati dall’incubo dell’imperialismo sovietico? A questo ovvio ci arrivano tutti, i cinesi, gli indiani, i pachistani, i turchi, i giapponesi e aggiungerei i russi, quelli come il vicepresidente di Gazprombank che si sono uniti alla resistenza, quelli come Anatoli Chubais che hanno defezionato, e tutti quelli, in particolare nell’armata di Putin e nei suoi servizi di sicurezza, che stanno subendo un’umiliazione tanto cocente da cancellare anche il ricordo di Stalingrado. Un tiranno kitsch che ha l’unica arma vera del gas a disposizione, ed è un’arma a doppio taglio, che ferirebbe lui come e forse più che noi, non è in grado, per quanto seduto su vent’anni di falso consenso, di talk-show e telegiornali ostinatamente mendaci, quasi come quelli di (Urbano Cairo), di scatenare l’Apocalisse. Tutti i discorsi su Hitler e il Lebensraum, lo spazio vitale, vanno a farsi fottere di fronte all’inezia tragica di una regione mineraria sottoposta a massacro. E la conquista del Mar Nero è ridicola di fronte all’occupazione di Parigi, alla campagna contro l’Inghilterra a suon di bombe su Londra, alla spartizione della Polonia con Stalin, alla violazione della neutralità di Olanda e Belgio, all’“asse Roberto” (Roma Berlino Tokyo), che pure fece la fine che ha fatto dopo il fallimento dell’operazione Barbarossa. Ma stiamo scherzando? Con le parole, stiamo scherzando, più che con il fuoco. La capacità di mutuo annientamento è stata e resta la suprema garanzia del fatto che nessuno, tantomeno un Putin paranoico, è in grado di premere quel grilletto. Il bluff è patente, e non c’è nemmeno bisogno di andare a “vedere”. Putin cercherà un modo per non uscire con le ossa rotte dalla schifosa faccenda in cui ha messo se stesso, la Russia e l’Europa, via Ucraina, e se la Germania, dico la Germania, gli manda contro i suoi tank ben strumentati per colpire in terra e in aria, ci farà un pensiero, non un pensiero nucleare, un pensiero convenzionale. L’unico possibile, salvarsi la faccia, salvarsi la vita e salvaguardare parte del suo potere, e trovare un accomodamento vista la mala parata. La deterrenza è una cosa seria, le sanzioni sono una cosa seria, il gas è un problema di interdipendenza energetico-finanziaria, e passo passo questi elementi si fanno strada e fanno luce su tutta la loschissima faccenda il cui costo maggiore, sanguinoso, pesa sulle spalle non inermi degli ucraini bene armati e sostenuti dagli occidentali. Non bisogna farsi distrarre dal chiacchiericcio russofilo, dalle scemenze pseudopacifiste, non bisogna affidarsi alle anime belle, bisogna ragionare in base ai fatti, e l’unica conclusione è che a tempo debito e nel modo giusto un negoziato metterà fine a questa carneficina, a questa inutile strage, solo e soltanto per la forza mostrata nella resistenza all’invasione e al tentativo di scardinare la pace mondiale con una guerra regionale e nazionale che oltre a farci inorridire, fa pena per chi l’ha cominciata e sarà costretto a terminarla molto prima del momento dell’Apocalisse.

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