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Il Foglio Rassegna Stampa
04.02.2022 'Sono fiero di essere un arabo israeliano e Amnesty mente senza pudore'
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 04 febbraio 2022
Pagina: 2
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «'Sono fiero di essere un arabo israeliano e Amnesty mente senza pudore'»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 04/02/2022, a pag. 2, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo "Sono fiero di essere un arabo israeliano e Amnesty mente senza pudore".

Informazione Corretta
Giulio Meotti


"Amnesy" International, la ong dalla memoria selettiva

Roma. "Una vergogna, negano a Israele il diritto ad autodeterminarsi". Ben Dror Yemini, giornalista di punta del maggiore giornale israeliano Yedioth Ahronoth, è furioso per il rapporto di Amnesty International che accusa lo stato ebraico di "apartheid". "Citano duecento volte il blocco di Gaza", dice Yemini al Foglio. "Ok, criticano Israele, legittimo. Ma non citano mai che Hamas rifiuta le offerte internazionali per sospendere il blocco. I Fratelli musulmani sono parte del jihad, non gli interessano le persone. E a Gaza le persone soffrono perché c'è Hamas, non Israele. Questa è l'industria della morte. E Amnesty non la cita mai". Sugli arabi israeliani che soffrirebbero di apartheid, doppia vergogna. "In tutti gli aspetti, dalle università al servizio sanitario dove molti dei nuovi medici sono in gran parte arabi, gli arabi israeliani sono all'avanguardia. Di cosa parlano? Parliamo degli scontri di maggio. Solo il tre per cento degli arabi israeliani ha partecipato. Chi sostiene Amnesty, i violenti o la maggioranza che è contro Hamas? Vivono in una bolla e appartengono tutti al boicottaggio, che non riguarda la pace e i due stati, ma contro l'esistenza di Israele. Sarebbe come dare ai suprematisti bianchi il compito di scrivere un rapporto sugli afroamericani". Un problema ideologico. "Fanno parte del progressismo in cui l'estrema sinistra arriva a dialogare con Moazzam Begg, che è stato un sostenitore dei talebani nel Regno Unito. Amnesty è ormai connessa ai Fratelli musulmani ed è parte della alleanza rossoverde, islamisti ed estremisti di sinistra. E questo è il risultato. Il danno di questi rapporti è importante: molti penseranno `se lo dice Amnesty, Israele è uno stato che pratica l'apartheid'. Nel mondo arabo hai una maggioranza che sostiene la normalizzazione nei rapporti con Israele, mentre nella cultura occidentale c'è più odio per lo stato ebraico. Amnesty sta dalla parte dell'Iran". Yoseph Haddad è uno di questi arabi israeliani furiosi con Amnesty e ieri lo ha scritto in un articolo pubblicato sul Jerusalem Post. "Sono ossessionati da Israele per avere soldi", dice al Foglio Haddad, amministratore delegato della Ong Together-Vouch for Each Other, che mira a creare una migliore comprensione e cooperazione tra arabi israeliani ed ebrei israeliani. "Se il conflitto finisse, cosa farebbero? Sono interessati non alla fine del conflitto, ma a demolire Israele e continuare il conflitto. Ricevono centinaia di migliaia di dollari per continuare a demonizzare lo stato ebraico. Perché non parlano di Cina, Siria o nel resto del mondo? Parlano soltanto di Israele e lo attaccano in nome dei diritti umani. Non è un privilegio quello che abbiamo noi arabi qui, è un diritto di base, ma guarda quello che accade in Siria, in Libano, in Iraq, in Giordania, in Egitto, e io come arabo dico che sono fortunato a essere un cittadino israeliano. Un sondaggio un mese fa ha chiesto agli arabi se volessero lasciare Israele: l'81 per cento ha detto di no, non lo vorrebbero mai lasciare. Chi è Amnesty per decidere come devono definirmi? Sono nato qui e morirò da arabo israeliano. Questi rapporti sono come usare un accendino in una stazione di gas. Nei campus occidentali ho visto l'odio per Israele e questi rapporti non fanno che incitare all'odio". Israele è l'unico paese di tutto il medio oriente in cui un arabo, democraticamente eletto, può alzarsi in Parlamento, dare del fascista al primo ministro, senza poi finire al cappio o al gabbio. Strana apartheid.

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