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Il Foglio Rassegna Stampa
16.04.2021 Gratteri e il complottismo antisemita
Analisi di Enzo Campelli

Testata: Il Foglio
Data: 16 aprile 2021
Pagina: 2
Autore: Enzo Campelli
Titolo: «Gratteri e il complottismo»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 16/04/2021, a pag. II l'analisi di Luciano Capone dal titolo "Gratteri e il complottismo".

Sorgente di vita - S2012/13 - Ebrei allo specchio (indagine demografica  Prof. Campelli) - 14/07/2013 - Video - RaiPlay
Enzo Campelli


Nicola Gratteri

Il seguente articolo è in uscita sul prossimo numero del giornale dell'ebraismo italiano "Pagine Ebraiche" edito dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'autore è professore emerito di Metodologia delle scienze sociali.

"Per quanto 'inatteso', l'evento pandemico che ha sconvolto il mondo nel 2020 rientra in uno scenario sapientemente teorizzato e ampiamente studiato negli anni passati" (p.84). Da questa premessa, dopo qualche pagina di cronistoria non propriamente imparziale, prende avvio "Strage di stato. Le verità nascoste della Covid19", pubblicato pochi giorni fa, con la prefazione - sorprendente, in verità - di Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica (come egli stesso si firma a p. 7). Prima di procedere, il libro pone in esergo un aforisma di Emil Cioran, lo scrittore rumeno dalle simpatie esplicite e dichiarate: "Non c'è alcun uomo politico al mondo che mi ispiri una simpatia e un'ammirazione più grande di Hitler", aveva scritto a suo tempo. E fin qui poco da dire: ciascuno sceglie come preferisce i pensatori a cui ispirarsi. La tesi del libro sembrerebbe essere quella della enorme quantità di errori, incertezze, sottovalutazioni e inadempienze nella gestione mondiale della pandemia. E chi potrebbe responsabilmente negare questo punto? Errori e inadempienze, peraltro, che il testo specifica con cura. L'allarme? Assolutamente sproporzionato, frutto di una campagna mediatica isterica e terrorizzante (p. 210), dagli effetti devastanti (p. 302). Il numero di decessi? Enormemente dilatato dalle diagnosi sommarie e prefabbricate (p. 214), tanto che "la matematica sembra essere un'opinione asservita ai padroni della narrazione" (p. 346). L'informazione? Completamente distorta dalle "narrazioni ufficiali" (p. 149) e dai "telegiornali del 'pensiero unico"' (p.133,149). I tamponi? Inaffidabili (p. 245). Le terapie? Sbagliate e ostacolate da censure preconcette (p. 289) II distanziamento? Inutile e dannoso per l'economia (p. 236) Le mascherine? Prive di qualunque validità scientifica e al contrario dannose perla salute (p. 253). La quarantena? Sequestro di persona e violazione delle libertà costituzionali (p. 246). Gli esperti? Be, qui c'è una importante distinzione da fare. Da un lato i "veri" esperti (cioè, neanche a dirlo, quelli le cui affermazioni non contrastano - almeno in apparenza - con le tesi degli autori) e sul fronte avverso tutti gli altri, cioè quelli che non le supportano, che sono immancabilmente virologi da salotto (p. 113) sedicenti esperti (p. 220), alfieri del pensiero unico (p. 259), "giullari" o meno ingenui (p. 347) e così via. I vaccini, naturalmente meritano un discorso a parte. Innanzitutto c'è da chiedersi "che senso abbia creare in fretta e furia dei vaccini per un virus che ha una mortalità inferiore allo 0,05%" (p.318) [le morti attribuite al Covid nel mondo sono ad oggi 2.847.182; in Brasile si sono registrati 4.195 decessi per Covid, nella sola giornata di oggi; Ndr], se non per il vantaggio delle aziende che accumulano con i vaccini immense fortune (p. 25), tanto più che non vi è alcuna sicurezza sulla loro azione (cap. 18).

Quanto alla possibilità che il vaccino sia imposto per legge, "Norimberga docet", si legge a p. 82: riferimento perla verità alquanto oscuro, ma il cui significato è destinato, come si vedrà, ad essere ribadito più sinistramente nell'ultima pagina del libro. Questa, in rapida sintesi, sembrerebbe la tesi, si diceva. Ma non lo è. La tesi di fondo è che "in realtà" non c'è stato nessun errore o incertezza, perché era tutto previsto e voluto. "Nel dispiegarsi della strategia globale del terrore, nulla è stato lasciato al caso" (p. 350). "La narrazione ufficiale che abbiamo subito in questi mesi [...] è stata costruita da menti sottili che inseguono uno scopo preciso" (p. 150). Nulla vi è stato di fortuito nell'accaduto: "Nemmeno la disinformazione lo è stata: la confusione e l'incertezza hanno uno scopo preciso" (p. 151). Ogni cosa si è svolta secondo le necessità "di chi sta orchestrando questa danse macabre" (p. 217). Ciò che è indiscutibile, affermano graniticamente gli autori, è che "il protocollo che soggiace a questa gestione pandemica è stato creato in Cina" e "l'Italia è stata il teatro ideale per la sua prima rappresentazione... piegata l'Italia, piegato il mondo" (p. 358). Lo scopo di tutto, naturalmente, è la costruzione - strisciante, assoluta, totalitaria - del Nuovo Ordine del Mondo, da parte di un pugno di nemici nascosti e irriducibili. In realtà, come ricorda il testo con le parole di monsignor Carlo Viganò - già nunzio apostolico negli Stati Uniti d'America (e acerrimo nemico di papa Bergoglio) "ci troviamo nel mezzo di una biblica battaglia tra i Figli della luce e i Figli delle tenebre, una battaglia epocale". Dunque, un complotto a livello planetario. La teoria del complotto, della macchinazione occulta ordita da un altro - nemico, malvagio e nascosto - è uno dei luoghi più caratteristici della storia umana. Un gioco facile, che ha il pregio - per così dire - di rimettere e cose a posto: il male ha radici e cause precise che possono essere sempre individuate e scoperte, i "veri responsabili" isolati e denunciati. Una sorta di escatologia semplificata e sinistra, che alimenta la possibilità stravolta di dare immancabilmente "senso" a ciò che accade, sottraendo i fatti al caso, alla processualità storica ed economica, e a ogni tipo di "necessità" che non sia la volontà perversa di un nemico potente e occulto. Una forma di pensiero primordiale e magico, per cui ogni evento muove da una intenzione specifica di un qualcuno potente, e che divide la complessità di ciò che accade in copioni semplificati all'estremo, fatti soltanto, per l'appunto, di "Figli della luce e i Figli delle tenebre". Una forma di pensiero autistico, non falsificabile dalle obiezioni e dalle critiche, perché ogni argomento in contrario viene immediatamente risucchiato al suo interno: chi nega il complotto lo fa perché è lui stesso parte del complotto, o quanto meno suo servo sciocco. L'atteggiamento complottista, d'altra parte, non è semplicemente la tendenza particolare di certe interpretazioni rispetto ad altre. La sua credibilità dipende in misura fondamentale dal sostrato di pregiudizi e stereotipi di cui si alimenta: è su questa base che le sue generalizzazioni stravolte e paranoidi diventano plausibili. Complottismo e fake news non sono che il riflesso di questo strato oscuro e profondo di odi e timori che attraversano la vita sociale e culturale. Lo scriveva in epoca non sospetta lo storico March Bloch (nelle sue "Riflessioni su la Guerra e le false notizie", 1921): una falsa notizia, si legge, è "lo specchio in cui la 'coscienza collettiva' contempla i propri lineamenti". Essa si propaga alla condizione di trovare nella società in cui si diffonde un terreno di coltura favorevole, ed è precisamente da questo - dall'essere rappresentazione visibile del pregiudizio - deriva il pericolo che essi rappresentano.

Naturalmente, la storia umana trabocca di complotti realissimi e tutt'altro che inventati: opporsi all'atteggiamento complottista non significa negare questa evidenza. Significa piuttosto contrastare un particolare tipo di filosofia della storia che, come scriveva Karl Popper (in "La società aperta e i suoi nemici", nel 1945), consiste nella convinzione che la spiegazione di un fenomeno sociale consista unicamente "nella scoperta degli uomini o dei gruppi che sono interessati al verificarsi di tale fenomeno e che hanno progettato e congiurato per promuoverlo". E' precisamente questo una dei tratti fondanti del complottismo: il tono da crociata contro la menzogna imperante e l'inganno globale. "La menzogna - si legge in un altro notevole esempio del genere (il "Manifesto del terrapiattismo", pp. 10-12, 20) - è da sempre l'arma preferita dalle forze oscure che, in passato, l'uomo riteneva appartenere a spiriti o divinità... i signori della Terra hanno molti agenti, tutti o quasi inconsapevoli di servire il loro piano. La verità è schernita, i ricercatori derisi, umiliati, allontanati dalle cattedre universitarie". Il culto mistificato della religione scientifica - continua il testo - ha la sua chiesa e i suoi preti, e gli accademici sono i principali "agenti della menzogna". La "Strage di stato" non è cosi grossolano e mescola abilmente molti tipo di fonti. Ma lo spirito non è diverso. Se dunque di complotto si tratta, si arriva inevitabilmente alla questione fatale del cui prodest?, dell'a chi giova?, vero cavallo di battaglia di ogni complottismo. Come invariabilmente accade in tutti gli scritti complottisti - dall'Abate Barruel e dalle sue immaginazioni circa la rivoluzione francese come complotto in poi - l'identificazione del nemico oscuro è problematica. Si sa che c'è, che è potente e malvagio, che impersonifica il Male, che è unito nonostante le apparenze e granitico nella sua determinazione a nuocere. Ma chi sia esattamente non è dato sapere con chiarezza. Leggiamo bensì, che "tutto quello a cui abbiamo assistito non aveva come scopo la 'guerra' a un virus la cui letalità si discosta da poco da quella di una banale influenza, quanto l'assoggettamento delle nazioni del mondo a una volontà unica. Capiamo come la narrazione ufficiale E...] non è finalizzata a informare la popolazione quanto a terrorizzarla e a renderla docile A tastarne i limiti di sopportazione e assoggettamento" (p. 352). Certamente si tratta di un potere anticristiano, poiché si è assistito in tutta la vicenda a un "ossequioso e vergognoso inchino del Sacro al Secolare" (p. 350), nella colpevole e silenziosa inerzia, o forse nella complicità di papa Bergoglio e del Vaticano, "dimentichi della grandezza dei martiri della Chiesa" (p. 350) - la quale ha subito passivamente le proibizioni dei decreti governativi, così che "la Santa messa che celebra la nascita del Cristo è stata svilita" (p. 351). Ma infine - e ci si potrebbe meravigliare? - fra coloro che la pandemia "l'hanno gestita e continuano a dirigere con estrema segretezza all'interno dei loro ambienti e delle multinazionali" fanno capolino, a coronare il quadro, agenzie e ben noti cognomi ebraici. Quanto agli autori, nel rivendicare il proprio ruolo di demistificatori ammoniscono a ricordare l'esito del "processo di Norimberga, consapevoli che coloro che si sono difesi sostenendo di `aver solo adempiuto a un ordine' sono stati condannati" (p. 363). E ora l'introduzione di Nicola Gratteri.

Che un magistrato della Repubblica - in carica, e che infatti si firma come tale, dunque non come cittadino con proprie opinioni - abbia avallato tutto questo con la sua prefazione è sconcertante. Il 10 aprile, in una intervista a Repubblica, Gratteri propone una imbarazzata autodifesa, modulata sul ben noto argomento del "a mia insaputa", all'ombra del quale, a quanto pare, accadono le cose più incresciose: non aveva letto il libro, ma solo un abstract "non del tutto corrispondente", si è fidato "del collega magistrato" co-autore del testo, e così ha buttato giù la sua inconsapevole paginetta senza pensarci tanto, tanto più "che è assolutamente neutra". Inutile obiettare che un tema di tanta critica delicatezza avrebbe dovuto suggerire comunque un minimo di cautela. Chi comunque la sua paginetta la legge la scopre non così neutra, dal momento che Gratteri scrive (p. 7) che il libro ricostruisce "le correlazioni talvolta insospettabili tra fatti e antefatti" e "un mosaico in cui ogni tassello trova la propria collocazione", tanto che "si viene così a delineare un possibile disegno in grado di riallineare ciò che solo apparentemente si profila come un'inspiegabile serie di errori ripetuti": il complotto, appunto. E chi legge l'intervista vede anche che - secondo Gratteri - "nel libro non c'è traccia" di «"categorie culturali utilizzate da negazionisti e no vax": che non lo abbia letto neanche dopo?

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