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Il Foglio Rassegna Stampa
13.01.2021 Sheldon Adelson (1933-2021)
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 13 gennaio 2021
Pagina: 2
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Sheldon Adelson, il figlio del tassista che farà la differenza in America e Israele»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 13/01/2021, a pag.2, con il titolo "Sheldon Adelson, il figlio del tassista che farà la differenza in America e Israele", l'analisi di Giulio Meotti.

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Giulio Meotti

Casino magnate Sheldon Adelson dies at age 87 - Eater Vegas
Sheldon Adelson

Roma. "Francamente, i Democratici non hanno il monopolio dell'avere un cuore", ripeteva Sheldon Adelson. La sua provenienza dal proletariato ebraico lo porterà, una volta straricco, a diventare un grande filantropo. Era nato il 4 agosto 1933, nel difficile quartiere di Dorchester, a Boston, che definiva un "ghetto ebraico". Il padre, di origine lituana, lavorava come tassista e si era fermato alle elementari; la madre gallese faceva la magliaia. "L'intera famiglia - i miei genitori, due fratelli e mia sorella - viveva in una camera da letto", ricorderà Adelson, scomparso ieri a 87 anni. A dodici anni prende in prestito i soldi da uno zio per acquistare un chiostro di giornali. Ma i soldi veri inizierà a farli con i distributori automatici. Nel 1979, lui e quattro soci avviano una fiera di computer a Las Vegas, la "Comdex". Questo anni prima che i computer proliferassero nelle famiglie e negli anni 80 e 90 quella di Adelson sarà la principale fiera di computer del paese (dalla vendita avrebbe ricavato 500 milioni di dollari). Ma il più grande successo di Adelson arriverà quando concentrò i suoi sforzi su Las Vegas, dove sarebbe diventato uno dei magnati del gioco d'azzardo più importanti al mondo con proprietà fino a Macao. E quando sei tra i venti uomini più ricchi al mondo (trentasei miliardi di ricchezza personale) inizi a pensare a dove buttarne un po'. La politica diventa la grande passione di Adelson. In Israele è diventato famoso per aver creato il quotidiano Israel Hayom nel 2007, dalla linea editoriale inequivocabilmente favorevole a Benjamin Netanyahu. Nella politica americana Adelson è stato uno dei più importanti megadonors del Partito Repubblicano negli ultimi cicli elettorali. Prima le campagne di George W. Bush, poi i cento milioni di dollari a Mitt Romney contro Barack Obama e infine, nel 2016, sebbene inizialmente non avesse sostenuto Donald Trump, Adelson finisce per versare decine di milioni di dollari nella sua campagna presidenziale. Si dice che Adelson sia passato all'incasso" svolgendo un ruolo importante nello spingere Trump a spostare l'ambasciata degli Stati Uniti da Tel Aviv a Gerusalemme, a ritirare gli Stati Uniti dall'accordo nucleare con l'Iran (contro cui Netanyahu si era a lungo battuto) e a riconoscere la sovranità israeliana sul Golan. Ma non solo politica. Adelson ha investito decine di milioni di dollari nel "Birthright", il programma che porta i giovani ebrei americani in viaggi organizzati in Israele, nell'Università di Ariel in Cisgiordania, la Samaria ebraica, e nella ricerca medica, gestita da sua moglie, la dottoressa Mirian Adelson, che si dice sia stata la forza trainante dietro molte delle sue posizioni su Israele. "Siamo come muratori", diceva lui. "Mescoliamo il cemento che collega una generazione di ebrei a un'altra". Volava in Israele otto volto all'anno con il suo jet e aveva pensato di andarci a vivere (aveva comprato un attico a Tel Aviv). Quando Forbes gli chiese se fosse giusto che i ricchi potessero finanziare le campagne dei politici, Adelson rispose: "Sono contrario al fatto che i ricchi influenzino le elezioni, ma finché sarà possibile, lo farti. Perché so che persone come George Soros lo fanno da anni, se non da decenni. Ho la mia filosofia e non me ne vergogno". Quando mise piede in Israele per la prima volta nel 1988 scelse di indossare le scarpe del padre, che quel viaggio non aveva mai potuto farlo.

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