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Il Foglio Rassegna Stampa
21.12.2020 Onu, i Paesi europei continuano a votare contro Israele: anche l'Italia, perchè nessuno protesta?
Analisi tratta da Yedioth Aharonoth

Testata: Il Foglio
Data: 21 dicembre 2020
Pagina: 8
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «L'Europa smetta di votare contro Israele»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 21/12/2020 a pag.VI, con il titolo "L'Europa smetta di votare contro Israele", l'analisi tratta dal Yedioth Aharonoth.
Anche l'Italia, nelle sedi internazionali, vota sempre contro Israele: lo chiediamo a tutti i nostri politici che non perdono occasione di dichiararsi -privatamente - "amici di Israele". Nemmeno uno straccio di protesta, una misera interrogazione alla Camera e al Senato, niente di niente! Abbiamo sulla punta della lingua i nomi di molti, confidano nel nostro silenzio, ma la pazienza ha un limite.

Informazione Corretta

Lo stesso giorno in cui Israele riceveva la lieta notizia della normalizzazione dei rapporti con il Marocco, tutto era business as usual per il resto della comunità internazionale, con l'Assemblea generale delle Nazioni Unite che adottava sette risoluzioni contro lo stato ebraico (un trattamento che non viene riservato a nessun altro stato membro ndr)", scrive Ben Dror Yemini. "E' vero, ci sono molti altri paesi nel mondo. Ed è vero che in un elenco di paesi che violano i diritti umani, Israele non figurerebbe di certo tra i primi 10 e nemmeno tra i primi 20 o più. Milioni di persone nel mondo sono state chiuse in `campi di rieducazione', vasti territori sono stati occupati, migliaia di civili sono stati uccisi, centinaia di giornalisti sono imprigionati e molto altro ancora. Ma niente di tutto ciò sembra interessare la comunità internazionale. Solo Israele.

Informazione Corretta

Di tutti i paesi occidentali solo il Canada e gli Stati Uniti, oltre naturalmente Israele, hanno votato contro questa risoluzione. La Germania, purtroppo, ha votato a favore. Il che è interessante, visto che tra le decine di milioni di profughi creati in quegli anni, almeno 12 milioni erano persone di lingua tedesca espulse dopo la Seconda guerra mondiale dalla Repubblica Ceca, dalla Polonia e da altri paesi. Pagavano il prezzo dell'aggressione tedesca. C'è qualche differenza tra i profughi dalla Palestina e i profughi dalla Polonia o dalla Repubblica Ceca? No, non c'è. Ma quando si parla del conflitto arabo-israeliano la Germania, come tutti gli altri paesi europei, sostiene automaticamente la pretesa palestinese del 'diritto al ritorno' nelle antiche case. E stando agli stessi che insistono con questa richiesta, si tratta in realtà di un'istanza per l'eliminazione dello stato ebraico. Che non è verosimilmente l'intenzione della Germania, della Danimarca o della Francia. Ma quando questi paesi votano più e più volte in modo così vergognoso e ipocrita, non aiutano di certo i palestinesi a uscire dal vicolo cieco in cui si sono cacciati. Al contrario. Non c'è alcuna possibilità al mondo che i palestinesi abbandonino la pretesa di eliminare lo stato ebraico quando viene appoggiata dagli amici d'Israele in Europa. C'è da chiedersi come mai Israele non abbia posto una semplice domanda alla Germania: perché sostenete il `diritto al ritorno' quando si tratta dei palestinesi, ma vi guardate bene dal farlo quando si tratta dell'Europa? E quando continuate a parlare della nakba palestinese, perché diavolo dimenticate o vi rifiutate di riconoscere la nakba ebraica? I profughi ebrei non avevano dichiarato guerra ai paesi arabi in cui vivevano. Eppure vennero espulsi o costretti a fuggire, e alla maggior parte di loro fu sequestrato e confiscato ogni bene e ogni proprietà. La definizione operativa di antisemitismo dell'Ihra, adottata da molti paesi inclusa la Germania, lo indica tra l'altro come `applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele, richiedendo un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro stato democratico'. Quindi sì, quando vota in questo modo all'Onu, la Germania (e l'Europa ndr) si comporta in modo antisemita e non c'è motivo per non dirlo".

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

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