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Il Foglio Rassegna Stampa
05.09.2020 Danimarca,vince la paura: 'No alle vignette su Maometto'
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 05 settembre 2020
Pagina: 2
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «'Sì, siamo vigliacchi'. Il Jyllands non ripubblica le vignette su Maometto»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 05/09/2020 a pag.2, con il titolo " 'Sì, siamo vigliacchi'. Il Jyllands non ripubblica le vignette su Maometto”, il commento di Giulio Meotti.

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Giulio Meotti
Jyllands-Posten
Roma. "Il benessere dei dipendenti e dell'azienda è al di sopra del prezioso principio della libertà di espressione. Nessuna vignetta vale una vita umana e molti ricorderanno che diverse centinaia di persone hanno perso la vita sulla scia delle vignette su Maometto". E' programmatico, onesto e angosciante l'editoriale con cui il quotidiano danese Jyllands-Posten annuncia di non voler ripubblicare le caricature del Profeta dell'islam nei giorni in cui Charlie Hebdo le ripropone in prima pagina e si apre il processo sulla strage dei vignettisti francesi. "Osiamo essere onesti: è troppo pericoloso" continua il Jyllands-Posten, che nel 2006 fu il primo a pubblicare le vignette. "La decisione si basa sulla paura di ciò che potrebbe accadere. E' un sentimento legittimo. Conviviamo da quindici anni con i servizi segreti. Sappiamo cosa significa l'assedio. I nostri colleghi di Charlie Hebdo hanno pagato il prezzo più alto perla difesa della libertà di espressione. Per questo rendiamo loro onore". Sul Point, è il giornalista del Jyllands che ordinò le vignette, Flemming Rose, per questo ancora scortato da guardie del corpo, a scrivere: "Ammiro molto il coraggio di Charlie.


La copertina di Charlie Hebdo

 Eroi che non hanno ceduto alle minacce o alla violenza. Sfortunatamente, nessuna pubblicazione in Francia o in Europa si comporta come Charlie. Ecco perché credo che in Europa esista una legge - non scritta - contro la blasfemia. Non sto criticando i giornalisti e gli editori che fanno questa scelta. Non possiamo incolpare le persone che, a differenza di Charlie, non mettono in pericolo la propria vita. Ma non lasciamoci ingannare: questa mancanza di coraggio nel seguire le orme di Charlie ha un prezzo, stiamo perdendo la libertà di parola e una forma insidiosa di autocensura sta guadagnando terreno". Per ricordare un decennio di crisi a seguito delle vignette, il Jyllands cinque anni fa aveva ripubblicato la stessa pagina, ma con al posto delle dodici vignette riquadri bianchi. Il caporedattore, Jorn Mikkelsen, spiegò: "Siamo consapevoli che in questo modo chiniamo il capo all'intimidazione. La violenza funziona". Dopo l'attacco a Charlie nel 2015 ci fu quello a un caffè di Copenaghen dove si parlava di vignette. Nei giorni scorsi, il nuovo direttore del Jyllands, Jacob Nybroe, ha ribadito: "Non le pubblicheremo più. Ho confermato questa linea editoriale quando sono arrivato e ho ricevuto molti applausi. Potrò sembrare un vigliacco, ma non possiamo farlo". Kurt Westergaard, il vignettista danese autore della più famosa caricatura che venne bruciata in tutte le piazze del mondo arabo (Maometto con la bomba), è stato messo in "congedo illimitato" dal suo giornale per ragioni di sicurezza, dopo che un terrorista somalo era riuscito a penetrare in casa sua. Stessa sorte per Rose: "Un giorno, il mio capo mi chiama e dice: `Ti proibisco di parlarne'. Ho finito per dimettermi pochi mesi dopo". Oggi la sede del quotidiano ha sbarre e lastroni metallici, filo spinato e videocamere. Si trova di fronte al porto merci di Aarhus, la seconda città danese. E' sorvegliata giorno e notte. Finestre antiproiettile. Ogni porta automatica, ogni ascensore, richiede un badge e un codice. Si entra come in banca. Si apre una porta e quando si richiude si apre quella di fronte. I redattori entrano una alla volta. "Per dirla semplicemente, la libertà di paro- la è in cattive condizioni in tutto il mondo" ha detto Rose questa settimana. "In Danimarca, in Francia e in tutto l'occidente. La gente preferisce la sicurezza alla libertà". Come le tre scimmiette: non vedo, non parlo e non sento.

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