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Il Foglio Rassegna Stampa
20.04.2020 La lezione dell'Haggadà di Pesach
Editoriale tratto dal Jerusalem Post

Testata: Il Foglio
Data: 20 aprile 2020
Pagina: 2
Autore: IC redazione
Titolo: «La pestilenza e la Pasqua ebraica»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/04/2020 a pag.II, con il titolo "La pestilenza e la Pasqua ebraica", l'analisi tratta dal Jerusalem Post.

Pesach 5775 - Sarajevo, la luce dell'Haggadah - Moked
Una Haggadà di Pesach

"La Pasqua ebraica è una festa del tutto particolare, con il suo messaggio di liberazione dalla schiavitù e il precetto di recitare l'Haggadà per rivivere nel nostro tempo l'esperienza dell'Esodo" scrive il Jerusalem Post. "Il comandamento di trasmettere la storia di generazione in generazione attesta l'importanza attribuita non solo alla rilettura dello storico riscatto, ma anche al riconoscimento delle avversità che dovettero affrontare coloro che ne furono testimoni. I temi della Pasqua ebraica parlano anche della nostra epoca. La schiavitù e la sofferenza in Egitto era andata peggiorando nel corso del tempo fino a toccare l'apice appena prima dell'Esodo. Il nostro giogo odierno non è causato da un faraone ma da un nemico invisibile, un virus che ci obbliga a vivere in clausura da settimane. Per molti, questa Pasqua sarà diversa da tutte quelle che può ricordare. Per molte persone questo è un momento di solitudine e sofferenza. Oltre un milione di israeliani, e tanti di più nel resto del mondo, hanno perso il lavoro. E la situazione non sembra destinata a migliorare tanto presto. Ci sono persone che dipendono dal cibo che viene consegnato a domicilio. Alcune sono addirittura a rischio di abusi e violenze domestiche. E' un momento di grande incertezza, non sappiamo se e quando finiranno il blocco e la paura del virus. Un'inquietante insicurezza come quella che devono aver affrontato coloro che uscivano dall'Egitto: l'insicurezza di essere sopravvissuti alle pestilenze solo per ritrovarsi in un'interminabile marcia di quarant'anni attraverso un deserto sterminato. I portenti della Pasqua ebraica offrono una ricetta per sopravvivere all'attuale pandemia. Ci insegnano pazienza e resilienza. Ci insegnano ad aver fiducia che la situazione migliorerà. Ci aiutano anche a ricordare le generazioni che prima di noi hanno sofferto in altri tempi bui. La Pasqua ebraica venne celebrata dagli ebrei che prestavano servizio negli eserciti che combattevano contro i nazisti, lontani da casa, senza sapere se avrebbero vinto contro la macchina da guerra di Hitler. Venne celebrata dagli ebrei nei ghetti di tutta Europa, ignari che presto sarebbero stati mandati nei campi di sterminio nazisti. Soldati ebrei che si paracadutarono nell'Europa occupata dai nazisti portarono con sé una copia dell'Haggadà pasquale. Una famiglia sopravvisse alla guerra vicino a Borislav, in Polonia, nascondendosi presso una famiglia polacca. Durante gli anni in clandestinità scrissero e disegnarono una Haggadà recitando il testo a memoria. Successivamente uno dei membri della famiglia si stabilì in Israele, dove combatté nella guerra di indipendenza. Tale era la sua dedizione alla Pasqua ebraica che ridisegnò la Haggadà, in seguito donata a Yad Vashem. Nel corso delle generazioni ognuno si trova a sopravvivere al proprio esodo personale durante la Pasqua. Perché questa notte è diversa da tutte le altre notti?, chiediamo tradizionalmente quella sera. Questa Pasqua porremo di nuovo la domanda. Come la lunga notte di sofferenza in Egitto, supereremo anche questa lunga notte metaforica di chiusure e di pandemia. Non sappiamo come, ma sappiamo che ci siamo già passati e siamo andati avanti".

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lettere@ilfoglio.it

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