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Il Foglio Rassegna Stampa
21.01.2020 Il Foglio contro Salvini usa la stessa tecnica già sperimentata contro Trump
La risposta a un lettore di Claudio Cerasa

Testata: Il Foglio
Data: 21 gennaio 2020
Pagina: 4
Autore: Claudio Cerasa
Titolo: «Ebrei e Salvini»
Riprendiamo oggi, 21/01/2020, da IL FOGLIO, a pag. 4, con il titolo "Ebrei e Salvini", la risposta a un lettore di Claudio Cerasa.

La risposta del direttore, condivisibile nella ovvia premessa sulla definizione di antisemitismo (manca però il riferimento alla definizione IHRA, di recente approvata anche dall’Italia) viene però trasformata in una condanna ad personam (Salvini) secondo lo stile a cui ci ha abituato il Foglio da quando Trump è diventato presidente Usa: una aggressione verbale indegna di un giornale serio, insulti volgari trasformati in soprannome al posto del cognome, esattamente la stessa tecnica usata contro Salvini, il “Truce”. Invece di attenersi ai fatti, raccontare il convegno del Senato – alla presenza tra l’altro dell’Ambasciatore d’Israele - in cui per la prima volta un partito politico italiano si esprime nei confronti di Israele reclamandone i diritti seguendo la identica linea di Trump - accusa Salvini di usare Israele “per nascondere come un mascara le proprie impurità”. Non solo, è pure un “impostore nella lotta contro l’antisemitismo” perché non terrebbe conto delle radici da cui si genera l’odio contro gli ebrei”, confondendo le finalità del convegno con un corso di storia dell’antisemitismo. Poteva mancare il richiamo all’estrema destra neofascista/nazista italiana? Non trovando un nemico in carne e ossa degno di citazione,  l’unico esempio è stato un richiamo a un partito tedesco, la AfD, che con la politica della Lega non ha alcuna somiglianza, anche l’accusa di  xenofobia – come quella di ‘Fascista!’ -  una moneta che non va mai fuori corso, sono sempre a portata di mano.

Perché il Foglio non pubblica in chiare lettere il programma  delle relazioni con Israele che Salvini realizzerà nel caso in cui divenisse capo del governo? L’aveva fatto anche Donald Trump e poi ha mantenuto la parola. D’accordo, secondo lo stile Ferrara sono due “truci”, ma attenzione, Trump ce l’ha fatta, perché non in Italia? Ciò detto, continueremo a leggere il Foglio, malgrado il ‘trucismo’ del fondatore.

Ecco lettera e risposta:

Immagine correlata
Claudio Cerasa


Dore Gold con Matteo Salvini

Al direttore - Il Suo giornale è stato, da sempre, inflessibile sul punto: è la difesa di Israele che definisce l'antisemitismo contemporaneo. La Shoah non è memoria in un mondo in cui l'esistenza di Israele è ancora, quotidianamente, un bene in discussione. I primi a saperlo sono, ovviamente, gli ebrei italiani. Che, giustamente, invitano Salvini a essere conseguente verso l'antisemitismo locale. Ma leggere la frase: "Difendere Israele non basta" la trovo infelice sul suo giornale. C'è qualcosa di più essenziale che difendere Israele? E', francamente, una incomprensibile caduta di coerenza e rigore. CasaPound non può "valere la messa" di una forza politica italiana che, specie in questo momento del mondo e del medio oriente, si schiera apertamente a favore, senza se e senza ma, dello stato di Israele. Senza ipocrisie e distinzioni pruriginose tra ebraismo e stato ebraico. Purtroppo, nel resto della geografia politica italiana, tale nettezza non c'è. Intanto il gesto di Salvini va applaudito. Poi, certamente, viene tutto il resto.

Umberto Minopoli

Caro Umberto, essere contro l'antisemitismo, come sai bene, significa essere contro chiunque alimenti una paura o un odio irrazionale verso gli ebrei. Per difendere il diritto di un ebreo di essere ebreo e per difendere la sua libertà è necessario essere dalla parte di Israele ma non è sufficiente specie poi se si usa la difesa di Israele come un mascara per nascondere le proprie impurità. Salvini, detto con il massimo rispetto per il senatore e per coloro che pur non essendo leghisti non perdono occasione per mostrare una certa simpatia nei confronti delle trucità salviniane, è, per quanto ci riguarda, un impostore della lotta contro l'antisemitismo come tutti coloro che nel denunciare l'antisemitismo si scordano che oggi l'odio contro gli ebrei ha tre radici: una ha a che fare con l'islamismo fanatista, una ha a che fare con l'estrema destra razzista, una ha a che fare con l'estrema sinistra terzomondista, anticapitalista e antisionista. Chiunque si dimentichi di uno solo di questi elementi nel denunciare gli orrori dell'antisemitismo sta utilizzando la difesa del popolo ebraico come uno strumento della propria propaganda politica. E proprio mentre siamo qui a scrivere queste righe ecco qui scorrere sulla timeline alcune parole del senatore Salvini: "L'antisemitismo? A mio avviso questo ha a che vedere con il rafforzamento negli ultimi anni dell'estremismo e del fanatismo islamico". Il giorno in cui Matteo Salvini e i suoi amici dell'AfD condanneranno il razzismo dell'estrema destra - che come tutti i razzismi è un ventilatore che mette in circolo veleni indirizzati verso tutti coloro che sono diversi da chi il ventilatore lo ha acceso e la paura degli altri non è una paura che si può alimentare in modo selettivo ma è una paura che quando l'accendi riguarda tutti coloro che sono "xenos" - considerandolo un pericolo non inferiore all'estremismo islamista diremo senza problemi ben detto, ben fatto. Ma ho come l'impressione che quel giorno tanto presto non arriverà. Un abbraccio.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

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