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Il Foglio Rassegna Stampa
03.01.2020 Eastmed al via: ecco l'accordo tra Israele, Cipro, Grecia per portare il gas israeliano in Europa. Inutili proteste del dittatore Erdogan
Commento di Daniele Raineri

Testata: Il Foglio
Data: 03 gennaio 2020
Pagina: 1
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «Parte l'Eastmed»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 03/01/2020, a pag.1, con il titolo "Parte l'Eastmed", l'analisi di Daniele Raineri.

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Daniele Raineri

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I principali giacimenti di gas naturale sotto le acque territoriali israeliane

Roma. Ieri Israele, Cipro e Grecia hanno firmato ad Atene un accordo trilaterale per la costruzione di Eastmed, un gasdotto di circa 1.900 chilometri che nel giro di tre anni - in teoria - dovrebbe collegare i giacimenti ricchissimi di gas nel mare di Israele e di Cipro con l'Europa. Se e quando sarà completato, Eastmed porterà al continente europeo circa un dieci per cento del suo fabbisogno di gas e quindi ridurrà la dipendenza energetica dalla Russia (un tema strategico molto sentito) e darà a Israele l'accesso a un mercato molto stabile e grande. Questo spiega perché a firmare c'era il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: è una potenziale svolta strategica per Gerusalemme.

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La sezione finale del collegamento tra Grecia e Italia non fa parte del gasdotto Eastmed, è un altro progetto che si chiama Poseidon e su di esso non c'è ancora un accordo definitivo. La firma dell'accordo avvenuta ieri non garantisce che il gasdotto sarà davvero ultimato. Il progetto mette assieme Israele, Egitto, Grecia, Cipro e Italia-grazie al vantaggio condiviso - ma la Turchia è molto contraria alla costruzione di Eastmed perché si sente esclusa dallo sfruttamento delle risorse nel Mediterraneo. Il presidente turco Recep Tayyep Erdogan ha definito il gasdotto "un gioco per imprigionarci dentro i nostri confini di terra". II governo turco sostiene che i confini marittimi - quelli che attraversano i giacimenti - non sono stati ancora definiti bene e avverte che qualsiasi manovra per danneggiare gli interessi della Turchia nella regione "è destinata al fallimento": il riferimento al gasdotto è molto chiaro. A metà dicembre come manovra d'intralcio Erdogan e il governo di Tripoli hanno firmato un accordo che ridefinisce l'estensione in mare delle zone di interesse economico di Libia e Turchia. In pratica le due zone vengono a confinare come se non ci fosse la Grecia di mezzo ed è un tentativo di bloccare il progetto Eastmed con un pretesto diplomatico - da reggere poi eventualmente con l'uso della forza. Ieri il Parlamento turco ha dato il via libera all'invio di truppe per salvare Tripoli nella guerra civile contro Haftar. In breve: Erdogan ha costruito un blocco militare che per ora ha il solo scopo di fermare l'offensiva del generale Haftar e poi dopo potrebbe occuparsi della contesa nel Mediterraneo orientale. L'Italia in questa situazione si trova in mezzo. Appoggia la costruzione di Eastmed, ma appoggia anche il governo di Tripoli in Libia perché ha interessi da salvaguardare - tra questi ci sono gli accordi sull'immigrazione - e allo stesso tempo negozia con il generale Haftar perché non si sa mai. Oltre a questa indecisione all'esterno, il governo italiano è indeciso anche al suo interno quando deve parlare del gasdotto Eastmed. Il ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli del M5S, ha mandato una lettera di assenso caloroso per celebrare l'accordo. Ma il premier Conte nella primavera 2019 era freddino sulla realizzazione del progetto Poseidon (che è essenziale per il gasdotto Eastmed, altrimenti il gas si ferma alla Grecia) che arriverebbe a Otranto. Dice che Eastmed si potrebbe innestare sul gasdotto Tap, che ormai i grillini hanno approvato in via definitiva dopo avere promesso il contrario in campagna elettorale nel 2018 ("Quando saremo al potere bloccheremo la Tap in due settimane", diceva Alessandro Di Battista). Di recente Conte potrebbe avere cambiato idea ed essere d'accordo con la realizzazione di Poseidon. Del resto anche questo secondo progetto è molto appoggiato dagli Stati Uniti, come la Tap, e Conte è un atlantista d'istinto. Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha in programma un tour diplomatico della regione fra pochi giorni.

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