|
| ||
|
||
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/09/2019, a pag.1, con il titolo "Goodbye Amerikani" l'analisi di Daniele Raineri.
Tiè! L'elogio odierno della politica di Donald Trump da parte di Daniele Raineri avrà colto di sorpresa Giuliano Ferrara, da anni ossessionato dal Presidente americano? Ferrara starà forse per dimettersi dopo l'articolo di Raineri in prima pagina sul Foglio? Oppure sceglierà di scusarsi dopo aver diffuso veleno e insulti contro Trump sin dai tempi della campagna elettorale? Non è difficile immaginare che ignorerà entrambe le possibilità
Ecco l'articolo:
Daniele Raineri Sono decenni che sentiamo e leggiamo ovunque una spiegazione del mondo che suona più o meno così: l’Amerika guerrafondaia aggredisce e invade altre nazioni un po’ per la sua naturale arroganza yankee, un po’ perché obbedisce al complesso militare-industriale, un po’ per la sete di greggio, un po’ perché fa la guerra su commissione per altri – vuoi Israele vuoi l’Arabia Saudita. E’ la spiegazione imperialista del mondo, che negli anni recenti era stata accolta anche dal movimento grillino – forse soltanto perché andava ancora forte nei commenti sui social media e quindi è diventata la dottrina in politica estera del movimento. Viva Maduro in Venezuela, cercare il dialogo con l’Isis, ritirare subito i soldati dall’Afghanistan e tutto il resto del repertorio (per ora. Magari poi cambiano, chi può dirlo). Con l’arrivo dell’Amministrazione Trump questo schema semi-eterno dell’imperialismo americano è stato stravolto e non funziona più. Si possono discutere meriti e demeriti dell’Amministrazione attuale, ma questa è la situazione. Trump, che incarna l’arroganza americana come mai nessuno prima, è anche un isolazionista che vorrebbe risolvere tutti i conflitti con un paio di colpi diplomatici superspettacolari a favore di telecamere. Incontrare Kim Jong Un sul Trentottesimo parallelo? Fatto. Accogliere i talebani a Camp David? Non è successo, ma soltanto per un soffio. Stringere la mano al presidente iraniano Hassan Rohani a New York? E’ il suo sogno nel cassetto. Trump dice che i paesi africani sono dei buchi di merda, vieta l’ingresso negli Stati Uniti a chi ha il passaporto di alcuni paesi musulmani, ha una politica sull’immigrazione durissima che ha causato morti, continua a scrivere tweet infantili e vendicativi, insomma fa una serie di cose che lo fanno sembrare la caricatura del leader cattivo.
Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@ilfoglio.it |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |