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Il Foglio Rassegna Stampa
19.02.2019 L'attacco contro Alain Finkielkraut e l'antisemitismo in Francia. Ma Giuliano Ferrara contesta il filosofo ebreo francese
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 19 febbraio 2019
Pagina: 2
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «'Chi attacca Finkielkraut vuole una Francia senza ebrei'. Parla Robert Redeker»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/02/2019, a pag.2 con il titolo " 'Chi attacca Finkielkraut vuole una Francia senza ebrei'. Parla Robert Redeker" il commento di Giulio Meotti.

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Giuliano Ferrara

A pag. 1 del FOGLIO Giuliano Ferrara rimprovera a Alain Finkielkraut, aggredito dai gilet gialli, di aver espresso all'inizio della parabola del movimento in Francia, alcuni mesi fa, un giudizio abbastanza positivo. Secondo Ferrara, autore di un articolo ai limiti dell'illeggibile che non riprendiamo, Finkielkraut avrebbe fatto così in nome di una "scorrettezza politica" portata all'esagerazione.  Ferrara, invece di scrivere dell'antisemitismo dei gilet gialli, sceglie di criticare l'aggredito.

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Giulio Meotti

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Alain Finkielkraut

Roma. “Alain Finkielkraut è un pensatore essenziale e rappresenta il popolo della Francia molto più degli ubriachi che gli urlavano in faccia ‘siamo il popolo’”, ha detto ieri al Figaro Robert Redeker. “E’ un momento di fusione tra il vecchio antisemitismo e il nuovo, sempre più forte, del tipo islamo-goscista, in cui l’antisionismo spesso nasconde l’antisemitismo”. Sabato, durante una manifestazione dei gilet gialli a Parigi, contro Finkielkraut sono fioccati insulti del tipo “sporco sionista di merda”, “Palestina”, “ebreo di merda”, “tornatene a Tel Aviv” e “Dio ti punirà” (uno degli aggressori identificati dalle forze dell’ordine gravitava nella galassia dell’islam radicale). “Era un miscuglio di giovani della periferia – ha detto poi Finkielkraut – dell’estrema sinistra e forse di soraliani”, dal nome dell’agitatore di estrema destra che raduna sotto di sé anche la sinistra complottista. L’aggressione è avvenuta sullo sfondo di un boom di episodi antisemiti, che nel 2018 in Francia sono stati 541, il 74 per cento in più rispetto all’anno precedente. C’è chi ha minimizzato l’attacco all’accademico figlio di ebrei polacchi e che siede fra gli “immortali” dell’Académie française, la prestigiosa istituzione fondata dal cardinale Richelieu nel 1635. “Alain Finkielkraut ha diffuso l’odio in Francia, contro i giovani nei sobborghi, contro i musulmani, contro l’istruzione nazionale”, ha twittato Thomas Guénolé, un politologo vicino alla sinistra di Jean-Luc Mélenchon. L’avvocato vicino all’ex presidente Hollande, Jean-Pierre Mignard, ha detto invece che “Finkielkraut è un apologeta del conflitto”. “Al momento c’è un clima molto malsano in Francia”, dice Robert Redeker al Foglio. Lui è il professore di Filosofia di Tolosa che, nel 2006 dopo la lectio di Papa Benedetto XVI a Ratisbona, venne condannato a morte e costretto a nascondersi in Francia da una fatwa islamista. Redeker, il cui libro “L’eclissi della morte” uscirà in Italia per la Queriniana alla fine di marzo, ci spiega che non è un caso che l’aggressione antisemita a Finkielkraut sia avvenuta negli stessi giorni del boom di attacchi alle chiese. “L’antisemitismo e l’anticattolicesimo sono virulenti. Ci sono stati diversi attacchi questa settimana alle chiese. E ci sono molti atti antisemiti. Credo che questi due tristi fenomeni siano collegati. L’antisionismo è la stessa cosa dell’antisemitismo. Questi insulti vogliono dissociare gli ebrei e la Francia. Vogliono far credere che gli ebrei siano un corpo straniero in Francia. Ma mentre è un argomento tradizionale per l’estrema destra, ora si trova sulla bocca dell’estrema sinistra, come in questa aggressione contro il mio amico Finkielkraut. L’antisionismo ricicla l’accusa degli anni Trenta in cui si respingevano gli ebrei come coloro che non hanno posto in Francia. Questo è il nuovo antisemitismo islamo-goscista. Non si nasconde più. E’ una fusione di tre elementi: l’antisemitismo tradizionale di estrema destra, l’anticapitalismo di estrema sinistra (il famoso ‘socialismo degli imbecilli’) e l’islamismo”. Cosa sta succedendo nella patria dei Lumi? “La Francia è afflitta da un accumulo di odii. Non dobbiamo dimenticare l’odio di sé dimostrato da un virulento anticattolicesimo, molto presente nella casta dei media, nell’educazione, e che, ovviamente, non infastidisce gli islamisti. Questo violento anticattolicesimo, che non confondo con la laicità, indebolisce enormemente la salute del nostro paese. L’antisemitismo e l’anticattolicesimo in occidente sono una guerra contro le Scritture (i Vangeli, l’Antico testamento), quindi credo anche alla letteratura e alla cultura in generale. Un attacco alla cultura del libro. Questo fenomeno è ovviamente un’autodistruzione dell’occidente. L’antisemitismo è il segno di una civiltà che non ha più fiducia in sé stessa. Gli ebrei sono al centro dell’identità francese. L’antisemitismo è quindi un attacco alla Francia. Il nuovo antisemitismo islamico di sinistra è l’arma di questo suicidio dell’occidente”. In una intervista al Point, il sociologo Danny Trom, autore di un libro appena uscito sulla fine dell’ebraismo europeo, ha detto che “il processo di emigrazione farà il suo corso, completando la partenza degli ebrei dell’Europa che iniziò alla fine del XIX secolo e culminato nell’Olocausto”. Conclude Robert Redeker al Foglio: “La Francia senza gli ebrei è qualcosa di impensabile. Sarebbe la sua morte”.

 

 

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