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Il Foglio Rassegna Stampa
12.11.2018 Stati Uniti: l'ipocrisia di chi sa solo attaccare Donald Trump
Analisi tratta dal Washington Post

Testata: Il Foglio
Data: 12 novembre 2018
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Dai migranti a Soros, l’ipocrisia liberal»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 12/11/2018, a pag. III, l'analisi "Dai migranti a Soros, l’ipocrisia liberal" tratta dal Washington Post.

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Donald Trump

Quando un presidente ha annunciato che stava inviando l’esercito americano per proteggere il nostro confine meridionale, ha ricevuto lodi bipartisan dai membri del Congresso” scrive Marc Thiessen. “Il Post ha riferito che la mossa è stata vista come ‘politica intelligente’. L’anno era il 2011 e il presidente era Barack Obama. Le truppe della Guardia nazionale che Obama ha inviato alla frontiera come parte dell’operazione Phalanx hanno aiutato a catturare quasi 18 mila immigrati clandestini e sequestrato oltre 56 mila libbre di droghe illegali.

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Bill Clinton

Non era l’unico presidente ad aver schierato truppe sul confine meridionale. Nel 2006, il presidente George W. Bush ha lanciato l’operazione Jump Start, in cui le truppe della Guardia nazionale hanno assistito in 176 mila arresti di immigrati, così come il sequestro di quasi 900 milioni di dollari di droghe illegali. In precedenza, nel 1994, il presidente Bill Clinton lanciò l’operazione Gatekeeper, schierando personale militare per aiutare a riguadagnare il ‘controllo’ del confine tra San Diego e Tijuana. Prima di ciò, nel 1989, il presidente George H.W. Bush stabilì la Joint Task ForceSix, schierando i militari statunitensi nella regione di confine sud-occidentale. Ma ora che il presidente Trump annuncia che sta facendo esattamente quello che hanno fatto quattro dei suoi predecessori repubblicani e democratici – mandare truppe per proteggere il confine meridionale – le macchine liberal della indignazione sono entrate in azione, mentre 108 democratici della Camera inviavano una lettera al segretario della Difesa Jim Mattis dichiarando che ‘questo sforzo non è altro che una militarizzazione del confine meridionale’. Allo stesso modo, quando i critici di Trump lo definiscono un antisemita perché critica il liberale miliardario George Soros (che è ebreo), è perfettamente legittimo sottolineare che non hanno avuto problemi con gli attacchi dei democratici al finanziere dei repubblicani Sheldon Adelson (anche lui è ebreo). Bernie Sanders ha castigato ‘miliardari come Sheldon Adelson che comprano le elezioni’, ed Elizabeth Warren ha dichiarato: ‘Sheldon Adelson non può comprarci’. Sono antisemiti? E che ne dite di quando Obama e il leader democratico del Senato Harry M. Reid hanno criticato i finanzieri miliardari conservatori fratelli Koch? Soros è immune alle critiche perché è ebreo, mentre i Koch non lo sono? E’ giusto sottolineare che questi critici sono rimasti in silenzio poche settimane fa quando l’ex presidente Clinton ha condiviso un palco con il leader della Nation of Islam Louis Farrakhan, che ha dichiarato che ‘Hitler era un grandissimo uomo’, e ha paragonato gli ebrei alle ‘termiti’. Alcuni hanno perfino difeso Clinton dicendo che stava semplicemente partecipando ai funerali di Aretha Franklin e non poteva controllare la lista degli ospiti. I critici di Trump avrebbero avuto la stessa reazione se Trump avesse partecipato a un funerale in cui condivideva il palco con David Duke (leader del Ku Klux Klan, ndr)? La lista delle ipocrisie liberali continua. Se i critici di Trump vogliono essere presi sul serio, devono mostrare una certa coerenza intellettuale. Altrimenti, gli americani potrebbero avere l’impressione che stiano usando semplicemente le accuse di razzismo e antisemitismo come arma per mettere a tacere i loro oppositori politici”.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/ 5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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