domenica 28 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
02.08.2018 Raphael Glucksmann contro Eric Zemmour. Che succede al Foglio?
Commento di Mauro Zanon

Testata: Il Foglio
Data: 02 agosto 2018
Pagina: 2
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Quel movimento di intellettuali che rilancia dalla Francia il sogno europeo»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 02/08/2018, a pag. 2, con il titolo "Quel movimento di intellettuali che rilancia dalla Francia il sogno europeo" il commento di Mauro Zanon.

A destra: Raphael Glucksmann

Mauro Zanon riporta le parole di Raphael Glucksmann, ex direttore di "Marianne" e attualmente direttore del "Nouveau Magazine Littéraire", che si occupa in realtà anche di temi politici. Glucksmann attacca Zemmour, amico di Israele che mette in guardia dall'islamizzazione dell'Europa. Lo stesso Zemmour più volte intervistato dal Foglio in questi anni. Che succede al Foglio?

Ecco l'articolo: 

Immagine correlata
Mauro Zanon

Parigi. Mancano otto mesi alle elezioni europee, ma a Parigi qualcosa già si muove, anche al di fuori della macronia, in questi giorni molto impegnata a gestire l’affaire Benalla. Il Parisien ha rivelato che nel microcosmo parigino si rincorrono le voci di una possibile candidatura di Raphaël Glucksmann, intellettuale e direttore del Nouveau Magazine littéraire, alle elezioni europee. “Ha voglia di candidarsi”, ha sussurrato una fonte al quotidiano di Parigi. Glucksmann, 38 anni, è uno dei pensatori di riferimento della nouvelle vague progressista ed è l’autore di un pamphlet contro i reazionari à la Zemmour, “Manuel de lutte contre les réacs”. Il Monde lo ha definito “l’antireazionario”, e nella capitale sono in molti a credere nella sua figura per federare gli intellettuali smarriti dalla crisi dell’europeismo e del progressismo. “Preferisco l’insolenza della rivolta alla gentilezza della dominazione”, afferma Glucksmann.

Immagine correlata
Eric Zemmour

Secondo le informazioni del Parisien, il direttore del Nouveau Magazine littéraire starebbe pensando di creare un movimento, politico e metapolitico, riunendo intellettuali, scrittori ed economisti che condividono la sua stessa idea del mondo e considerano la democrazia transnazionale europea l’idea più bella e coraggiosa degli ultimi cent’anni. Le sue intenzioni sembravano chiare già lo scorso maggio, quando sulle pagine della rivista che dirige ha pubblicato un intervento che assomigliava molto a un manifesto: “Eu - rope année zéro”. “Essere una donna polacca che manifesta per i suoi diritti, un giovane ungherese che sfila contro Orbán, un indignato della Puerta del Sol a Madrid, un volontario del Parc Maximilien di Bruxelles. Essere europeo, insomma. O non esserlo, rassegnarsi a non diventarlo mai veramente. Questo è l’im - menso quesito cui dobbiamo rispondere. La grande sfida della nostra generazione. Raramente nella storia un’idea così bella e coraggiosa – la creazione di una democrazia transnazionale – è stata difesa da persone così pusillanimi e titubanti come i nostri attuali dirigenti”, si legge all’inizio dell’intervento. E ancora: “Abbiamo internet, EasyJet, l’euro, eppure i nostri orizzonti sono spesso meno europei e meno cosmopoliti di quelli dei pensatori fiorentini del Quindicesimo secolo o dei filosofi francesi del Diciottesimo. Mobilizziamoci per lanciare un Erasmus della cultura che non sia una confederazione di guardiani dei musei (…) Non abbiamo più tempo da perdere. Appropriamoci della campagna che verrà per ridare a questa Unione traballante il profumo d’utopia che è evaporato nei corridoi di Bruxelles. E’ giunto il momento”. Se non sarà una candidatura quella che ufficializzerà Glucksmann entro le prossime settimane, sarà comunque un “messaggio forte in vista delle elezioni europee”, racconta il Parisien: una scossa intellettuale da parte di una quarantenne da sempre impegnato a sinistra con idee chiare sulla necessità di tornare a pesare gramscianamente nel dibattito cultuale. Per Jean Birnbaum, giornalista e scrittore responsabile dell’inserto letterario del Monde, “la battaglia per riappropriarsi collettivamente dell’idea europea lanciata da Glucksmann è fondamentale perché pone al centro un tema spinoso come quello dell’identità”. Secondo Birnbaum, “per molto tempo il progressista è stato un patriota europeo anche se questo patriottismo non è mai stato rivendicato in maniera chiara. Cos’è il progressismo? E’ l’umanità in cammino verso un mondo migliore. E questo ‘mondo migliore’ era l’Europa, la vita europea, le società europee, il modus vivendi europeo. Ma oggi il progressismo non rivendica più totalmente il suo eurocentrismo, il fatto che sia ancorato a una certa civiltà, quella europea appunto, con dei valori ben definiti e un certo modo di vivere”. La sfida, sottolinea Birnbaum, “è quella di ritrovare la capacità di dire ‘noi, europei’, di dire forte e chiaro in nome di quali valori viviamo e lottiamo tutti i giorni, a cosa teniamo e per cosa siamo disposti ad arrabbiarci, per non lasciare ai populisti il monopolio di questioni centrali come l’identità, la nazione, l’eredità culturale, le origini. I progressisti, ora, fanno fatica ad affrontarle, ma dovranno farlo se vorranno organizzare una controffensiva. Nel cuore del progressismo come ideologia e come immaginario c’è un eurocentrismo forte che va riesumato”.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

 


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT