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Il Foglio Rassegna Stampa
10.07.2018 Censura verso chi critica l'islam: il caso di Thilo Sarrazin
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 10 luglio 2018
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Visto, non si stampi»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 10/07/2018, a pag.1, con il titolo "Visto, non si stampi", il commento di Giulio Meotti.

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Thilo Sarrazin

Roma. Thilo Sarrazin è avvezzo alle polemiche. Nel 2010, quando pubblicò “La Germania si distrugge da sola”, l’allora banchiere centrale tedesco si vide cacciare dai Socialdemocratici e poi estromesso dalla Bundesbank. Uno dei leader dei Verdi, Cem Ozdemir, lo paragonò pure a Osama bin Laden. In quello che sarebbe diventato uno dei maggiori bestseller della recente storia tedesca, Sarrazin scrisse che “l’immigrazione dai paesi musulmani rischia in un paio di generazioni di cambiare il volto della Germania, trasformandola in un paese islamico”. Pubblicato dal colosso Bertelsmann, il saggio recitava: “Non desidero che il paese dei miei nipoti diventi in gran parte musulmano, dove le donne portano il velo e il ritmo della giornata è scandito dai muezzin. Se voglio questo, posso prenotare una vacanza in oriente”. Fu il finimondo. Dopo otto anni, Sarrazin torna in libreria. E lo fa di nuovo come un elefante in una cristalleria, dopo aver subìto un atto di censura da parte della più grande casa editrice al mondo. Il suo nuovo saggio, “Opa ostile - Come l’islam rallenta il progresso e minaccia la nostra società”, è a dir poco provocatorio già dal titolo: “L’arretratezza del mondo islamico, i deficit di integrazione dei musulmani in Europa e l’oppressione delle donne musulmane sono una conseguenza culturale dell’islam”.

La cultura e la società possono essere protette, scrive Thilo Sarrazin nel suo nuovo libro, “solo fermando l’ulteriore immigrazione di musulmani e promuovendo con vigore l’integrazione dei musulmani che vivono fra di noi”. E’ pessimista sulla possibile riforma dell’islam, che “ha finora ampiamente fallito. In nessun paese in cui i musulmani sono in maggioranza c’è libertà di religione e una democrazia funzionante. Invece, il mondo islamico nel suo complesso soffre di un’esplosione di crescita della popolazione, e il suo fanatismo è in costante aumento”. Il volume, come il primo bestseller, doveva uscire per la Bertelsmann, che in Germania è stata acquisita dal gruppo editoriale Penguin Random House, la più importante casa editrice del mondo. Originariamente prevista per fine agosto, il libro è stato invece cancellato e la sua uscita ritardata. “L’editore aveva pagato la seconda rata”, spiega Sarrazin al quotidiano tedesco Bild, che aveva consegnato il manoscritto a metà febbraio di quest’anno. Il quotidiano Bild scrive di aver appreso dai circoli editoriali che c’erano preoccupazioni che il nuovo libro di Sarrazin avrebbe potuto “intensificare gli stati d’animo critici verso l’islam”. Adesso Sarrazin vuole portare Random House in tribunale. La casa editrice dice che era suo diritto rigettare il libro anche dopo averlo acquistato e che Sarrazin è libero “di pubblicare il suo libro con un’altra casa editrice”. Cosa che accadrà questa estate presso la FinanzBuch Verlag, la casa editrice con sede a Monaco di Baviera.

L’“obbedienza preventiva” Non è il primo caso simile in Germania. Gabriele Brinkmann è una romanziera tedesca famosa e apprezzata, che improvvisamente è rimasta senza casa editrice. Nel suo romanzo “Wem Ehre Gebührt” (A chi è dovuto l’onore) c’erano alcuni passi che, secondo gli avvocati della casa editrice Droste, avrebbero potuto irritare la comunità islamica tedesca ed esporre l’editore a cause legali e intimidazioni violente. Così alla Brinkmann è stato chiesto di censurare e correggere i passi più delicati: nella frase originale che recitava “stanno davanti a te, piangono e mentono e dieci minuti prima hanno accoltellato la moglie perché il Profeta lo voleva”, la parola “profeta” andava sostituita con “clan”. Brinkmann si è rifiutata e ha perso la casa editrice: “E’ uno scandalo per un editore mettere la coda tra le gambe in questo modo” ha commentato. “Si tratta di obbedienza preventiva”. “Finis Germania”, il libro-caso dello storico suicida Rolf Peter Sieferle, è finito in cima alla classifica delle vendite, ma è stato censurato sia dalla classifica dei libri dello Spiegel sia da quella della radio pubblica Ndr, che assieme alla Süddeutsche Zeitung, raccomanda i libri del mese. Uwe Tellkamp, il celebre scrittore dell’ex Germania orientale, per aver criticato la politica d’accoglienza è stato scaricato e biasimato dalla sua stessa casa editrice, Suhrkamp. Tellkamp ha detto che sul multiculturalismo e l’immigrazione vige ormai un “corridoio morale” per le opinioni al massimo vagamente tollerate. Il caso Sarrazin, forse, ci dice che quel corridoio sta diventando sempre più stretto. E che, forse, al di là delle sue tesi sull’immigrazione, dopo tutto aveva ragione l’ex banchiere centrale a scrivere che “il confine culturale dell’Europa va tirato sul Bosforo e non al confine della Turchia”. Specie per quanto riguarda la libertà della stampa e dell’editoria.

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lettere@ilfoglio.it

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