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Il Foglio Rassegna Stampa
02.07.2018 Denuclearizzare i regimi canaglia: è la politica di Trump, leader del mondo libero
Mai dimenticare Monaco 1938

Testata: Il Foglio
Data: 02 luglio 2018
Pagina: 3
Autore: Israel Hayom
Titolo: «Denuclearizzare i regimi canaglia: è la politica di Trump, leader del mondo libero»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 02/07/0218, a pag.3, con il titolo "Denuclearizzare i regimi canaglia " l'articolo di Israel Hayom del 14/06 (a cura di Giulio Meotti)

a destra: la Gran Bretagna firma
l'accordo con Hitler

 Lo storico incontro tra il presidente degli Stati Uniti e il leader della Corea del Nord è una buona notizia per tutti coloro che auspicano la pace nel mondo. E' meglio parlare che sparare, negoziare anziché minacciare". Così Uri Heitner sul più popolare quotidiano israeliano, Israel Hayom. "L'esperienza insegna che i dittatori percepiscono come debolezza l'approccio disponibile al compromesso sin dall'inizio, il che non fa che allontanare la pace e avvicinare la guerra. E qui c'è solo un obiettivo: la denuclearizzazione completa della Corea del Nord. La diplomazia è l'ultimo stadio di una guerra che è stata combattuta con altri mezzi. La diplomazia, come la guerra, è uno strumento, anche se infinitamente preferibile perché risparmia vite umane, sofferenze e risorse. Ma come la guerra, anche la diplomazia viene giudicata in base al conseguimento degli obiettivi che ci si prefigge. Un accordo fallimentare può portare a un disastro. E' quello che accadde con il famoso accordo di Monaco, che la Gran Bretagna firmò con la Germania nazista nel settembre 1938.

Immagine correlata
Trump non crede all'Iran e rinnova le sanzioni

Un ragionamento analogo vale per l'accordo sul nucleare iraniano del 2015. L'allora presidente Barack Obama preferì l'opzione diplomatica all'azione militare e alla pressione economica contro Teheran, ma dimenticò che l'obiettivo della diplomazia non era l'accordo di per sé, bensì bloccare i piani nucleari dell'Iran. Invece, firmò un accordo che ha lasciato l'Iran sul punto di conseguire capacità militari nucleari, rimuovendo nel frattempo le sanzioni che dovevano mettere nell'angolo il regime e costringerlo a fermare davvero i suoi piani". Ora vi sono alcuni segnali incoraggianti, che lasciano spazio all'ottimismo. "Uno è il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo sul nucleare iraniano. Un altro segnale positivo, forse il più promettente, è che i principi che Trump ha messo per scritto e firmato con Kim trattano di denuclearizzazione della penisola coreana. In questa fase era difficile sperare in un risultato migliore. Ma il vero test sarà l'accordo definitivo, che dovrà essere concretamente attuabile e includere misure che consentano una vera supervisione sulla sua applicazione. Qui Trump non sta facendo trattative d'affari. Qui è il leader del mondo libero che negozia con un tiranno senza scrupoli, e il suo unico scopo è impedire a quel tiranno di disporre di armi nucleari. Trump è stato criticato per aver legittimato', incontrando Kim, le gravissime violazioni dei diritti umani in Corea del Nord. E' un problema vero. Ma il despota nordcoreano con armi nucleari è molto più pericoloso, per il suo popolo e per il mondo, rispetto allo stesso despota senza armi nucleari. Accettare il regime dittatoriale e anche i suoi piani nucleari, come è successo con l'accordo con l'Iran, è ancora peggio"

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


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