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Il Foglio Rassegna Stampa
06.06.2018 Julia Ebner: 'Ecco i motivi del ritorno degli estremismi in Europa'
Commento di Rolla Scolari

Testata: Il Foglio
Data: 06 giugno 2018
Pagina: 2
Autore: Rolla Scolari
Titolo: «I governi populisti in Europa possono provocare il ritorno degli estremismi»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 06/06/2018, a pag. 2, con il titolo "I governi populisti in Europa possono provocare il ritorno degli estremismi", il commento di Rolla Scolari.

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Rolla Scolari

Milano. Due giorni dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi, nel gennaio 2015, Amedy Coulibaly si barrica in un supermercato kosher, sequestrando diverse persone e uccidendone quattro, di religione ebraica. Il kalashnikov usato gli era stato fornito da un simpatizzante dell’estrema destra francese. L’attacco potrebbe raccontare casuali sovrapposizioni logistiche, ma le convergenze tra fondamentalismo islamista ed estremismo di destra sarebbero più profonde.

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Julia Ebner

Questa è la tesi di Julia Ebner, ricercatrice austriaca dell’Institute for Strategic Dialogue di Londra che per mesi, sotto copertura, sul campo e sui social network, ha studiato i due fenomeni. La sua ricerca ha dato vita a un libro – “La Rabbia. Connessioni tra estrema destra e fondamentalismo islamista”, pubblicato in Italia da NR edizioni–che racconta come due radicalismi complementari stiano in questi anni dando forma alla politica, dall’America all’Europa. Abbiamo incontrato Julia Ebner a Milano pochi giorni fa, mentre in Italia si formava un governo a trazione populista guidato da M5s e Lega con la benedizione dei gruppi della alt-right. Esiste una alt-right italiana, ci spiega Ebner, ed è stata molto aggressiva online durante la nostra campagna elettorale. Il fenomeno delle destre estreme, prima localizzato e frammentario, sta cambiando, sostiene Ebner. “Assistiamo sempre di più a una collaborazione internazionale, soprattutto dopo l’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti. Lo abbiamo visto nel voto tedesco, in quello italiano e ce lo aspettiamo a settembre in Svezia”. Benché la ricerca non insista abbastanza su alcune centrali differenze tra i due radicalismi studiati – l’aspetto religioso, la profondità strategica, logistica e geografica di movimenti come al Qaida e lo Stato islamico –, Ebner è chiara su un punto: si tratta di due estremismi diversi che però alimentano un circolo vizioso di “radicalizzazione reciproca”: per i primi il male assoluto è l’islamizzazione dell’occidente, per gli altri, l’occidentalizzazione dell’islam. La convergenza più preoccupante è che “estremismo di destra e islamista nel lungo periodo mirano allo stesso obiettivo: provocare un cambiamento politico. Per farlo, adottano le stesse strategie, minando le fondamenta delle società democratiche, anche attraverso il terrorismo. A livello ideologico, c’è terreno comune: un comune antisemitismo, comuni sentimenti anti establishment, anti liberali. L’obiettivo complessivo è quello di incrinare le basi della democrazia”. Quello in cui viviamo per Ebner è il tempo della rabbia, in cui, ha scritto “la democrazia, lo stato di diritto e la libertà di stampa possono collassare se le persone smettono di crederci. E poiché gli estremisti sono stati bravi a raccontare storie sulle istituzioni politiche corrotte, sui sistemi democratici truccati e sui ‘fake’ media, l’ordine attuale rischia di collassare”. Il ciclo che alimenta radicalismo di destra attraverso fondamentalismo islamista e viceversa acquista un aspetto inquietante con la vittoria di partiti populisti in diversi stati occidentali: per mantenere alta la tensione che li ha portati al potere, i populisti rilanceranno le loro politiche d’odio, alimentando l’estrema destra. Questo farà il gioco degli estremisti musulmani, in un circolo vizioso. Come interromperlo? “Si tratta di arrivare al cuore dei giovani, iniziare una controcultura, riattivare l’idea della forza dei nostri valori democratici – spiega la ricercatrice – Occorre offrire una nuova identità”.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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