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Il Foglio Rassegna Stampa
04.06.2018 Ronald Reagan: 30 anni dopo aver sconfitto il comunismo sovietico
Analisi tratta dal Wall Street Journal

Testata: Il Foglio
Data: 04 giugno 2018
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «'Noi vinceremo, loro perderanno'»

rendiamo dal FOGLIO di oggi, 04/06/2018, a pag.III con il titolo 'Noi vinceremo, loro perderanno', l'analisi tratta dal Wall Street Journal.

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Ronald Reagan

Il 31 maggio 1988, Ronald Reagan, nell’ultimo anno della sua presidenza, pronunciò uno dei suoi più grandiosi discorsi” afferma Roger Kimball. “Era l’ultimo giorno del suo quarto e ultimo vertice con Mikhail Gorbaciov. Si erano incontrati per la prima volta su un terreno neutrale, a Ginevra, nel 1985, e l’anno successivo a Reykjavik, in Islanda. Un vertice a Washington seguì nel 1987. Ora Reagan aveva viaggiato nella capitale sovietica. L’obiettivo apparente di tutti questi incontri era di elaborare accordi sul controllo degli armamenti, e i due avevano fatto progressi significativi. Ma Reagan non considerò mai i suoi incontri con Gorbaciov come riferiti esclusivamente al controllo delle armi. Il controllo degli armamenti era solo il pretesto per una sfida più fondamentale. Questo è il punto di forza del nuovo libro di Bret Baier, ‘Tre giorni a Mosca: Ronald Reagan e la caduta dell’impero sovietico’, che traccia l’evoluzione degli sforzi diplomatici di Reagan con l’Unione sovietica. Se il tema è la diplomazia, lo scopo di fondo è la libertà. Nel 1977, facendo notare a un amico che ‘un sacco di cose molto complesse sono molto semplici se le si pensano’ Reagan sintetizzò sommessamente la sua teoria della Guerra fredda: ‘Vinceremo, loro perderanno’. Non perse mai di vista questa convinzione. Comprese, tuttavia, che la vittoria sarebbe stata alla fine non per una nazione piuttosto che per un’altra, ma per un’idea politico-morale rispetto a un’altra. La libertà doveva trionfare sul totalitarismo. Reagan pronunciò il suo discorso a Mosca davanti a un gigantesco busto di Lenin e un murale della rivoluzione russa. ‘Stando qui davanti a un murale della tua rivoluzione’, ha detto, ‘voglio parlare di una rivoluzione molto diversa’, una rivoluzione tecnologica e ‘informatica’ che stava trasformando il mondo. Quanti progressi erano già stati realizzati! Ma il progresso non era preordinato. ‘La chiave’, disse Reagan, ‘è la libertà – libertà di pensiero, libertà di informazione, libertà di comunicazione’. Mentre celebriamo il trentesimo anniversario di quel trionfo della diplomazia – la Guerra fredda sarebbe finita pochi anni dopo – vale la pena ricordare la celebrazione della libertà di Reagan e la sua comprensione della democrazia”.

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