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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Foglio Rassegna Stampa
15.01.2018 Il conflitto tra arabi palestinesi e Israele: sempre meno importante
Analisi tratta dal Jerusalem Post

Testata: Il Foglio
Data: 15 gennaio 2018
Pagina: 2
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Il mondo si è stancato dei palestinesi»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 1501/2018, a pag. II con il titolo "Il mondo si è stancato dei palestinesi" l'analisi tratta dal Jerusalem Post.

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Terroristi palestinesi

L’Olp e più in generale la causa palestinese stanno affondando nell’irrilevanza, ma anziché riformare le loro politiche per ristabilire la loro posizione, hanno adottato una politica della terra bruciata che non fa altro che intensificare la loro corsa verso il basso”. Così Caroline Glick. “Il problema per l’Olp/Autorità palestinese è che il mondo è radicalmente cambiato mentre loro hanno continuato ad abbracciare i terroristi sperando sempre di farla franca. Questa settimana, l’Economist ha pubblicato i suoi dati annuali sul pil pro capite nei vari paesi del mondo. Per la prima volta, il pil pro capite di Israele ha superato quota 40.000 dollari. Più precisamente, secondo i dati dell’Economist, il pil pro capite in Israele è salito dai 38.127 dollari del 2016 ai 44.019 dollari del 2017. L’anno scorso è cresciuto del 4,4 per cento. Oggi il pil pro capite israeliano è superiore a quello di Giappone, Gran Bretagna e Francia e si prevede che negli anni a venire il divario a favore di Israele tenderà ad ampliarsi. Nella regione, i vicini di Israele rimangono un caso disperato economico e politico. Come ha notato Guy Bechor all’inizio di questa settimana, il pil pro capite egiziano di 2.519 dollari è un diciassettesimo di quello israeliano. Il reddito pro capite della Giordania è diminuito lo scorso anno da 4.648 a 4.135 dollari e le prospettive per il 2018 non sono positive. La situazione non è molto migliore nei paesi Golfo, nonostante le loro riserve di petrolio e gas. L’Iran, per esempio, è povero e le previsioni per il futuro sono drammatiche. L’anno scorso, nonostante i 100 miliardi di dollari che il regime ha ottenuto grazie all’allentamento delle sanzioni, il pil pro capite è passato dai 6.144 dollari del 2016 a 5.889 dollari. Le guerre in Siria, Yemen, Iraq, Libano e Gaza costano parecchio. L’Egitto, l’Arabia Saudita e altri stati arabi sono attratti da Israele non solo per le loro comuni preoccupazioni di sicurezza riguardo all’Iran. Sono anche desiderosi di ampliare i loro rapporti con Israele per avvantaggiarsi delle sue tecnologie in ogni campo, dall’agricoltura alle tecniche idriche alle comunicazioni digitali. E non intendono permettere ai palestinesi di bloccare la loro rincorsa verso Israele. Mentre i palestinesi continuano con i loro vecchi trucchi, Israele sta diventando una potenza regionale e globale sempre più rilevante e le nazioni del mondo non sono interessate a indebolire Israele quando Israele le sta aiutando a sopravvivere e svilupparsi. Verso la fine del mese, Netanyahu incontrerà Modi a Delhi. Come Netanyahu, anch’egli riconosce che la causa dell’Olp è fondamentalmente sbagliata: la pace si ottiene sconfiggendo i terroristi, non portandoli al potere. E poi, la realtà economica e strategica di Israele non può essere ignorata. Modi e i suoi omologhi in tutto il mondo stanno comprendendo che i palestinesi non hanno niente da offrire, nemmeno la gratitudine. Quando una massa critica di palestinesi capirà che i trucchetti dell’Olp non funzionano più, allora faranno la pace con Israele. Fino ad allora, continueranno ad essere una molesta irrilevanza e nulla più”.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


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