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Il Foglio Rassegna Stampa
04.12.2017 Francia: contro l'antisemitismo le voci isolate di Manuel Valls, Said Ben Said
Ma a far sentire la propria voce è una piccola minoranza

Testata: Il Foglio
Data: 04 dicembre 2017
Pagina: 2
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Voci isolate contro l'antisemitismo»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 04/12/2017, a pag. II, il commento dal titolo "Voci isolate contro l'antisemitismo" tratto da Newsweek.

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Manuel Valls

Nella famiglia Merah, siamo cresciuti nell’odio verso gli ebrei, nell’odio di tutto quello che non fosse islamico”. Sono queste le agghiaccianti parole pronunciate da Abdelghani Merah durante il processo a suo fratello Abdelkader Merah, accusato di essere stato l’autore assieme al terzo fratello, Mohamed, dell’omicidio di tre soldati, tre bambini ebrei e di un maestro di scuola a Tolosa, in Francia, nel 2012. Simone Rodan-Benzaquen, direttore dell’American Jewish Committee Europe, lo prende a esempio per una analisi dell’antisemitismo francese. “Queste affermazioni tremende, che lasciano capire in quale ambiente fosse cresciuto Mohamed Merah e come ragionasse la sua famiglia, hanno fatto nascere un dibattito pubblico su a che punto sia il livello di odio verso gli ebrei nella comunità musulmana francese. Per anni è stato quasi impossibile parlare dell’antisemiti - smo dei musulmani francesi. Molti si sono rifiutati di farci caso per motivi ideologici, per disagio, o per mancanza di coraggio. Il processo Merah ha portato alla luce una verità in Francia: le radici dell’antisemitismo affondano profondamente in alcuni elementi della comunità islamica francese.

A questa miscela esplosiva vanno ad aggiungersi i social network, attraverso i quali gli antisemiti trasmettono l’antisionismo e le teorie del complotto, armi popolari contro gli ebrei. Un esempio recente dell’impatto dei social è stata la reazione allo scandalo che ha coinvolto Tariq Ramadan, il noto studioso islamico accusato di aver stuprato e molestato numerose donne. Nei giorni immediatamente successivi alle rivelazioni di Henda Ayari, la prima vittima presunta ad aver accusato Ramadan, c’è stata un’enorme ondata di minacce e insulti sui siti islamici francesi e sui social, in cui Ayari veniva accusata, tra le altre cose, di essere una ‘troia pagata dagli ebrei sionisti per diffamare il buon nome di Tariq Ramadan’. L’antisemitismo in Francia si contraddistingue per il livello di violenza, che va dalle aggressioni ai rapimenti, arrivando addirittura all’omicidio. Ma è solo recentemente che qualche intellettuale e politico, in particolare a sinistra, ha osato parlarne apertamente. L’ex primo ministro Manuel Valls, socialista, è stato uno dei primi a descrivere, denunciare e combattere il problema. Oggi anche qualche intellettuale musulmano francese ha cominciato a farsi sentire. L’esempio più recente è quello del regista Said Ben Said, che in un articolo apparso sul Monde, ha criticato apertamente e coraggiosamente l’antisemitismo arabo musulmano, dopo aver appreso a luglio che non sarebbe stato incluso nella giuria di un festival del cinema che si sarebbe svolto a Cartagine in Tunisia, perché aveva prodotto film in Israele. Il coraggio morale di questi intellettuali musulmani dovrebbe essere lodato perché sappiamo quanto sia difficile per loro far sentire la propria voce. La Francia intera ha bisogno di sostenere queste voci moralmente coraggiose. Solo se l’intero paese affronta la realtà dell’antisemitismo, la Francia potrà continuare a sostenere gli amati valori dei diritti umani, ‘liberté, égalité, fraternité’”.

Per inviare la propria opinione al Foglio, telefonare: 06/589090, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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