giovedi` 28 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
12.09.2014 Amici jihadisti: John il britannico e l'assassino del Museo ebraico di Bruxelles
Cronaca e commento di Pio Pompa

Testata: Il Foglio
Data: 12 settembre 2014
Pagina: 3
Autore: Pio Pompa
Titolo: «Indovina con chi faceva boxe il jihadista della strage di Bruxelles»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 12/09/2014, a pag. 3, con il titolo "Indovina con chi faceva boxe il jihadista della strage di Bruxelles", l'articolo di Pio Pompa.


John il britannico             Mehdi Nemmouche

Il network jihadista e i combattenti dello Stato islamico attendono la terza decapitazione eccellente, quella dell’ostaggio britannico, David Cawthorne Haines, e inneggiano alla loro nuova star: il boia di James Foley e Steven Sotloff. Il suo abbigliamento con la casacca nera (microfonata) appena aperta sul petto, gli anfibi americani da deserto ai piedi, la postura da bullo palestrato e la gestualità studiata sono divenuti un cult. Così i fan si moltiplicano e, secondo fonti d’intelligence sentite dal Foglio, centinaia di giovani europei e statunitensi, molti dei quali finora ignoravano l’islam e il significato stesso del jihad, risulterebbero attratti dal boia e dal suo gesto di morte. “Si comprende allora – dicono le nostre fonti – l’urgenza di porre fine a un simile, macabro sequel dell’orrore con la cattura o l’uccisione del suo principale protagonista (John il britannico) che ci risulta essere il capo del nucleo, composto da mujaheddin di varie nazionalità (prevalentemente francesi, britannici, italiani, statunitensi, libici e iracheni), che in Siria si occupa in ogni suo aspetto della gestione anche mediatica degli ostaggi detenuti dallo Stato islamico. Da qui l’importanza degli interrogatori cui è stato sottoposto, dopo il suo arresto avvenuto a Marsiglia il 30 maggio, lo stragista del museo ebraico di Bruxelles, Mehdi Nemmouche, indicato dagli ostaggi francesi, Didier François, Edouard Elias, Pierre Torres e Nicolas Hénin (liberati il 18 aprile), come uno dei loro carcerieri. Da loro sarebbe emersa anche la vera identità del boia britannico che in passato avrebbe affidato a Nemmouche anche la custodia di Foley e Sotloff – ma l’informazione per ora è tenuta segreta. I due jihadisti erano amici, e si dilettavano a tirare di boxe e ad ascoltare e cantare brani di canzoni rock e rap. Sicché sia i servizi francesi sia quelli britannici sarebbero da tempo in possesso della vera identità del boia britannico, cosa che ha consentito al governo di Londra di inviare in Siria un commando di truppe speciali (Sas) e uomini dell’intelligence per tentarne la cattura vivo o morto”. Anche il fatto che Nemmouche fosse stato il carceriere e torturatore dei quattro ostaggi francesi, assumendo il nome di Abu Omar divenuto di moda tra i mujaheddin europei e italiani dopo le note vicende riguardanti l’ex imam della Moschea di viale Jenner a Milano (condannato in contumacia a sei anni di reclusione per terrorismo internazionale), doveva restare segreto per non pregiudicare la sorte delle altre decine di sequestrati ancora nelle mani dello Stato islamico. Così non è stato. Sabato il Monde ha rivelato come i giornalisti francesi avessero riconosciuto, dalle foto in possesso degli inquirenti francesi, il volto del loro carceriere. Quel Mehdi Nemmouche che colpiva a schiaffi e pugni, calzando dei guanti rinforzati da motociclista, le sue vittime come ha raccontato, in un video trasmesso sempre sabato, il giornalista del Point, Nicolas Hénin: “Quando Nemmouche smetteva di cantare iniziavano le torture che duravano tutta la notte fino alla preghiera dell’alba. ‘Vedi questi guanti da motociclista? Li ho acquistati apposta per cambiarti i connotati’. Questo mi diceva prima di colpirmi”. Secondo Libération i quattro ostaggi francesi avrebbero raccontato della pianificazione da parte di Nemmouche di “almeno un attentato terroristico in Francia e nel cuore di Parigi”. Obiettivo la sfilata militare del 14 luglio sugli Champs Elysées. Il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, ha smentito però le rivelazioni di Libération, definendole “totalmente false”.

Per inviare la propria opinione al Foglio, telefonare 06/589090, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT