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Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 26/05/2012, a pag. 2, l'articolo dal titolo "La saggia scelta di Cannes sul lungometraggio antisemita di Dieudonné".
“Le nostre condizioni generali vietano la presenza di film che urtano l’ordine pubblico o le convizioni religiose, come pure di film pornografici o che incitino alla violenza”, ha spiegato all’Agence France Presse il direttore del mercato del film del Festival di Cannes, Jérôme Paillard, lasciando poco spazio all’interpretazione. Una bella sberla per il discusso umorista, che corteggia le idee del Fronte nazionale dopo una militanza a sinistra, e da anni è abituato a dare scandalo. Il film, intitolato anche “Yahod Setiz”, è un cortometraggio girato in appena nove giorni, e co-prodotto da una società iraniana, ma non era destinato al circuito cinematografico e nemmeno alla distribuzione su Internet. Il 16 aprile scorso, infatti, una sentenza del tribunale di Parigi ha dato ragione ai responsabili della Licra, la Lega contro il razzismo e l’antisemitismo, che denunciandone “un trouble manifestement illicite”, avevano ottenuto dai magistrati il divieto di fare uscire il film in sala. Da allora, il cortometraggio può circolare solo in dvd. Ma già il solo “teaser” ha destato imbarazzo per l’aperta irrisione di Auschwitz e della tragedia dello sterminio ebraico da parte dei nazisti. Il comico Dieudonné, oltre a essere il regista del film, ha scelto per sé il ruolo di attore protagonista, vestendo i panni di un alcolizzato, violento e antisemita, che per un ballo in maschera si traveste da ufficiale nazista di colore, la cui moglie gli fa promettere in punto di morte di farsi curare, spingendolo così sul lettino di uno psicanalista ebreo. La presenza nel casting del negazionista Robert Faurisson, lo studioso che negli anni Ottanta negò l’esistenza delle camere a gas ad Auschwitz e lo sterminio di sei milioni di ebrei per mano di Hitler, che nel film recita nella parte di se stesso suscita non poche perplessità. Come pure la personificazione della Shoah come santa. Un po’ troppo anche per Cannes. Per inviare la propria opinione al Foglio, cliccare sull'e-mail sottostante lettere@ilfoglio.it |
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