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Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 06/10/2011, in prima pagina, l'articolo dal titolo "Il medio oriente è all’inizio della sua guerra dei trent'anni".
In Turchia si è imposto un modello neoottomano molto pericoloso. A novembre ci saranno le elezioni in Egitto e i Fratelli musulmani conquisteranno fra il 30 e il 40 per cento dei consensi, il resto sarà diviso fra vecchio regime, sinistra e centristi. Pochi i dubbi che saranno il primo partito. E’ un risultato naturale. Presidente sarà con ogni probabilità Amr Moussa, non è un religioso ma formerà un regime radicale, nazionalista e ostile all’America e a Israele. Questa primavera riporterà l’Egitto ai tempi del primo Sadat. Il pericolo maggiore sarà il rafforzamento di Hamas a Gaza e il rischio di una nuova guerra con Israele. Cosa farà l’Egitto in quel caso? Cosa accadrebbe se migliaia di Fratelli accorressero in aiuto di Hamas? Nel 2009 durante ‘Piombo Fuso’ Hosni Mubarak rimase a guardare. Non credo avverrà lo stesso oggi. Moussa è un politico esperto e furbo, ma è anche un avventuriero. I Fratelli musulmani nel frattempo vorranno islamizzare il paese, credo che avverrà gradualmente, senza fretta, ‘alla turca’. I primi obiettivi saranno il velo, l’alcol, il turismo straniero”. Secondo Rubin molto dipende da cosa faranno con la nuova Costituzione. “Qui ci sono tre opzioni: dichiarare l’islam ‘una’ fonte legislativa, ‘la’ fonte legislativa oppure ‘la sola’ fonte legislativa. Credo che punteranno alla seconda opzione. Economicamente l’Egitto andrà incontro a una grave crisi economica, dal prezzo del pane ai sussidi. Poi ci sarà lo scontro confessionale. Centomila cristiani sono già scappati”. Veniamo alla Siria, che sembra sull’orlo di una guerra civile. “Nessuno sa quanto Bashar el Assad resterà al potere, ma se il regime cadrà non sarà un male per la regione come Mubarak. Sappiamo che l’opposizione è divisa e che i Fratelli musulmani non hanno gli stessi consensi come al Cairo. Non va però dimenticato che c’è moltissima isteria antioccidentale contro Assad. Vedremo ancora omicidi, stragi, scontri e attacchi religiosi. Assad non è finito e i suoi non si arrenderanno. Non avranno pietà per nessuno. E c’è il rischio di uno scenario iracheno per i cristiani”. In conclusione, per Rubin più che una primavera può essere l’inizio di un inverno. “Non è l’età della democrazia araba, ma dell’islam rivoluzionario. Non è detto che vincano, ma non facciamoci illusioni: i religiosi vogliono ripetere quello che ha fatto Nasser. Sarà come la guerra dei trent’anni che ha scoinvolto l’Europa”. Per inviare la propria opinione al Foglio, cliccare sull'e-mail sottostante lettere@ilfoglio.it |
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