giovedi` 25 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
06.10.2011 Non è primavera araba, ma inverno islamista
analisi di Barry Rubin riportata dalla redazione del Foglio

Testata: Il Foglio
Data: 06 ottobre 2011
Pagina: 1
Autore: Redazione del Foglio
Titolo: «Il medio oriente è all’inizio della sua guerra dei trent'anni»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 06/10/2011, in prima pagina, l'articolo dal titolo "Il medio oriente è all’inizio della sua guerra dei trent'anni".


Barry Rubin

Roma. “Viviamo il momento più importante per il mondo arabo dal 1952, da quando in Egitto salì al potere Nasser e i nazionalisti”, dice al Foglio l’israeliano Barry Rubin, professore all’Interdisciplinary Center di Herzliya e direttore del Global Research and International Affairs Center. Rubin ha scritto quaranta libri sul medio oriente e ne è una delle massime autorità mondiali. A Roma Rubin ha appena partecipato a un convegno con il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e la parlamentare Fiamma Nirenstein. “La ‘primavera araba’ è una sconfitta dell’Iran, ma perché può essere una vittoria dell’islamismo sunnita. Ci sono tre fattori in gioco oggi: l’ascesa islamista dei Fratelli musulmani, il dominio iraniano e lo scontro sunniti-sciiti. I Fratelli musulmani sono già diventati i padroni dell’islam sunnita e stanno portando via Hamas da Teheran”. Con Rubin cerchiamo di decifrare l’autunno elettorale del medio oriente. “In Tunisia stanno per diventare primo partito i demagoghi islamici di Ennahda, è clamoroso in un paese che fino a ieri si diceva non avere un problema di fondamentalismo.
In Turchia si è imposto un modello neoottomano molto pericoloso. A novembre ci saranno le elezioni in Egitto e i Fratelli musulmani conquisteranno fra il 30 e il 40 per cento dei consensi, il resto sarà diviso fra vecchio regime, sinistra e centristi. Pochi i dubbi che saranno il primo partito. E’ un risultato naturale. Presidente sarà con ogni probabilità Amr Moussa, non è un religioso ma formerà un regime radicale, nazionalista e ostile all’America e a Israele. Questa primavera riporterà l’Egitto ai tempi del primo Sadat. Il pericolo maggiore sarà il rafforzamento di Hamas a Gaza e il rischio di una nuova guerra con Israele. Cosa farà l’Egitto in quel caso? Cosa accadrebbe se migliaia di Fratelli accorressero in aiuto di Hamas? Nel 2009 durante ‘Piombo Fuso’ Hosni Mubarak rimase a guardare. Non credo avverrà lo stesso oggi. Moussa è un politico esperto e furbo, ma è anche un avventuriero. I Fratelli musulmani nel frattempo vorranno islamizzare il paese, credo che avverrà gradualmente, senza fretta, ‘alla turca’.
I primi obiettivi saranno il velo, l’alcol, il turismo straniero”. Secondo Rubin molto dipende da cosa faranno con la nuova Costituzione. “Qui ci sono tre opzioni: dichiarare l’islam ‘una’ fonte legislativa, ‘la’ fonte legislativa oppure ‘la sola’ fonte legislativa. Credo che punteranno alla seconda opzione. Economicamente l’Egitto andrà incontro a una grave crisi economica, dal prezzo del pane ai sussidi. Poi ci sarà lo scontro confessionale. Centomila cristiani sono già scappati”. Veniamo alla Siria, che sembra sull’orlo di una guerra civile. “Nessuno sa quanto Bashar el Assad resterà al potere, ma se il regime cadrà non sarà un male per la regione come Mubarak. Sappiamo che l’opposizione è divisa e che i Fratelli musulmani non hanno gli stessi consensi come al Cairo. Non va però dimenticato che c’è moltissima isteria antioccidentale contro Assad. Vedremo ancora omicidi, stragi, scontri e attacchi religiosi. Assad non è finito e i suoi non si arrenderanno.
Non avranno pietà per nessuno. E c’è il rischio di uno scenario iracheno per i cristiani”. In conclusione, per Rubin più che una primavera può essere l’inizio di un inverno. “Non è l’età della democrazia araba, ma dell’islam rivoluzionario. Non è detto che vincano, ma non facciamoci illusioni: i religiosi vogliono ripetere quello che ha fatto Nasser. Sarà come la guerra dei trent’anni che ha scoinvolto l’Europa”.

Per inviare la propria opinione al Foglio, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT