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Il Foglio Rassegna Stampa
24.08.2010 La nomina di Yoav Galant a capo dell’esercito israeliano è un messaggio forte all'Iran
Commento del Foglio

Testata: Il Foglio
Data: 24 agosto 2010
Pagina: 1
Autore: La redazione del Foglio
Titolo: «L’uomo rana che proteggerà Israele»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 24/08/2010, in prima pagina, l'articolo dal titolo " L’uomo rana che proteggerà Israele ".

Roma. Sarà il generale Yoav Galant a difendere Gerusalemme per i prossimi cinque anni e quindi a gestire il dossier Iran. Domenica sera il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha nominato Galant a capo dell’esercito dello stato ebraico. Il ventesimo dalla nascita d’Israele. La nomina giunge dopo settimane di pesante discredito per l’esercito di Gerusalemme. L’affaire per la nomina a capo di stato maggiore è stato complicato da un documento (mostrato in tv) in cui uno dei pretendenti (proprio il generale Galant) incaricava un famoso pubblicitario d’ordire una campagna stampa per screditare il suo rivale, il generale Benny Gantz, con pesanti apprezzamenti anche sul ministro della Difesa, Barak. Nella successiva indagine della polizia è emerso che Galant era estraneo al testo, passato fra le mani di persone a lui ostili. Galant sostituirà Gabi Ashkenazi, il cui mandato terminerà il prossimo febbraio. Nella nomina di Galant c’è anche un implicito messaggio all’opinione pubblica internazionale: lui ha diretto la Shayetet, l’unità d’élite della marina israeliana protagonista proprio dell’assalto alla nave turca dello scorso giugno. Sono gli uomini rana più temuti al mondo. Galant è figlio di una profuga ebrea polacca, Fruma Segal, giunta dopo la Seconda guerra mondiale a bordo della famosa nave Exodus. Una vicenda che ha segnato la vita e la formazione del generale. La barca salpò dalla Francia nel luglio 1947 con a bordo 4.515 sopravvissuti all’Olocausto: era la risposta sionista alla nuova politica britannica che voleva costringere le navi di immigrati clandestini a tornare in Europa. I militari inglesi speronarono l’Exodus a Haifa e andarono all’arrembaggio della nave. Poi costrinsero i passeggeri a imbarcarsi su navi-prigione britanniche per riportarli in Europa. Le autorità francesi negarono il diritto di attraccare in Francia e gli inglesi fecero rotta su Amburgo, in Germania, dove i profughi vennero obbligati a sbarcare. Le proteste internazionali contro la Gran Bretagna per l’affare Exodus misero talmente in imbarazzo Londra da indurla a modificare la sua politica, contribuendo ad aprire la strada all’indipendenza d’Israele, che si sarebbe realizzata dieci mesi più tardi. Arruolato nell’unità di élite della marina militare, della quale diverrà anni dopo il comandante, Galant ha partecipato a una lunga serie di operazioni oltre le linee, tuttora segrete. Personaggio inquieto, laconico, diplomatico, all’inizio degli anni 80 si trasferisce in Alaska per fare il taglialegna. Al ritorno, completato il corso ufficiali, svolge diverse mansioni di comando in Marina ma è poi uno dei pochi ufficiali a lasciare l’arma per passare all’esercito dove supera i corsi di addestramento nelle divisioni corazzate. Nel 2002 il premier Ariel Sharon lo vuole a fianco come assistente militare e sul terreno quando, nel 2005, ordina lo sgombero da Gaza. Proprio Galant accompagnava sempre Sharon alla Casa Bianca durante i briefing militari con gli americani. Galant è stato al comando della forze israeliane durante l’ operazione “Piombo fuso” a Gaza. E in quell’occasione si schierò contro la strategia “morbida” di Ashkenazi. Quest’ultimo era a favore di un’azione prudente e non definitiva rispetto ad Hamas, mentre Galant voleva spingersi fino alla distruzione completa del regime islamista a Gaza. Celebri sono le incursioni sul campo del generale, che non è mai accontentato di comandare le operazioni al sicuro in qualche base. Due anni fa un razzo di Hamas gli è esploso a pochi metri, quando Galant si trovava in un sopralluogo nel Negev occidentale. La sua elezione a capo dell’esercito, ha scritto il primo quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, è “un messaggio forte all’Iran”. Perché, come ha spiegato il commentatore Ron Ben-Yishai, “la principale caratteristica militare di Galant è la scelta dell’offensiva fra gli approcci sul campo”. In questo senso, nell’attitudine ad assumersi dei rischi, Galant è “l’antitesi di Ashkenazi”.

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