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Il Foglio Rassegna Stampa
05.09.2009 Sarkozy appoggerà Farouk Hosni. Che farà Berlusconi ?
Sembra che abbia già detto sì anche lui

Testata: Il Foglio
Data: 05 settembre 2009
Pagina: 3
Autore: La Redazione
Titolo: «Per scalare l'Unesco Hosni s'affida pure alla penna di Sarkozy»

" Per scalare l'Unesco Hosni s'affida pure alla penna di Sarkozy" è il titolo del pezzo su Farouk Hosni che ha ottenuto il si del presidente francese, sul FOGLIO di oggi a pag.3. Sarkozy ha quindi detto sì, adesso vediamo come si comporterà Berlusconi. Anche se in politica chi vince è la morale del "do ut des". Ecco l'articolo:

Henry Guaino, il ghost writer di sarkozy

Roma. La controversia sulla candidatura del ministro egiziano della Cultura, Farouk Hosni, al posto di direttore generale dell’Unesco s’arricchisce di una nuova puntata. Il discorso che Hosni ha presentato in risposta alla denuncia della sua nomina, da parte di Claude Lanzmann e Bernard-Henri Lévy, sarebbe stato non solo “perfezionato” – per eventuali rettifiche e accorgimenti diplomatici – ma addirittura “scritto e redatto” dal ghostwriter di Nicolas Sarkozy, il consigliere Henri Guaino. Che la “plume” dei del presidente della Repubblica francese, l’uomo al quale Sarkozy deve non solo la propria elezione, ma attraverso i suoi discorsi il suo stesso verbo, la sua retorica fluviale e appassionata, l’argomentazione elastica e persuasiva, si sia prestato a suffragare le ambizioni cosmopolite del ministro egiziano della cultura, contestatissimo dall’opinione pubblica internazionale per le prese di posizioni “nauseabonde” (secondo l’aggettivo usato da Elie Wiesel) che lo stesso Hosni ha assunto sugli ebrei e lo stato ebraico, la dice lunga su quello che sarà il reale atteggiamento ufficiale della Francia nella corsa per il rinnovo dei vertici dell’Unesco, che si dovrebbe decidere tra due settimane. Ma è anche un indice assai rivelatore dello stato d’ansia con cui l’intellighenzia francese, nelle sue punte più sensibili alla difesa dell’occidente e dello stato ebraico, affronta la quesione del governo universale delle nazioni attraverso l’Onu e l’Unesco. In un articolo apparso l’altroieri sul Monde, infatti, sono stati gli stessi Lanzmann e BHL a rivelare il particolare della consulenza di Guaino al contestato candidato alla direzione dell’Unesco. Lanzmann, l’amico di Jean-Paul Sartre, direttore dei Temps modernes, e BHL, l’ex nouveau-philosophe suo successore, ricordano le dichiarazioni odiosamente antisemite di Hosni, il quale, replicando a un eletto dei Fratelli musulmani, confessò l’intenzione di bruciare personalmente i libri israeliani che fossero finiti sugli scaffali della Biblioteca di Alessandria. “Scritta in un francese impeccabile la risposta di Hosni alle nostre denunce”, scrivono oggi i due autori francesi, “nulla nega dei fatti che gli sono addebitati, imputabili, a dir suo, a errori di gioventù che egli confessa rimpiangere, ma soprattutto al sangue che gli bolle nelle vene davanti all’oppressione del popolo palestinese da parte di Israele (…). Ma che proprio il consigliere speciale del presidente Sarkozy si sia prestato all’opera segna un salto di qualità dall’iperpresidenza all’universalità senza confini, che potrebbe candidare lo stesso Guaino al prestigioso incarico di direttore generale dell’Unesco”, concludono i filosofi con una punta di ironia. “E’ il segno che la Francia vuole appoggiare Hosni commenta l’ex sottosegretario agli Esteri del governo Prodi, Gianni Vernetti, che dopo il successo dell’appello al boicottaggio di Hosni lanciato da Fiamma Nirenstein, e sottoscritto da varie personalità della sinistra, come Furio Colombo e Emanuele Fiano, e del mondo cattolico come Rocco Buttiglione e Luca Volonté, sta per depositare un’interpellanza parlamentare urgente. “C’è un consenso bipartisan per far cambiare idea al governo su Hosni”, dice al Foglio il deputato del Pd eletto in Piemonte e membro della commissione Esteri alla Camera. “Purtroppo, Berlusconi nell’ultimo vertice egiziano si è impegnato col presidente egiziano Mubarak per sostenere la candidatura diFarouk Hosni. Ma l’Italia, paese che detiene almeno un terzo del patrimonio storico-artistico del pianeta, non può permettersi che l’Unesco sia guidata da un negazionista antisemita come il ministro egiziano della Cultura. Negli ultimi vent’anni Hosni ha dichiarato più volte le sue intenzioni da piromane nei confronti dei libri degli ebrei, ha autorizzato la diffusione di quel falso storico dell’antisemitismo militante che sono i ‘Protocolli dei Savi di Sion’, ha invitato e accolto al Cairo il negazionista francese Roger Garaudy. Il governo italiano ha dunque l’obbligo di riferire in Parlamento e di spiegarci per quale motivo insiste su una scelta che molti ritengono controproducente e dannosa”.

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