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Il Foglio Rassegna Stampa
18.04.2009 In Olanda Wilders va sempre più forte e fa sogni da premier
L'Olanda esce da Eurabia ?

Testata: Il Foglio
Data: 18 aprile 2009
Pagina: 1
Autore: La redazione del Foglio
Titolo: «In Olanda Wilders va sempre più forte e fa sogni da premier»

Se in Olanda si votasse oggi, Geert Wilders,  l'erede di Pim Fortuyn, guiderebbe il primo partito del paese. Sarà l'Olanda il primo paese ad uscire da Eurabia ? Ecco l'analisi del FOGLIO di oggi, 18/04/2009 a pag.1, dal titolo " In Olanda Wilders va sempre più forte e fa sogni da premier ":

L’Aia. Nel laboratorio del multiculturalismo che è l’Olanda, il Partito della libertà di Geert Wilders è diventato la prima forza politica del paese. Secondo l’ultima rilevazione di Maurice de Hond, se si votasse oggi per i 150 seggi della Camera, il Partij voor de Vrijheid passerebbe da 9 deputati a 32. I cristiano- democratici e i laburisti che governano il paese in una grande coalizione crollerebbero rispettivamente a 27 e 22 seggi. La progressione di Wilders è costante, da quando l’autore del film “Fitna” è stato espulso dal Regno Unito e inquisito per “istigazione all’odio e alla discriminazione” da un tribunale di Amsterdam. Tra marzo e aprile, il Partito della libertà ha conquistato altri 5 seggi. “Voglio diventare primo ministro”, ha detto Wilders in un incontro con 200 suoi sostenitori in marzo. Il leader della destra detta “populista” – che asseconda e capisce la pancia del paese – ha appena annunciato il sequel di “Fitna”: dopo il cortometraggio sui versetti del Corano che “incitano all’odio”, nel 2010 arriverà un film sull’islamizzazione che minaccia Europa e Stati Uniti. Il primo test della consistenza reale del Partito della libertà saranno le elezioni europee di giugno. Nel paese che ha bocciato il trattato costituzionale dell’Unione europea, la campagna di Wilders è antieuropeista: abolizione dell’Europarlamento, “no” all’ingresso della Turchia, espulsione di Romania e Bulgaria dall’Ue e un commissario unico incaricato della moneta unica e del mercato interno. La crisi economica gioca a suo favore: Wilders boicotta il Parlamento, perché il piano di rilancio del governo avvantaggia gli immigrati “approfittatori”. Il suo elettorato si allarga alla classe media, spiega il sondaggista Peter Kanne: “Piccoli imprenditori e quadri medi che si sentono minacciati e vogliono il ritorno dei vecchi valori olandesi”. Come Pim Fortuyn, Wilders tocca la corda del relativismo istituzionalizzato. A Rotterdam, guidata dal sindaco di origine marocchina Ahmed Aboutaleb, in febbraio il Consiglio comunale ha autorizzato un teatro a creare una balconata riservata alle donne, su richiesta dal comico musulmano anti integrazione Salaheddine Benchikhi. Fino a dicembre, il sito Morokko.nl, frequentato dalla comunità marocchina, ha ricevuto fondi pubblici nonostante sul suo forum si inneggiasse ai “martiri” che avevano attaccato Mumbai e ucciso soldati olandesi in Afghanistan. In gennaio, il governo ha autorizzato funzionari, militari ed eletti locali a prestare giuramento sul Corano. Martedì, il ministro degli Esteri cristiano-democratico, Maxime Verhagen, ha accusato Wilders di voler trasformare l’Olanda in un paese del “noi contro di loro”. Ma, oltre a essere il politico più minacciato (292 complotti nel 2008, secondo la polizia), Wilders è percepito come la vittima dell’establishment e sottrae voti ai partiti tradizionali. Unica eccezione il D66, il partito liberale e libertario, pro immigrazione ed europeista. Il D66, l’altra faccia dei valori che Wilders dice di difendere, passerebbe da 3 a 18 deputati.

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