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Il Foglio Rassegna Stampa
20.02.2008 Che faccia !
una lettera di Franco Cardini, seguita dalla risposta di Giorgio Israel

Testata: Il Foglio
Data: 20 febbraio 2008
Pagina: 0
Autore: Franco Cardini - Giorgio Israel
Titolo: «Lettera al direttore e risposta»

Dal FOGLIO del 20 febbraio 2008:

Al direttore – Sono purtroppo un pessimo navigatore in rete. Per cui solo oggi, a quasi sei mesi di distanza, leggo una lettera pubblicata dal suo giornale nella quale il prof. Israel, tra l’altro, afferma: “Cardini è anche noto per i sentimenti non proprio benevoli nei confronti di Israele”. E’ vero il contrario: come ben sa chi legge le cose che scrivo (non parliamo di chi mi conosce personalmente) io amo Israele, dove ho anche più volte soggiornato per motivi di studio e dove ho molti amici. Ma evidentemente il prof. Israel non si riferisce alle critiche – anche molto dure – che ho spesso indirizzato ad alquanti governi israeliani, l’attuale compreso, per il suo modo di gestire la questione palestinese e la politica estera: queste critiche che possono anche essere sbagliate ma che restano legittime, e che non intaccano in nulla la simpatia e l’amicizia.
Il prof. Israel non si è dato la pena di controllare di persona quel che io dichiaro e scrivo (il che, data la sua professione di scienziato, è particolarmente grave), ma si è evidentemente fidato di giudizi e citazioni di seconda mano: magari tratti da “blog” che , per dirla con le sue parole, non sono proprio benevoli nei miei confronti. Anzi si tratta di blog gestiti da calunniatori di professione, spacciatori d’informazione scorretta, con i quali si possono avere rapporti solo attraverso i legali e la magistratura. Sfido pertanto formalmente il prof. Israel a fornire le prove della mia “ostilità” citando direttamente cose fatte e scritte da me che comprovino non già il mio disaccordo dinanzi a fatti specifici, bensì il pregiudizio israeliano del quale sarei portatore.
Franco Cardini

Risponde Giorgio Israel. Non ritengo che si possa abusare dello spazio concesso dal Foglio. L’unico esempio su cui voglio soffermarmi è la sua adesione, tra i primi firmatari, all’appello “Gaza vivrà”. In questo appello si dice che “un milione e mezzo di esseri umani […] come nei campi di concentramento nazisti sopravvivono in condizioni miserabili, senza né cibo né acqua, senza elettricità né servizi sanitari essenziali, mentre Israele bombarda cittadini inermi.”
Non si dice che se i “cittadini inermi”  smettessero di lanciare i missili sui civili israeliani cesserebbe ogni intervento contro di loro, senza contare che il blocco di cui si parla non è mai stato e non è nei termini descritti. Ma, falsificazioni a parte, è indecente il confronto tra Gaza e i campi di concentramento nazisti, nei quali – com’è noto – gli internati erano armati fino ai denti e sparavano missili quotidianamente. La denuncia del carattere scandaloso di questo raffronto ha provocato una risposta da parte di alcuni firmatari tra cui lo stesso Cardini  (Corriere della Sera 11.11.07) in cui si dice: “La nostra era una legittima energica denuncia non del carattere nazista della politica israeliana  - non avrebbe alcun senso affermarlo -  ma delle condizioni di vita miserabili della popolazione palestinese di Gaza che sono sicuramente paragonabili a un campo di concentramento nazista”.
Così il paragone veniva sfrontatamente riproposto; e poiché le condizioni “sicuramente paragonabili erano spiegate nell’appello come dovute alla politica israeliana, la precisazione equivaleva a una conferma, nascosta sotto un contorto cavillo non degno di intellettuali che hanno funzioni educative. Cardini pare aduso a questo genere di cavilli. Ad esempio  quando, alla richiesta di Pierluigi Battista di prendere le distanze da un’edizione vergognosamente antisemita del Corano per cui aveva scritto una prefazione, asserì di volerlo fare anche se “le pur incaute espressioni” si iscrivevano “nell’ambito non dell’antisemitismo bensì in quello – riprovevole, ma da non confondersi col primo – dell’antigiudaismo”. Meno male: perché un conto è sentirsi chiamare scimmie e porci in un contesto antigiudaico, altro conto in un contesto antisemita. Volete mettere?

Lasci quindi perdere Cardini le sfide. Se poi è in vena di ripensamenti siamo pronti a dimenticare anche “Gaza vivrà”.

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lettere@ilfoglio.it

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