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Il Foglio Rassegna Stampa
24.04.2007 L'antisemitismo non vada in cattedra
la battaglia di Alan Dershowitz contro l'insegnamento universitario di Norman Finkelstein

Testata: Il Foglio
Data: 24 aprile 2007
Pagina: 1
Autore: Christian Rocca
Titolo: «La feroce battaglia liberal di Dershowitz contro la cattedra liberal a Finkelstein»

Dal FOGLIO del 24 aprile 2007, a pagina 1 dell'inserto:

New York. Due professoroni, l’antisemitismo e una cattedra universitaria. La lunga e velenosa guerra intellettuale tra Alan Dershowitz e Norman Finkelstein è arrivata in tribunale e sta consumando la sua ultima battaglia intorno alla cattedra all’Università gesuita di DePaul, a Chicago. I due non si sopportano da anni e non se le mandano a dire. Il prof liberal Dershowitz, cattedra di Legge a Harvard e legale di imputati eccellenti, è un tostissimo difensore di Israele. Norman Finkelstein, ebreo come Dershowitz, di sinistra come Dershowitz, considera Israele il male assoluto e paragona lo stato ebraico alla Gestapo hitleriana e alla dittatura di Saddam Hussein. Da anni Dershowitz scrive che Finkelstein è un antisemita, tra i più pericolosi. Finkelstein risponde con libri appositi nei quali accusa Dershowitz di copiare, anzi di rubare, interi brani ad altri autori. Seguono querele. Dershowitz diffonde le dichiarazioni pazzesche di Finkelstein contro quella che chiama “l’industria dell’Olocausto”. Finkelstein lamenta una conventio ad excludendum ebraica nei suoi confronti. Dershowitz spiega che è ovvio che non sia ben accetto nelle università serie e che i suoi articoli non siano pubblicati sulle riviste scientifiche, visto che spaccia propaganda nazista. Finkelstein schiera Noam Chomsky – il guru ebreo e americano dell’antisionismo e dell’antiamericanismo occidentale – che accusa Dershowitz di aver lanciato un vero e proprio jihad contro Finkelstein. Dershowitz scrive lunghe e-mail ai vertici dell’Università DePaul per spiegare chi è davvero Finkelstein. Finkelstein, figlio di un sopravvissuto all’Olocausto, è noto per aver scritto un libro per spiegare che esiste un un complotto ebraico, americano e israeliano per usare l’Olocausto al fine di opprimere i palestinesi ed estorcere soldi ai tedeschi. Dershowitz, invece, ha scritto un’appassionata difesa di Israele. Finkelstein ha replicato con un saggio anti Dershowitz. Dershowitz ha organizzato una campagna, finita male, per convincere la casa editrice californiana a non pubblicare il libro e, su questo, aveva ottenuto il consenso del governatore Arnold Schwarzenegger. Il libro è uscito, la risposta di Dershowitz si troverà nel suo prossimo saggio. Ora la guerra si è trasferita nelle aule universitarie. Finkelstein a Chicago è assistente di Scienze politiche dal 2001, ma ora è in corsa per una cattedra. L’obiettivo di Dershowitz è impedire che DePaul gli assegni la cattedra. La rivista The Chronicle of Higher Education e poi il New York Times hanno raccontato i dettagli della sfida, che sarà decisa a giugno. Dershowitz è stato chiamato a testimoniare dalla commissione esaminatrice di DePaul. I primi due passi sono stati favorevoli a Finkelstein, sia la facoltà di Scienze politiche sia la commissione dell’intera università hanno espresso parere favorevole all’assegnazione dell cattedra, ma il rettore dell’Università ha rifiutato il suggerimento e si è detto contrario. Molti professori accusano l’ingerenza esterna scatenata da Dershowitz, l’Associazione degli studi mediorientali denuncia le pressioni politiche, ma Dershowitz dice che si sta battendo contro la cattedra a Finkelstein “non per le sue vergognose dichiarazioni”, piuttosto “perché non c’è niente di accademico nelle cose che dice”. Sul sito di Dershowitz c’è il fior da fiore del pensiero di Finkelstein, suddiviso in tre categorie: “Le cose più disprezzabili pronunciate da Finkelstein”, “Le cose più stupide dette da Finkelstein”, Le cose più crudeli dette da Finkelstein”. Il Nobel Elie Wiesel, scampato allo sterminio nazista, secondo Finkelstein è “il clown di casa del circo dell’Olocausto”, “un personaggio ridicolo”. Dershowitz stesso “è la rappresentazione della banalità del male”, un “ciarlatano”, “costituzionalmente incapace di dire la verità”. Gli opinion leader americani “sono tutti ebrei”, così si spiega perché i suoi libri negli stati non vengono recensiti. “Non esagero – ha detto Finkelstein – se dico che un ebreo su tre che incontri per strada a New York sostiene di essere un sopravvissuto”, ma se è così, “aveva ragione mia mamma: se sono tutti sopravvissuti, allora Hitler chi ha ucciso?”. Finkelstein non si fa mancare niente e sostiene Hezbollah, “se guardo indietro, il mio principale cruccio è quello di non essere stato ancora più deciso nel difendere Hezbollah dalle intimidazioni terroriste e dagli attacchi”. Quanto a Osama bin Laden, “francamente una parte di me dice che ci siamo meritati il problema, perché alcune delle cose che bin Laden dice sono vere”.

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