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Il Foglio Rassegna Stampa
19.04.2005 Storie di imprenditori arabi... guarda un po' chi ci compare: il disinteressato raìs con il suo tesoro
un articolo che aiuta a comprendere chi era davvero Yasser Arafat

Testata: Il Foglio
Data: 19 aprile 2005
Pagina: 4
Autore: un giornalista
Titolo: «All'Aria e al Vento»
IL FOGLIO di martedì 19 aprile 2005 pubblica un articolo su Naguib Sawiris, imprenditore egiziano che si appresta a diventare proprietario di Wind, terzo polo di telefonia mobile italiano.

La vicenda imprenditoriale di Sawiris ha incrociato in più occasioni un uomo noto a molti, contro la verità dei fatti, come il disinteressato leader del popolo palestinese, il premio nobel per la pace umiliato dall'assedio alla Muqata.

Questo breve articolo, che affronta altri argomenti, ma ha il semplice merito di non censurare particolari fastidiosi per un certo conformismo, aiuta a conoscere uno dei veri volti di Yasser Arafat: quello dell' affarista.

Ecco l'articolo:

Milano. Dopo Hawa (aria in arabo), Wind (vento in inglese). Naguib Sawiris – il magnate egiziano che si appresta a diventare il nuovo proprietario del terzo operatore di telefonia mobile italiano – è noto nei paesi mediorientali per le sue doti di imprenditore. "Ha scommesso parte del suo patrimonio finanziario personale per mettere in piedi l’offerta Wind" spiegano fonti finanziarie londinesi vicine a Sawiris. Gli advisor dell’Enel che hanno valutato l’offerta di Weather Fund hanno giudicato più interessante il progetto industriale nato all’ombra delle piramidi, non solo per i circa trecento milioni di dollari in contanti di differenza. Appare ormai chiaro che Sawiris può solo trarre vantaggi dall’ingresso nel mercato della telefonia mobile nel cuore del Mediterraneo. Con un socio forte – Enel – che dovrebbe mantenere una quota compresa tra il 20 e il 25 per cento di Wind, i rischi legati al lancio della società panmediterranea sono suddivisi su molteplici attori. Il numero uno di Orascom ha ceduto una decina di società da lui controllate, ha venduto parte del suo pacchetto di titoli per raccogliere il denaro necessario per conquistare Wind. E non ha escluso per il futuro una fusione tra Wind e Orascom. Sulla falsariga del piano di sviluppo ed espansione della Vodafone – "un modello da seguire" come ha ripetutamente ricordato ai suoi collaboratori – Sawiris ha deciso di puntare alla creazione di una rete di telefonia mobile in grado di soddisfare la clientela dei paesi arabi che si affacciano sul Mediterraneo. Nessuno degli operatori occidentali è riuscito con successo a fare breccia nel mondo della telefonia mobile come Orascom: la miscela di cultura degli affari all’occidentale e savoir- fair’ egiziano è stata la ricetta del suo successo. Unico imprenditore arabo ad aver appoggiato l’intervento statunitense in Iraq. Un sostegno che gli ha consentito di lanciare una tv satellitare e costruire la prima rete Gsm del paese. Il numero uno di Orascom Telecom, il consorzio con sede al Cairo che ha messo in piedi la rete di telefonia mobile anche sulle sponde del Tigri, vanta amicizie decennali in Egitto, Iraq, Tunisia, Pakistan ma soprattutto Londra, dove si trovano parte dei soci finanziatori di Orascom. Noncurante del pericolo della zona di guerra, ha visitato Baghdad quattro volte in un anno per controllare lo stato di avanzamento dei lavori della rete Gsm, la stessa utilizzata dalle forze americane dispiegate nella regione. Ora Orascom starebbe valutando l’ipotesi di espandersi nelle zone più remote del sud-est asiatico come Burma, India e Indonesia. Paesi in cui, secondo gli esperti, le opportunità di sviluppo sono quasi assicurate. Il quasi, per Sawiris, è diventata una parola d’obbligo. Per ben due volte, nonostante connessioni ad altissimo livello, operazioni di acquisizione nel campo della telefonia mobile sono svanite. Prima in Siria, con un nipote del presidente Bashar al-Assad, poi in Algeria, dove l’acquisto delle licenze ha dissanguato le casse di Orascom. A salvare la società nel 2001 è stato il defunto presidente dell’Autorità palestinese, Yasser Arafat. In cambio di un finanziamento di duecentocinquanta milioni di dollari, denaro frutto di investimenti eseguiti dal Palestinian Investment
Fund, Sawiris è riuscito a salvare l’azienda. Grazie a questa operazione Mohammed Rashid, il presunto custodedei tesori accumulati dal numero uno palestinese, è entrato nel cda di Orascom. Tra i soci del consorzio egiziano figura anche Nadhmi Auchi, il finanziere iracheno amico di Saddam Hussein, che lo avrebbe aiutato a ottenere la licenza per diventare il primo (e unico) operatore in Iraq. Sawiris "rischia" di perdere nuovamente la faccia nel caso in cui i risultati sperati non arrivassero nei tempi previsti. Ma anche se il risultato delle interrogazioni parlamentari presentate dal senatore Udc Luigi Compagna sul ruolo di Arafat rivelasse intrecci imbarazzanti. L’imprenditore egiziano ha già deciso che il quartier generale della nuova Wind rimarrà a Roma. Un segnale giudicato forte da chi dubita della bontà dell’operazione.
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