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La Nazione Rassegna Stampa
21.02.2022 La storia tragica di una coppia di giovani sposi ad Auschwitz
Commento di Roberto Giardina

Testata: La Nazione
Data: 21 febbraio 2022
Pagina: 16
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Nozze tragiche: la luna di miele era ad Auschwitz»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 21/02/2022, a pag.16 con il titolo "Nozze tragiche: la luna di miele era ad Auschwitz" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

Saskia Aukema | Saskia Aukema
Saskia Aukema

Si sposavano nel lager, e partivano in "honeymoon", in viaggio di nozze, per Auschwitz, gli ebrei rinchiusi nel campo di Westerbork. La fotografa Saskia Aukema, 48 anni, sapeva solo che la sua prozia Annie Preger, era stata deportata ed era morta in una camera a gas, una dei 107mila ebrei olandesi vittime della Shoah: «Si era sposata poco prima di morire, mi aveva raccontato mio padre, ma come era mai possibile in un Lager? E cominciai le mie ricerche». Annie decise di non mettersi in salvo quando i nazisti occuparono l'Olanda nel maggio del 1940, e continuò a lavorare come infermiera all'ospedale psichiatrico ebraico di Apeldoornsche Bosch, anche se era cosciente del rischio. Nel paese da anni erano giunti migliaia di ebrei fuggiti dalla Germania, nella speranza di emigrare altrove, in Gran Bretagna o in America. All'ospedale aveva conosciuto il giardiniere Hans van Witsen. «Fu amore a prima vista», racconta la nipote all'Observer. Ha scritto la loro storia, un amore nel Lager, e quella di altre 260 coppie che si sposarono a Westerbork, nel libro Fino a che morte non vi separi. La loro unione durò alcuni mesi, o settimane, o poche ore. Pochi sono sopravvissuti.

Il Campo di Westerbork - Holland.com
Il campo di Westerbork


A Westerbork prima della guerra venivano alloggiati i rifugiati ebrei. I nazisti lo trasformarono in un Lager di transito, dove i deportati attendevano di venire trasportati altrove, con l'illusione di finire in un campo di lavoro. II comandante, l'ufficiale delle SS Albert Gemmeker (1907-1982), selezionava chi doveva salire sul treno per Auschwitz, mille alla volta. Sotto di lui, dal 12 ottobre del '42, partirono in 80mila, e ne tornarono cinquemila. Gemmeker sembrava una persona gentile, e anche lui viveva la sua storia d'amore nel Lager, con la segretaria Elisabeth Hassel. II predecessore, Joseph Dischner, era alcolizzato, un uomo violento: «Faceva partire i deportati a colpi di scudiscio, Gemmeker con un sorriso», ma andavano tutti a morire, commentavano gli ebrei con macabra ironia. Westerbork era un campo modello, dove la vita poteva sembrare ancora sopportabile, serviva come alibi per i controlli della Croce Rossa internazionale. Gemmeker era un appassionato di cabaret, e cercava di accogliere nel suo Lager gli artisti ebrei che aveva applaudito a Berlino. E faceva esibire ogni sera nel teatrino allestito nel campo. In prima fila sedeva con l'amante e i suoi uomini in divisa, a ridere alle battute dell'entertainer. «Westerbork era un mondo illusorio, come in un film, i prigionieri erano calmi, fiduciosi nel futuro», commenta Gerdien Verschoor, il direttore del memoriale aperto nel campo. Gemmeker incoraggiava anche i matrimoni dei deportati. «Non furono tutte nozze per amore, racconta Saskia, molte donne si sposavano nella speranza di non venire deportate. Se i mariti lavoravano nel Lager, sarebbero restate con lui». Alcuni preferirono cerimonie civili, altri si sposarono nella baracca trasformata in sinagoga. C'era solo un abito bianco che passava da una sposa all'altra. Annie e Hans si sposarono il 28 gennaio del '43, subito dopo l'arrivo nel campo. Pochi giorni dopo Annie fu ricoverata all'ospedale, in gravi condizioni. Quando fu dimessa, Hans scrisse al padre «sono pazzo di felicità». Pochi giorni ancora, e salirono sul treno per Auschwitz, dal finestrino riuscirono a gettare un biglietto per i genitori: «Abbiamo un bel posto sul vagone... ci vedremo presto».

Il loro matrimonio durò 36 giorni. II matrimonio di Maurits van Thijn e Catharina Blitz durò poche ore. Furono deportati lo stesso giorno delle nozze, e salendo sul treno, Maurits salutò gli amici: «Partiamo in viaggio di nozze». Kaatje de Wijze e Leo Kok si sposarono il 13 settembre del '43. Salirono sull'ultimo treno per Theresienstadt nel settembre del '44. Lui morì a 22 anni subito dopo la liberazione, i lavori forzati avevano minato il suo fisico, lei ha vissuto fino al 2018. La loro unione durò 607 giorni, Leo era un artista, i suoi disegni piacevano a Gemmeker, ma non bastò a salvarlo. II comandante era gentile, ma non perdonava chi sbagliava: Lotte Weisz lavorava nel campo, era nella lista di chi non sarebbe stato deportato. Ma fu sorpresa una sera abbracciata al suo amico, il guardiano Johann Smallenbroeck. Lei salì sul prossimo treno, lui fu condannato a sei mesi. Gemmeker abbandonò il Lager il 14 aprile del '45, pochi giorni prima della fine. Nel '49 fu condannato a dieci anni, ma liberato dopo due anni. Sostenne che non sapeva quale sorte attendesse i "suoi ebrei" che metteva sul treno per Auschwitz.

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