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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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La Nazione Rassegna Stampa
05.06.2020 Edward Luttwak, Alan Friedman: due voci opposte su Trump e Biden in vista delle elezioni
Le interviste di Cesare De Carlo, Luca Bolognini

Testata: La Nazione
Data: 05 giugno 2020
Pagina: 19
Autore: Cesare De Carlo - Luca Bolognini
Titolo: «'Trump sarà riconfermato. I disordini Io favoriscono' - 'Biden non entusiasma la base. Una vice afroamericana la svolta'»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 05/06/2020, a pag.19 con i titoli 'Trump sarà riconfermato. I disordini Io favoriscono', 'Biden non entusiasma la base. Una vice afroamericana la svolta' le interviste di Cesare De Carlo, Luca Bolognini a Edward Luttwak, Alan Friedman.

Ecco gli articoli:

New Texas poll shows virtual tie between Trump and Biden, soft ...
Joe Biden, Donald Trump

Cesare De Carlo: 'Trump sarà riconfermato. I disordini Io favoriscono'

Luttwak contro Saviano:
Edward Luttwak

Prima la pandemia. Poi la disoccupazione. Ora i disordini razziali. Trump perderà le elezioni a novembre? Per Edward Luttwak, tra i più noti politologi americani in Italia, «Trump rivincerà».

Molti pensano il contrario... «E sbagliano. Guardate Wall Street. Ha recuperato quasi tutte le perdite».
E il crollo del PiI? E i 40 milioni di disoccupati? «Sino a una settimana fa sembravano favorire Biden. Ora saccheggi e incendi hanno rovesciato la situazione».
In che senso? «L'elettorato americano ritiene sacra la proprietà privata. Per chi crede voteranno i commercianti neri del Bronx che si sono visti i negozi distrutti?».
New York è stata la città più devastata. «Il sindaco Bill de Blasio ha legato le mani alla polizia. E intanto i teppisti assalivano, svuotavano e incendiavano».
II governatore Andrew Cuomo ha criticato duramente il sindaco De Blasio. Democratico l'uno, democratico l'altro. «Cuomo ha capito quel che anche Biden sembra aver capito. I disordini razziali hanno rilanciato la campagna elettorale del repubblicano Trump».
Ma la stampa e la televisione non ne accennano. «I media sono filodemocratici. Con poche eccezioni. Esempio: Trump aveva definito feroce razzista il poliziotto di Minneapolis. Non è uscita una parola».
Trump ha anche detto che in caso di saccheggi la polizia e la guardia nazionale avrebbero dovuto sparare. «Cosa avrebbe dovuto dire? Una cosa è la protesta pacifica, un'altra la violenza».
Ha anche minacciato il ricorso alle truppe federali. II Pentagono era contrario. «Lo hanno fatto altri presidenti, da Kennedy a Johnson, a Bush, eccetera. Obama ha avuto disordini razziali altrettanto gravi. Eppure era un afroamericano».
Trump è 'divisivo', come dice il suo ex segretario alla Difesa Mattis? «Mattis e gli altri non afferrano che la protesta per Floyd, legittima se pacifica, in realtà è la spia di una rivoluzione in corso. La pandemia ha cambiato il mondo. Per molti giovani non ci sarà lavoro. Non per quelli che non hanno una specializzazione scientifica. Le banche, le assicurazioni, i servizi, il sociale hanno scoperto di poter funzionare con meno personale. Da casa, spesso».
Chi i più colpiti? «Gli afroamericani. Sono occupati in prevalenza nell'apparato pubblico. Non così gli ispanici. Sono in gran parte operai, artigiani, idraulici, agricoltori, eccetera».
Lavori indispensabili. «Come nell'alta tecnologia. Ora sulla Luna e su Marte ci vanno i privati. Anche questa è rivoluzione. Una delle tante di questa nazione».

Luca Bolognini: 'Biden non entusiasma la base. Una vice afroamericana la svolta'

Alan Friedman attacca il governo e pubblicizza il suo libro ...
Alan Friedman

«Biden ha preso posizione contro Trump, ma è molto più significativo che Donald sia stato condannato per le sue scelte degli ultimi giorni da quattro ex presidenti, dal capo del Pentagono e dal generale Mattis, che faceva parte della sua squadra di governo». Per il giornalista Alan Friedman la presidenza del tycoon sta cominciando a scricchiolare, ma la strada verso le elezioni di novembre è ancora molto lunga. «Sarà dura per lui recuperare, ma non bisogna mai sottostimare la sua capacità di scioccarci».
Secondo i sondaggi Biden è avanti dl dieci punti. «Si, ma non abbiamo ancora visto nulla. Ci saranno altri episodi che non possiamo nemmeno immaginare. Sulla carta Trump è già sconfitto, ma da qui al voto ci attendono le montagne russe».
Qual è l'ostacolo più grande sulla strada dell'ex vicepresidente? «La sua scarsa capacità di motivare gli elettori democratici a uscire di casa e andare ai seggi. Un'ampia affluenza alle urne per lui sarebbe un grosso aiuto. Gli afroamericani sono a suo favore, cosi come i giovani. Ma se non andranno a votare, la vittoria non è assicurata. Biden non è un uomo carismatico, non entusiasma come Obama o Clinton. Se vincerà, sarà soprattutto perché l'America ha bocciato Donald. Quello di novembre sarà un vero e proprio referendum su Trump».
Biden come vice sceglierà davvero una donna afroamericana? «Sicuramente lo accompagnerà una donna. Se fosse afroamericana, la scelta sarebbe intelligente. L'ex vicepresidente è visto come un democratico moderato. Se scegliesse una donna di sinistra come Elizabeth Warren o Kamala Harris, darebbe un segnale. Un'afroamericana sarebbe la ciliegina sulla torta».
Qual è l'obiettivo? «Gli over 60 sono per Biden, così come i giovani tra i 17 e i 35. La classe operaia è divisa tra lui e Trump al 50%. Con una donna afroamericana come vice potrebbe dare vita a una sorta di coalizione arcobaleno, nel senso delle etnie, che potrebbe portarlo alla vittoria. Poi da qui a novembre, come dico sempre, nulla è scontato».
Biden sembra stia sacrificando I piccoli donatori a favore delle élite economiche del Paese. E' un buon plano? «Non è questa la sua strategia. L'ex vice di Obama è un uomo della classe operaia e ha una grossa credibilità tra muratori, idraulici e più in generale tra il ceto medio-basso. Ed è questo il campo di battaglia dove si decideranno le elezioni. Hillary Clinton era più legata alle elite, Biden è un uomo per tutte le stagioni, che potrebbe incassare il voto di giovani, minoranze etniche e classe operaia».

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