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La Nazione Rassegna Stampa
18.02.2020 La storia di Alma Mahler
La racconta Roberto Giardina

Testata: La Nazione
Data: 18 febbraio 2020
Pagina: 28
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Divina Alma, il mistero di mille passioni»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 18/02/2020, a pag.28 con il titolo "Divina Alma, il mistero di mille passioni" il commento di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

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Alma Mahler

Cosa nasconde il sorriso della Monna Lisa viennese? II ritratto di Alma Mahler fu dipinto nel 1912 da Oskar Kokoschka che quasi impazzi d 'amore per lei. II quadro si ispira alla Gioconda di Leonardo, e appartiene alla cultura europea ma è finito in un museo di Tokyo. Come mai? si chiede Rainer Stamm sulla Frankfurter Allgemeine. II tortuoso viaggio, tra due guerre, galleristi e aste, racconta il destino di uomini geniali e della donna che ne fece collezione, una musa amorosa e crudele. Alma dai capelli rossi non era bellissima, ma il fascino non si spiega. Aveva appena 17 anni quando il patrigno, Carl Moll, stimato pittore di paesaggi, volle farla ritrarre per aiutare un collega, Gustav Klimt, ancora non famoso. Durante una seduta, Klimt non si trattenne e la baciò. Alma è intimorita dall'uomo che ha il doppio dei suoi anni. La famiglia va in vacanza a Venezia, e Klimt la segue per le calli. Oggi, sarebbe uno stalker. Lei non cede, Gustav ha una cattiva fama, troppe donne. Sposa il compositore Gustav Mahler, più affidabile, geniale anche se la sua musica non a tutti piace nella tradizionale Vienna. Alma ha talento musicale, ereditato dal padre, compone Lieder straordinari, non è una dilettante. Lui le vieta il piano: basta uno in famiglia, la moglie si occupi dei figli. Dopo otto anni, nel 1910 lo tradisce con I architetto Walter Gropius, conosciuto in vacanza. Altro uomo di genio, uno dei fondatori della Bauhaus. L'amante compie un errore, un lapsus fatale: scrive una lettera appassionata ad Alma, ma sulla busta mette il nome del marito. Non è un errore, potrebbe spiegare Freud. E al professore chiede consiglio Mahler. Si sente fisicamente bloccato da Alma. L'unica seduta si svolge in una lunga passeggiata su una spiaggia in Olanda. Freud se ne parte in vacanza per Palermo. Nell'aprile del 1911 Alma conosce Oskar Kokoschka, il marito muore in maggio. L'artista è di dieci anni più giovane, Alma non è più un'adolescente, sicura di sè non lo respinge. E un bene per l'arte. Oscar dipingerà capolavori, come Windbraut, la sposa del vento, e il ritratto. Ma c-è sempre Gropius, geniale, e anche rispettabile. Scoppia la guerra, i tempi sono incerti, Alma lo sposa nel 1915, a Berlino. Oskar letteralmente impazzisce, viene arruolato e cerca la morte al fronte. Alma come Monna Lisa infastidisce Gropius. Due giorni dopo le nozze, regala il quadro insieme con molti disegni all'amico Karl Ernst Osthaus, che ha creato a Hagen, nella Ruhr, un museo privato con le opere degli artisti contemporanei, da Franz Marc a Gauguin, a Van Gogh. Kokoschka non può mancare alla collezione. «È un capolavoro», scrive a Gropius. Alma non si è opposta. Per lei, dice, «Oskar è un 'ombra odiosa». Come accade, chi cerca la morte in trincea, non la trova. Oskar è gravemente ferito, a Vienna giunge la notizia che sia morto. Alma si precipita nell'atelier e saccheggia le sue opere. L'unione con Gropius non dura, l'architetto è opprimente. Nel 1917 lei cede alla corte dello scrittore Franz Werfel, ancora un talento da aggiungere alla collezione. Kokoschka si è trasferito a Dresda, e non si rassegna: chiede a Ermine Moos, una Puppenmacherin, una pupaia, di costruirgli una bambola a grandezza naturale, come Alma. II carteggio tra lui e la giovane è morboso. Lui le spiega particolari intimi, vuole che la bambola abbia i capelli rossi come l'amata. Ermine è chiaramente innamorata di Oskar, e obbedisce. II risultato è deludente. Lui si accontenta. Va in giro per Dresda con la bambola, a teatro, al ristorante. Una notte, un vicino chiama la polizia: hanno buttato un cadavere di donna dalla finestra. Gli agenti troveranno in giardino I 'opera d'arte di Ermine. Oskar ubriaco si è liberato della bambola, ma non di Alma. Ermine si toglierà la vita a 40 anni, nel 1928. Alma nel 1920 si è pentita di essersi pentita. Scrive a Ostahus: «bitte, bitte, ho nostalgia di quel ritratto, per favore mi ridia indietro il regalo...». II collezionista esaudisce il desiderio, il 16 ottobre, ma si tiene i dieci disegni. Una foto del 1931 ci mostra Alma con Franz in salotto, e alle loro spalle il quadro di Oskar. Lo scrittore non è geloso, o è succube di Alma. Arriva Hitler al potere, Werfel è ebreo, e fugge negli Stati Uniti con Alma, e con il quadro, a Los Angeles dove diventano vicini di Thomas Mann. Franz muore nel '45, lei nel '64, a New York. Pochi anni prima, le ha scritto Oskar, una straordinaria lettera d'amore. Nel 1987, la Monna Lisa dell'Austria Felix va all 'asta, e l'acquista il museo d'arte moderna di Tokyo.

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