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Famiglia Cristiana Rassegna Stampa
09.06.2002 7/6/02 BELGIO: IL PAESE DEI PRIMATI
Sabra e Chatila

Testata: Famiglia Cristiana
Data: 09 giugno 2002
Pagina: 14
Autore: Carlo Remeny
Titolo: «Sharon è recidivo, dev’essere processato»
Articolo apparso su Famiglia Cristiana del 9 giugno a pagina 14

"Sharon è recidivo, dev’essere processato" – Massacro di Sabra e Chatila, parla il legale delle famiglie delle vittime.

"Il Belgio, unico Paese al mondo, si è dotato di una legge che permette di giudicare i responsabili di crimini contro l’umanità indipendentemente dalla nazionalità degli autori, delle vittime e del luogo dove i fatti sono avvenuti. Un anno fa, 23 palestinesi e libanesi sopravissuti al massacro nel campo profughi di Sabra e Chatila (Beirut, settembre 1982 hanno presentato una denuncia contro il premier israeliano Ariel Sharon. All’epoca Israele occupava Beirut e Sharon era ministro della Difesa. Il 26 giugno la corte belga deciderà se il procedimento è ammissibile.

Chibli Mallat è il legale delle famiglie delle vittime.


Perché ritiene necessario procedere contro Sharon?

Perché la giustizia va rispettata e chi ha avuto responsabilità in massacri – come Sharon e Saddam Hussein – deve rispondere alla legge. I grandi crimini non possono essere dimenticati. Io rappresento persone che in poche ore hanno perso 20-30 parenti: madri, padri, fratelli, sorelle. Tutti".

Vede dei paralleli tra il massacro di allora e Jenin oggi?

Non dal punto di vista legale. Noto, tuttavia, che si tratta della stessa persona che aveva le responsabilità di comando. Sharon è recidivo. Se fosse stato perseguito per Sabra e Chatila, Jenin probabilmente non ci sarebbe stato".
Qualcuno può trovare strano che lei, cristiano, legale della Santa Sede in Libano, difenda i palestinesi…..
Ho dei valori di giustizia. Questo non è un caso tra cristiani ed ebrei. Sharon è responsabile anche della morte dell’ebreo Emil Grundzweig, che nel 1983 protestava contro Sabra e Chatila"

Ci sono state pressioni israeliane per fermare il procedimento?


Certamente. Gli israeliani hanno accusato il Belgio di antisemitismo. Inoltre decine di funzionari israeliani vengono a Bruxelles per organizzare conferenze contro il procedimento"

Carlo Remeny


La palese faziosità di questo articolo che in alcuni punti rasenta l’antisemitismo – sia nelle parole del giornalista sia in quelle del suo interlocutore – rende inderogabili alcune riflessioni e considerazioni di carattere storico.

1) Sono passati 20 anni da quando nella notte fra il 16 e il 17 settembre del 1982 elementi armati della Falange cristiana, per vendicare l’uccisione del presidente Bashir Ghemayel, irruppero nei campi di Sabra e Chatila, dove si consumò un vero e proprio massacro che coinvolse donne, vecchi e bambini. L’indignazione in tutto il mondo fu grande: Israele avrebbe dovuto evitarlo.

Benché nessun soldato israeliano si fosse macchiato di quel sangue, iniziò nel paese un doloroso dibattito, un vero e proprio autoprocesso che condusse alla nomina della Commissione Kahan al fine di stabilire le precise responsabilità.

Dopo ben 58 udienze, dopo l’esame di documenti, registrazioni, rilevamenti fotografici la requisitoria finale indicò quali responsabili di negligenza (e non del massacro!!) il ministro della Difesa Sharon, il Capo di Stato Maggiore Eytan, il capo dei Servizi di Informazione dell’esercito Saguy. I mas media, che in tutto il mondo avevano dato risalto alla vicenda, si accorsero che mentre Israele si autoprocessava per non aver impedito un massacro, nessuna voce da parte araba si levò per condannare chi quel massacro materialmente l’aveva compiuto.

Sono passati 20 anni e nulla è cambiato: il primo ministro di uno stato democratico continua ad essere colpevolizzato per un massacro che non ha commesso mentre nessun "uomo di legge" prende la parola per difendere le famiglie dei 415 civili inermi sterminati dai kamikaze dall’inizio dell’intifada fino ad aprile (purtroppo sappiamo che il numero è in difetto).

"I grandi crimini non possono essere dimenticati" - dice l’esimio avvocato. Evidentemente la legge non vale per i morti israeliani!!

2) Paragonare Saddam Hussein - un dittatore sanguinario che ha fatto uso di gas nervini per sterminare la popolazione curda, che non ha esitato ad invadere un paese arabo per sottometterne i cittadini – ad Ariel Sharon, un primo ministro democraticamente eletto che da mesi combatte una durissima battaglia per la sopravvivenza del suo paese, che quasi quotidianamente vede i suoi cittadini fatti a brandelli dall’odio feroce di tanti piccoli Saddam Hussein, è indegno e vergognoso.

3) Un altro assurdo confronto, questa volta sollecitato dal giornalista, pone sullo stesso piano Sabra e Chatila ed il campo profughi di Jenin: da una parte un massacro di donne, vecchi e bambini che Sharon, ribadiamo, non ha commesso; dall’altra un intervento militare condotto per distruggere le infrastrutture terroristiche e per snidare i responsabili dei più feroci massacri perpetrati negli ultimi mesi in Israele nei bar, pizzerie e discoteche.

…………"Jenin non ci sarebbe stata" non se Sharon fosse stato perseguito ma se Arafat avesse arrestato e tenuto in carcere i kamikaze responsabili degli attentati anziché inneggiare al martirio!!

4) L’elenco delle responsabilità da imputare a Sharon non è ancora finito: per l’avvocato Mallat, Sharon è addirittura responsabile della morte dell’ebreo Emil Grundzwig avvenuta nel 1983. In realtà questo professore fu colpito da una bomba lanciata da un israeliano di nome Avrushami, con problemi psichici, nel corso di alcuni scontri durante una manifestazione fra sostenitori di Begin e pacifisti.

Sarebbe come se Berlusconi fosse ritenuto responsabile della morte di Carlo Giuliani !!

Ultima considerazione.

Il Belgio, unico paese al mondo ad avere una legge che ha consentito di denunciare il premier israeliano Sharon, gode di un altro primato: è il primo posto europeo per il reclutamento di terroristi suicidi. In Belgio vi sono quasi 400 mila mussulmani alcuni dei quali legati ad elementi di Al Qaeda che fanno proselitismo e che rifiutano il modello di vita occidentale. Questo è quanto è emerso da un rapporto dei servizi segreti di Bruxelles al parlamento belga.

Il giornalista, chissà perché, ha preferito non darne informazione!



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