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Famiglia Cristiana Rassegna Stampa
29.09.2002 Famiglia Cristiana in difesa di Arafat


Testata: Famiglia Cristiana
Data: 29 settembre 2002
Pagina: 14
Autore: Guglielmo Sasinini
Titolo: «E al vecchio Arafat resta solo la piazza»
Abituati ormai da tempo alla linea filo-palestinese del settimanale cattolico non ci dovremmo più stupire: invece bisogna proprio dire che "al peggio non c’è mai fine!.

Raramente si è letto un articolo così fazioso dove l’equilibrio, la correttezza giornalistica non si sa bene dove siano andate a finire; in alcuni punti, se le tematiche affrontate non fossero così gravi, rasenterebbe il ridicolo.

Ne riportiamo ampi stralci per consentire al lettore una visione completa.

"Mentre i bulldozer e i carri armati israeliani stavano facendo a pezzi ciò che restava della Muqata, il suo quartiere generale a Ramallah, Yasser Arafat, rispolverando l’antica grinta, ha confidato ai suoi fedelissimi "Nessuna novità, mantenete la calma, sta solo accadendo ciò che Sharon aveva promesso e che il mondo arabo ha sempre voluto"."
Ma come, il "povero vecchio leader palestinese" è assediato, umiliato e soprattutto isolato eppure il giornalista riesce addirittura a sapere quello che ha confidato ai suoi fedelissimi!

O aveva inserito delle microspie nella Muqata oppure la sua immaginazione è davvero fervida.

"Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese ha sempre saputo che il suo nemico di sempre, Sharon, non gli avrebbe mai consentito di nominare un primo ministro e di scegliersi i propri candidati alla successione, in vista delle elezioni palestinesi e della asserita volontà di cedere almeno una parte del potere esecutivo"
Che perfido Sharon! E pensare che sono due lunghi anni che Arafat tenta disperatamente di avviare elezioni democratiche, riforme democratiche, di distribuire il denaro della comunità europea ai poveri bambini palestinesi ecc. ecc. Dunque chi impedirebbe a questo paladino della pace di portare avanti i suoi nobili progetti? Ma è ovvio: Sharon.
"Così come non si illudeva del nemico più subdolo"
Più subdolo di chi? Di Sharon?
"Il mondo arabo che a parole lo ha sempre difeso ma in realtà ha fatto molto poco per garantirne l’incolumità"

da chi avrebbe dovuto garantirne l’incolumità? Dagli israeliani? A dire il vero Arafat, nonostante le ruspe e i carri armati ha sempre goduto di ottima salute.
"E soprattutto il peso e l’autorità politica insidiata progressivamente dagli integralisti palestinesi di Hamas e della Jihad."
Se avesse messo e tenuto in carcere i terroristi dell’una e dell’altra formazione di sicuro la sua autorità politica non sarebbe stata "insidiata".
"Neanche il gruppo di fedelissimi, i famosi tunisini, che in questi anni avevano occupato tutte le poltrone del potere dell’Autorità nazionale dopo la fine dell’esilio a Tunisi nel 1994, lo ha saputo o voluto difendere dalla corruzione interna, dallo sperpero, dalla confusione con la quale venivano elargite cariche importantissime, come quelle delle rappresentanze diplomatiche all’estero."
A questo punto sorge un dubbio: ma di chi stiamo parlando? Di una specie di Gandhi o di un capo terrorista?

Arafat per il giornalista è un pover’uomo che ha bisogno di essere difeso dalla corruzione, quando lui stesso è corrotto; dallo sperpero, quando lui stesso si è intascato i soldi che la comunità europea aveva elargito alla popolazione palestinese; dalla confusione quando era lui stesso a nominare i propri fedelissimi anche all’estero.

"Il vecchio Abu Ammar, sopravissuto a decine di agguati, assedi, battaglie"
Che valido combattente !
"È rimasto impigliato in una rete di prebende, intrallazzi, corruzione, ricatti"
Ma capitano proprio tutte a lui!

Non è per caso che quella rete di intrallazzi, corruzione è stata creata, sostenuta e foraggiata da Arafat stesso, con il beneplacito della comunità internazionale?

"che gli ha impedito di rinnovare i vertici dell’Autorità e di prendere le distanze dai movimenti violenti."
Secondo il giornalista, Arafat è completamente alla mercè di forze oscure e imprevedibili che lo hanno irretito e senza le quali avrebbe potuto creare un stato democratico, retto da politici illuminati e non corrotti. Sasinini conosce la storia o vive nel paese delle meraviglie di Alice?
"Anche le fredde reazioni di Bush e la debolezza europea hanno contribuito a spingere il leader nell’angolo, così come il silenzio dei paesi arabi."
Le fredde reazioni americane erano l’ovvia risposta all’atteggiamento falso e ipocrita di Arafat il quale prima prometteva di fermare il terrorismo e poi in arabo incitava il suo popolo al martirio; per quanto riguarda l’Europa la sua più grave debolezza è stata non imporsi ad Arafat perché fermasse concretamente quella spirale di violenza che due anni or sono aveva avviato.
"L’unica vera solidarietà è giunta dalla piazza, da Ramallah a Gaza, da Amman a Beirut: più i carri armati puntavano sulla Muqata, più aumentavano le masse che inneggiavano ad Arafat come l’unico leader capace di vendicare l’orgoglio arabo calpestato. Una variabile da non sottovalutare."
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