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Famiglia Cristiana Rassegna Stampa
14.03.2005 Il settimanale cattolico non cambia idea: è meglio lasciare i tiranni al loro posto
nonostante il desiderio di libertà e democrazia dei popoli del Medio Oriente

Testata: Famiglia Cristiana
Data: 14 marzo 2005
Pagina: 21
Autore: Beppe Dal Colle
Titolo: «Giuliana e Nicola, vittime di una guerra inutile»
A pagina 21 di FAMIGLIA CRISTIANA del 13 marzo è pubblicato un editoriale di Beppe Dal Colle intitolato: "Giuliana e Nicola, vittime di una guerra inutile"

La posizione del settimanale cattolico sull’intervento degli Stati Uniti in Irak è sempre stata chiara, improntata ad un netto antiamericanismo ma quello che sconcerta ancor più è l’ evidente cecità di fronte ai cambiamenti che questa guerra, pur con le indicibili sofferenze per tutti i paesi coinvolti, ha portato nell’area Mediorientale.
Innanzitutto vorremmo commentare il titolo dell’articolo.

Giuliana e Nicola non sono vittime allo stesso modo.

Una è viva, l’altro è morto.
La prima ha ringraziato i suoi rapitori per averla trattata bene, per averle dato da mangiare per averle donato una collana ecc. ecc.
Il secondo sarebbe ancora vivo se…….
"Calipari - ha detto il senatore Guzzanti nel corso di una trasmissione televisiva - sarebbe ancora vivo se non fosse stato per il comportamento imprudente della giornalista".
Parole forti ma vere.

La drammatica conclusione dell’operazione per liberare la giornalista Giuliana Sgrena, costata la vita all’eroico funzionario del Sismi Nicola Calipari, può e deve essere considerata da due punti di vista. Il primo è quello di chi guarda esclusivamente alla sequenza dei fatti avvenuti la sera di venerdì 4 marzo a poche centinaia di metri dall’aeroporto di Bagdad………
I punti oscuri della verità sono presto detti, escludendone solo uno, affacciato emotivamente dopo il dramma: ………che si sia trattato di un agguato americano per evitare che Giuliana Sgrena tornasse viva in Italia
nell’attacco del compagno della Sgrena, senza dubbio suffragato dalle prime dichiarazioni della giornalista, più che emotività c’era un chiaro sentimento antiamericano, una dura condanna – senza prove – nei confronti di un paese che ha visto morire decine e decine di soldati per mano di kamikaze e che da mesi subisce l’attacco di tutta la sinistra italiana ed europea.
………Il secondo punto di vista da cui guardare alla vicenda è quello di chi fin dall’inizio si è dichiarato contro questa guerra in Irak. A noi è toccato due anni fa scrivere: "Anche questa guerra, come tutte le altre, non risolverà stabilmente nulla; se cancellerà qualche problema,


Saddam Hussein non era un "problema". Era un dittatore sanguinario che ha sterminato il suo popolo, lo ha affamato mentre lui e i suoi compari vivevano nel lusso.

Perché questi fatti non vengono ribaditi al lettore di Famiglia Cristiana?

ne aprirà altri: e risulterà infine, insieme, insensata, feroce e inutile"

Non abbiamo nessun motivo adesso per cambiare parere……..
Ogni guerra comporta lutti e sofferenze per i civili e per i soldati.
Nessuno vuol "fare la guerra". Nemmeno gli americani.
Evidentemente la vista di un popolo, quello iracheno, che per la prima volta dopo trent’anni può esercitare il diritto di voto ed è orgoglioso di farlo…. non è un motivo sufficiente per "cambiare parere".
Le prime elezioni libere in Palestina dal 1996……..
il desiderio di libertà e democrazia che agita il popolo libanese facendolo scendere in piazza per manifestare la volontà di allontanare per sempre la presenza siriana ma senza versare sangue…..
………..Nemmeno questi sono motivi sufficienti per cambiare parere!!

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Famiglia Cristiana. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.


direzionefc@stpauls.it

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