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Famiglia Cristiana Rassegna Stampa
25.07.2004 Non riuscire a distinguere diavolo e acqua santa
è la specialità del settimanale cattolico

Testata: Famiglia Cristiana
Data: 25 luglio 2004
Pagina: 14
Autore: Guglielmo Sasinini
Titolo: «Gli sbagli di Arafat e la rivolta di Gaza»
A pagina 14 Famiglia Cristiana del 25 luglio pubblica un articolo di Guglielmo Sasinini intitolato "Gli sbagli di Arafat e la rivolta di Gaza

L’articolo analizza, in modo poco corretto, gli ultimi avvenimenti che hanno registrato, in campo palestinese, una violenta rivolta dei miliziani del Fatah e delle Brigate di Al-Aqsa nei confronti del potere corrotto di Arafat.

Se da un lato il leader palestinese viene visto come colui che, poverino e nonostante tutto, si è impegnato nelle riforme e non si sa per quale motivo non sono state avviate, dall’altro il giornalista propone un parallelo fra la situazione palestinese che rasenta la guerra civile all’"incertezza" che regna "anche" a Gerusalemme.

"Arafat ci ha provato, dopo un anno di insistenze perché rivedesse gli apparati di sicurezza dell’Autorità palestinese, con una firma ha ridotto a tre strutture dodici corpi di polizia, mettendo a capo della sicurezza prima il cugino, Moussa Arafat, poi, sull’onda delle proteste,


sacrosante perché dirette sia contro la corruzione che dilaga in tutto l’entourage di Arafat sia contro la sua struttura familistica del potere


di nuovo il generale Abdel Razak Al Majaida, silurato qualche giorno prima.
I miliziani del Fatah


Il partito di Arafat

e delle Brigate di Al-Aqsa,
formazione terroristica responsabile della morte di centinaia di civili innocenti cospicuamente finanziata dallo stesso Arafat


dopo aver sequestrato a Gaza, in un solo giorno, sei esponenti dell’establishment palestinese, avevano bollato la nomina del cugino di Arafat come un atto di nepotismo inaccettabile.


La protesta che ha portato agli scontri armati fra miliziani delle diverse fazioni nasce anche e soprattutto dalla consapevolezza che gli aiuti finanziari che giungono dall’Arabia e dall’Europa vengono intascati dai responsabili della sicurezza andando ad incrementare i loro conti bancari.
L’Europa, quindi, contribuisce sia ad "alimentare" la corruzione nell’Autorità palestinese sia a finanziare formazioni terroristiche !!


"Anche a Gerusalemme regna l’incertezza, poiché pure il Governo di Ariel Sharon – che per uscire dall’empasse sembrava avviato verso una coalizione di unità nazionale grazie all’appoggio dei laburisti di Shimon Peres – registra una battuta d’arresto."
Le consultazioni, il confronto, il dialogo fra i partiti politici fanno parte del modus operandi di qualsiasi democrazia: a volte occorre del tempo perché i partiti giungano ad una soluzione equa per il paese.

E’ questa la base della democrazia che non prevede né scontri armati né fenomeni di corruzione istituzionalizzata.

Paragonare l’"incertezza" di Gerusalemme al caos, alla rivolta armata, alle proteste di piazza causate dal regime corrotto di Arafat contro il quale anche i palestinesi si ribellano è inopportuno oltre che fazioso.




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