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Famiglia Cristiana Rassegna Stampa
29.12.2003 Niente auguri di Buon Anno
non li merita

Testata: Famiglia Cristiana
Data: 29 dicembre 2003
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «dal numero di Famiglia Cristiana del 28 dicembre»
Il "buonumore" secondo Famiglia Cristiana.
Molti giornali hanno una sezione dedicata alle "barzellette", un modo semplice ed innocuo per far ridere i lettori.
Anche il settimanale cattolico Famiglia Cristiana dedica una pagina al "Tempo libero" intitolata "Buonumore" a cura di Pier Aldo Vignazia.
Purtroppo ci riesce difficile "ritrovare" il buonumore leggendo vignette così faziose e di propaganda filopalestinese come quelle pubblicate nel numero del 28 dicembre dove per l’ennesima volta il settimanale cattolico conferma il suo orientamento antisraeliano.

Ne illustriamo qualcuna a beneficio dei lettori di Informazione Corretta.

La prima vignetta porta il titolo "Vocaboli sconosciuti". Un bambino chiede al padre: "Papà cosa vuol dire pace? E a fianco una seconda vignetta dal titolo "Muro in Palestina" : da una parte Giuseppe che grida: "Maria!" e dall’altra parte del muro Maria, nascosta dal muro, replica: "Giuseppe!!

Un’altra vignetta gravemente faziosa che induce a pensare che agli israeliani non importi nulla di nessuno e calpestino perfino la religione cristiana, è intitolata: "Linea di demarcazione". La "sacra famiglia" con il bambinello appena nato vede dinanzi a sé sorgere il muro mentre un soldato israeliano commenta: "Mi spiace, ma il nostro muro deve passare proprio per di qui".

Ennesima vignetta antisraeliana. "Triste Medio Oriente". Un pastore guarda atterrito il cielo e commenta: "Speriamo che sia la cometa, e non il solito missile aria-terra"

La redazione del settimanale cattolico dimostra di avere un singolare concetto dell’umorismo se arriva a mettere in "burletta" una questione così spinosa come quella israelo-palestinese, sulla quale si può fare tutto tranne che scherzare. Inoltre, al di là del cattivo gusto di questa pagina, salta subito all’occhio come l’"umorismo" sia un facile mezzo per veicolare l’ennesimo messaggio antisraeliano.

Dopo il "Buonumore" passiamo al numero speciale di Natale che si segnala per una copertina da far venire i brividi.

L’immagine divisa a metà riporta nella parte superiore l’ormai famosa fotografia del soldato italiano ripreso davanti alle rovine del comando di Nassiriya dopo il devastante attentato terroristico di novembre, mentre nella parte inferiore appaiono due bambini sorridenti che sventolano la bandiera della pace.

Sulla prima fotografia campeggia la scritta "2003 l’anno che lasciamo", sulla seconda "2004 l’anno che ci auguriamo".

Di per sé il messaggio semplice semplice che si ricava dalla contrapposizione delle immagini e delle scritte è che dopo l’anno pieno di violenza, di guerre e di terrorismo che si sta concludendo tutti auspicano un 2004 di pace.

Tuttavia ad uno sguardo più attento e forse un po’ meno ingenuo ciò che filtra dalla copertina è la contrapposizione tra la guerra in Iraq (negativa) e il movimento pacifista rappresentato dalla sua bandiera multicolore (positivo); cioè, in altre parole, sembra che si voglia contraddistinguere il 2003 come un anno da dimenticare non già in virtù dell’escalation terroristica che lo ha marcatamente segnato, bensì in virtù di una accezione negativa mirata sull’intervento anglo-americano contro Saddam, duramente osteggiato dai movimenti pacifisti che, guarda caso, vengono chiamati in causa attraverso l’esposizione della loro bandiera per indicare la via da perseguire per un futuro migliore.

Quindi non si condanna genericamente la violenza come un qualcosa da estirpare dal modus vivendi dell’uomo sostituendolo con una vera istanza di pace nel senso più cristiano del termine, bensì si sventola il vessillo che abbiamo visto più volte utilizzato con fini evidentemente politici dal movimento pacifista per condannare l’America, piuttosto che il regime sanguinario di Saddam.

Il fatto stesso che per stigmatizzare ciò che ci si lascia dietro sia stata scelta una foto relativa all’Iraq anziché per esempio, in maniera a nostro avviso più appropriata, l’immagine di un attentato suicida in Israele, sembra confermare la volontà del settimanale di voler porre maggior enfasi sulla guerra "sbagliata" di Bush e Blair anziché sugli atti di terrorismo che insanguinano lo stato ebraico da oltre tre anni.

Per questo riteniamo che la copertina di questo "Speciale" pur nella condivisibile richiesta di pace per il 2004 racchiuda in sé un messaggio di parte che avremmo preferito non vedere.

Da ultimo vorremmo commentare il titolo di un articolo contenuto nell’inserto del numero Speciale Natale di Famiglia Cristiana intitolato "Anno di guerra, voglia di pace",

Pur ritenendo abbastanza equilibrato l’articolo di Guglielmo Sasinini, il titolo è davvero fuorviante: "Il muro dell’odio. Fra gli attentati e la costruzione della barriera il dialogo di israeliani e palestinesi si è arenato".

E’ proprio per difendersi dagli attentati che gli israeliani stanno costruendo questo muro che, non ci stanchiamo di ripetere, è una barriera difensiva, una barriera che serve a proteggere i civili inermi dall’odio dei terroristi palestinesi. E l’odio che trova la sua espressione nella volontà di sterminare quanti più innocenti possibile non viene da Israele.

Israele si difende.

E’ così difficile accettare per chi non deve temere di salire su un autobus, o di entrare in un supermercato o in una discoteca, il desiderio del governo Israeliano di proteggere con ogni mezzo i suoi cittadini? Perché ad ogni paese è concesso il diritto di difendersi ma non ad Israele?

Per quest’anno francamente non ci sentiamo di fare gli auguri a Famiglia Cristiana per il nuovo anno.

Non se li merita!

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Famiglia Cristiana. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.




direzionefc@stpauls.it

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