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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Famiglia Cristiana Rassegna Stampa
15.12.2003 Don Nandino un po' ciechino
Ma così tanto che la sofferenza dei bambini israeliani non la vede proprio

Testata: Famiglia Cristiana
Data: 15 dicembre 2003
Pagina: 131
Autore: Don Nandino Capovilla - Elisabetta Tusset
Titolo: «Quegli aquiloni nel cielo di Gerusalemme»
Un nuovo esempio di letteratura filopalestinese è apparso sul settimanale Famiglia Cristiana del 14 dicembre '03, a pagina 131 nella sezione "Solidarietà/volontariato".

Dopo il libro di Alessandra Antonelli "Sposata a un palestinese" che raccontava la sua vita a Ramallah con l’incubo dell’occupazione militare, dei carri armati, delle bombe, ecc. ecc. ma senza accennare che "quei carri armati" servivano a difendersi dal terrorismo palestinese che continua a mietere vittime innocenti fra i civili israeliani, ora è la volta del libro "Aquiloni preventivi" (Michele Di Salvo editore).

Ecco come Famiglia Cristiana lo presenta con un breve trafiletto intitolato "Quegli aquiloni nel cielo di Gerusalemme".

E’ un libro che ha una genesi curiosa. Un sacerdote veneziano, don Nandino Capovilla, parroco a Murano, decide di trascorrere le sue vacanze estive a Nablus, in Palestina, in un centro medico e di aggregazione gestito dall’Associazione Internazionale per la pace; qui ha la possibilità di vivere tra la gente, dividerne le privazioni e le sofferenze, monitorarne lo stato d’animo e le violenze subite.

Da questo osservatorio privilegiato manda ogni sera ai suoi amici veneziani di "Punto pace" una e.mail nella quale riepiloga le emozioni, le impressioni, gli incontri avuti con i vari esponenti della comunità palestinese.

Una specie di diario telematico, intenso e immediato, al quale una giovane corrispondente veneziana, Elisabetta Tusset, risponde, giorno per giorno, come in un controcanto, esponendo le sue reazioni e le sue considerazioni, cercando di capire il perché di tante sofferenze. Gli aquiloni, che danno il titolo al libro, sono quelli che i bambini arabi alzano nel cielo di Gerusalemme sopra la porta di Damasco: un segno di libertà e di speranza, che interpreta il sogno di un domani migliore.
Ci complimentiamo con don Nandino per il suo gesto di solidarietà nei confronti dei bambini palestinesi, privilegio che purtroppo non è stato concesso anche ai bambini israeliani.Che dai loro coetanei, invece di aquiloni, ricevono bombe e relative stragi. Don Nandino un po' ciechino ?

Un altro "osservatorio privilegiato" per il parroco di Murano avrebbe potuto essere un qualsiasi ospedale di Gerusalemme dove molti bambini israeliani sono ricoverati, alcuni in coma, altri invalidi per le ferite riportate, altri che lentamente si stanno riprendendo nel corpo ma non nell’anima, vittime di un terrorismo che non conosce pietà.
Alcuni sono rimasti senza gambe: chi spiegherà loro che non potranno più correre?
Altri non sono più in grado di parlare per lo shock riportato. Chi li convincerà che il mondo attorno a loro non è tutto "cattivo" e potranno ancora avere fiducia nella vita?

Don Nandino, la ringraziamo del suo gesto così generoso ma non dimentichi che le sofferenze e le violenze subite non sono solo da una parte e anche i bimbi israeliani hanno diritto a "far volare gli aquiloni" e a vivere in un mondo migliore.Che sarà, per essere migliore, un mondo democratico. O non le era venuto in mente ?

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Famiglia Cristiana. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.




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